Recensione a cura di Edoardo Todaro
Si può dire tranquillamente che la lettura di “ Non mi avrete mai “ ci porta a conoscenza di un mondo che a molti potrà risultare completamente sconosciuto e ad altri servirà per approfondire dei “ sentito dire “ . Un viaggio nel profondo di un sommerso e spesso e volentieri taciuto mondo realmente esistente in tantissime città, in tantissime periferie . Ma non stiamo parlando del Bronx , delle banlieu francesi , della Colombia o delle favelas brasiliane ( e via di seguito ). No, stiamo parlando di Napoli con al centro le sue zone più discusse e discutibili : Scampia con le sue “ Vele “ e Piscinola . Un viaggio, quello del protagonista Salvatore Capone detto “ Stellete '”, l'alter ego dell'autore DiVaio , per dimostrare quanto sia impossibile essere ricondotti in un ordine prestabilito , essere domati , quasi lobotomizzati . Non possono esistere trattati di psicologia o studi di sociologia per definire realtà ben più semplici come fare i conti con il disagio sociale , la disoccupazione , lo sfruttamento della forza- lavoro immigrata , la prostituzione , il “ Sistema” ecc..
Non esistono collegi , riformatori, carceri o comunità per tossicodipendenti per contenere la forza di vivere che si sprigiona dalle gesta dell'autore . Niente da mitizzare, questo è certo, ma in luoghi dove il bivio cui uno si trova di fronte è “o ti affili alla camorra o non ti affili, ma se ti affili è peggio perchè dalla camorra non ne esci” ( dalla droga sì ) . Il carcere che diviene scuola di vita , nel bene e nel male . Un semi analfabeta che si introduce alla lettura di “Siddhartha” e diviene lo scrivano di Poggioreale a disposizione dei tanti che non sanno scrivere . I rapporti non cercati con le realtà sociali, dai movimenti dei disoccupati al comitato di lotta di Scampia e, perchè no , al mitico Napoli Calcio di Maradona ( Careca e Giordano ) . Fare paragoni , a volte , può risultare una forzatura , ma visto che si parlava di città con problematiche simili a quelle descritte in “ Non mi avrete “ , in passato vari autori si sono cimentati su questo tema , sicuramente lo statunitense Bunker con la sua trilogia , anche in questo caso un detenuto che si scopre scrittore o il poco conosciuto Fernando Vallejo con “ La vergine dei sicari “ ( datato e forse ormai introvabile ) su Medellin e la Colombia . L' aspetto più rilassante di questo romanzo è che ci imbattiamo , volenti o nolenti , in un corso di lettura e scrittura del dialetto napoletano da “ percoche “ a “ sfasterato “ a” ciorta “ ecc.. Il finale può far pensare ad un eventuale seguito di questa storia ed in effetti lo speriamo.
Non esistono collegi , riformatori, carceri o comunità per tossicodipendenti per contenere la forza di vivere che si sprigiona dalle gesta dell'autore . Niente da mitizzare, questo è certo, ma in luoghi dove il bivio cui uno si trova di fronte è “o ti affili alla camorra o non ti affili, ma se ti affili è peggio perchè dalla camorra non ne esci” ( dalla droga sì ) . Il carcere che diviene scuola di vita , nel bene e nel male . Un semi analfabeta che si introduce alla lettura di “Siddhartha” e diviene lo scrivano di Poggioreale a disposizione dei tanti che non sanno scrivere . I rapporti non cercati con le realtà sociali, dai movimenti dei disoccupati al comitato di lotta di Scampia e, perchè no , al mitico Napoli Calcio di Maradona ( Careca e Giordano ) . Fare paragoni , a volte , può risultare una forzatura , ma visto che si parlava di città con problematiche simili a quelle descritte in “ Non mi avrete “ , in passato vari autori si sono cimentati su questo tema , sicuramente lo statunitense Bunker con la sua trilogia , anche in questo caso un detenuto che si scopre scrittore o il poco conosciuto Fernando Vallejo con “ La vergine dei sicari “ ( datato e forse ormai introvabile ) su Medellin e la Colombia . L' aspetto più rilassante di questo romanzo è che ci imbattiamo , volenti o nolenti , in un corso di lettura e scrittura del dialetto napoletano da “ percoche “ a “ sfasterato “ a” ciorta “ ecc.. Il finale può far pensare ad un eventuale seguito di questa storia ed in effetti lo speriamo.
Salvatore Capone, l'alter ego di Gaetano Di Vaio, nasce a Scampia, sesto di dieci figli, da padre disoccupato. Le premesse ci sono tutte. A nove anni inizia una brillante carriera che, dai furti di pneumatici, lo porta a gestire una "piazza di spaccio" da tremila dosi al giorno. È una corsa irrefrenabile, la sua, nessun ostacolo frapposto dallo Stato alla sua ascesa riesce a fermarla: scuole, collegi, riformatori, carceri minorili e centri d'igiene mentale. Salvatore sperimenta ogni forma di reclusione fino a Poggioreale, l'Alcatraz napoletano, divenendo maestro nell'arte della fuga. Tanto ad attenderlo, ogni volta, c'è Lucia. Tanto poi si ricomincia. Il romanzo di formazione di un ex delinquente di strada. Una storia vera e rocambolesca di criminalità disorganizzata in una Napoli mai così cruda e irresistibile.
Titolo Non mi avrete mai
Autore Di Vaio Gaetano; Lombardi Guido
Prezzo di copertina € 17,50
Dati 2013, 335 p., brossura
Editore Einaudi (collana Einaudi. Stile libero big)
Disponibile anche in eBook a € 9,99
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