Recensione a cura di Edoardo Todaro
Da poco in libreria l'ultimo libro, almeno in Italia , del francese Varenne, “L'arena dei perdenti” .
Iniziato a leggere non riesci a capire quali risvolti si possano nascondere su un ring, se scommesse o altro, ma il tutto legato obbligatoriamente al mondo della malavita . Dopo poco ti accorgi di cercare di capire dove sia il nodo che tiene assieme il presente ed il passato. Non si può fare a meno di considerare che due sono i principali temi che vengono affrontati dagli autori noir francesi : da una parte le periferie , conosciute come banlieu , con le loro rivolte e contraddizioni ; dall'altra cosa ha voluto dire l'Algeria colonizzata e che lasciti si è portata dietro. Ne “L'arena dei perdenti” ci troviamo nel secondo filone.
Prima di Varenne altri scrittori hanno utilizzato la “questione algerina” per i propri romanzi . Due secondo me sono degni di essere citati: Didier Daenickx con “A futura memoria” ( pubblicato in Italia nel 1984 per gli Oscar Mondadori ) e Jean-Marc Ligny con “Guerra santa” ( 2001 per Fanucci ) .
Quanto viene scritto da Varenne è un noir che mette non solo in rilievo gli avvenimenti che contraddistinsero l'occupazione francese dell' Algeria e la repressione del movimento di liberazione guidato dal FLN ( e su questo non può che venire alla mente il film “ La battaglia di Algeri ), ma anche quanto quegli avvenimenti abbiano lasciato un segno indelebile . In questo contesto si svolgono i fatti descritti nel romanzo tra un incontro di pugilato , torture nei confronti dei civili algerini , il Fronte Nazionale e la Cabilia. Ma questo noir ci porta anche a scandagliare quale sia il rapporto tra vittime e carnefici e se esiste o meno , aldilà del legittimo diritto all'odio , anche un diritto alla vendetta .
Quanto viene scritto da Varenne è un noir che mette non solo in rilievo gli avvenimenti che contraddistinsero l'occupazione francese dell' Algeria e la repressione del movimento di liberazione guidato dal FLN ( e su questo non può che venire alla mente il film “ La battaglia di Algeri ), ma anche quanto quegli avvenimenti abbiano lasciato un segno indelebile . In questo contesto si svolgono i fatti descritti nel romanzo tra un incontro di pugilato , torture nei confronti dei civili algerini , il Fronte Nazionale e la Cabilia. Ma questo noir ci porta anche a scandagliare quale sia il rapporto tra vittime e carnefici e se esiste o meno , aldilà del legittimo diritto all'odio , anche un diritto alla vendetta .
Per dirla come Daeninckx : “Dimenticando il passato siamo condannati a riviverlo”.
Un noir che fa capire meglio di tanti altri saggi quanto ancora sia da sviluppare un percorso di come “fare i conti” con i propri errori , con le tragedie derivate da determinate scelte.
Questa seconda uscita di Varenne supera di gran lunga il precedente e ci consegna, senza ombra di dubbio , uno scrittore di primo piano che entra a pieno titolo tra gli autori francesi più attenti nel riuscire a gestire al meglio l'intreccio storico / sociale vs il classico giallo … dei migliori .
TRAMA: Un poliziotto disilluso, che arrotonda lo stipendio sul ring; un algerino e un italo-francese, ormai anziani, con un segreto in comune che risale agli anni più bui del dopoguerra; una sgradevole verità da rivelare al mondo e una vendetta da consumare a ogni costo, se si vuol sopravvivere. Sono loro i protagonisti del nuovo libro di Antonin Varenne, autore celebrato dalla stampa francese come il nuovo Fred Vargas. Un libro sul disincanto e la resistenza alle sconfitte e ai colpi imposti dal destino. Sulla capacità di restare in piedi malgrado la vita diventi un ring in cui l'avversario contro cui battersi è sempre e comunque più forte.
Titolo L' arena dei perdenti
Autore Varenne Antonin
Prezzo di copertina € 18,00
Dati 2013, 295 p., brossura
Traduttore Montrasi F.
Editore Einaudi (collana Einaudi. Stile libero big)
Disponibile anche in eBook a € 9,99
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