Recensione a cura di Massimo Minimo
Maurizio Campobasso era un bravo poliziotto. Fino a quando, in un agguato presso un casolare, ha perso alcuni dei suoi uomini migliori e l’occhio sinistro. In quella tragica circostanza ha anche sperimentato per la prima volta la “Furia” ed a farne le spese è stato uno degli assalitori. Adesso, trascorsi tre mesi, Campobasso ha lasciato l’incarico presso la Squadra Mobile di Napoli e sta cercando di recuperare la sua esistenza che va in frantumi. L’ex poliziotto si considera, infatti, un fallito perché non è riuscito a risolvere l’indagine che più gli sta a cuore: trovare gli assassini di sua figlia Lucia, brutalmente uccisa nel novembre precedente. Da allora il rapporto con la moglie Elena e l’altra figlia, Margherita, non è stato più lo stesso. Campobasso ha conservato l’occhio sinistro in un barattolo di formalina ed una sera, guardando il contenitore, viene trascinato nell’”Abisso”.
In questa dimensione si sdoppia in un altro e vede la figlia morta che gli dà suggerimenti per trovare i suoi carnefici. Spaventato ma anche impossibilitato a farne a meno, Campobasso inizia una caccia personale per vendicare Lucia e scopre uno stretto legame con l’agguato al casolare.
In questa dimensione si sdoppia in un altro e vede la figlia morta che gli dà suggerimenti per trovare i suoi carnefici. Spaventato ma anche impossibilitato a farne a meno, Campobasso inizia una caccia personale per vendicare Lucia e scopre uno stretto legame con l’agguato al casolare.
Il libro racconta di una vera e propria discesa agli inferi: il protagonista, menomato negli affetti e nel fisico, diventa una sorta di vendicatore solitario, disposto a tutto pur di ottenere una personale giustizia. Maurizio Campobasso quasi si trasfigura, infrangendo più volte la legge che, da poliziotto, era tenuto a far rispettare; si comporta da padre disperato, compiendo azioni riprovevoli istigate dalla “Furia”. Proprio in queste parti il romanzo sconfina nello splatter, descrivendo scene molto cruente. Una scelta forse obbligata per far comprendere al lettore sin dove possa arrivare un certo tipo di aberrazione.
TRAMA: Napoli, novembre 2011. Sul ciglio di una strada di periferia viene trovato il cadavere della giovane Lucia Campobasso. È stata uccisa in modo brutale: per gli inquirenti, si tratta di un'esecuzione. Ma i responsabili rimangono ombre inafferrabili, ombre che tormentano il padre della vittima, un poliziotto. Febbraio 2012. Maurizio Campobasso, capo del reparto investigativo anticrimine di Napoli, ha ricevuto una soffiata "sicura": in una cascina abbandonata sono rinchiusi dei clandestini, in attesa di essere mandati per le strade a rubare o a prostituirsi. Dopo aver circondato l'edificio, però, la squadra viene assalita alle spalle da un commando armato. Nell'agguato muoiono quattro agenti e Campobasso perde un occhio. Era una trappola. Maggio 2012, Menomato nel fisico e stravolto dal dolore e dal rimorso per la perdita della figlia e dei colleghi, Campobasso si dimette dalla polizia. Le indagini non hanno portato a nulla e lui ha perso ogni fiducia nelle istituzioni. Ma il suo animo è tormentato dalla sensazione che tutte quelle morti siano collegate e che sia proprio lui, Maurizio Campobasso, la chiave di un piano criminale più vasto e sanguinario di quanto si possa immaginare. È ora di mettere da parte la Legge e di agire, nell'ombra, come un giustiziere solitario guidato da oscure intuizioni, tanto misteriose quanto infallibili. È ora di scatenare una spietata caccia all'uomo - o agli uomini - che non risparmierà niente e nessuno.
Titolo Io vi vedo
Autore Santamaria Simonetta
Prezzo di copertina € 9,90
Dati 2013, 363 p., rilegato
Editore TRE60 (collana TRE60)
Disponibile anche in eBook a € 4,99
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