Intervista a Franco Matteucci autore de Lo strano caso dell'orso ucciso nel bosco
Siamo arrivati alla quarta tappa del blogtour dedicato al romanzo di Franco Matteucci Lo strano caso dell’orso ucciso nel bosco, pubblicato da Newton Compton. Al termine del blogtour voi lettori potrete vincere due copie del libro seguendo istruzioni semplicissime che troverete alla fine del post. In questa tappa vi proponiamo l’intervista completa all’autore: scrittura, genere, ambientazione.
Diamo il benvenuto a Franco Matteucci, autore e regista televisivo, docente universitario e scrittore di successo.
Il suicidio perfetto, La mossa del cartomante, Tre cadaveri sotto la neve e ora Lo strano caso dell’orso ucciso nel bosco. Sono tutti i suoi romanzi gialli di cui è protagonista il commissario Marzio Santoni. Ma prima di creare questa fortunata serie, lei ha scritto romanzi assolutamente diversi. Cosa l’ha spinta a diventare uno scrittore di libri gialli? E cosa trova in questo genere letterario che risulta particolarmente congeniale per la sua scrittura?
Mi ha lanciato una sfida l'editore Raffaello Avanzini, l'ho accettata subito anche perché avevo voglia di nuovi stimoli. Da incosciente anche perché avevo letto solo i gialli classici, in più non riuscivo mai a capire chi fosse l'assassino. Ci ho provato, devo dire che mi sono divertito moltissimo, finalmente avevo licenza di uccidere, senza rimorsi anche perché alla fine si doveva per contratto scoprire l'assassino. La struttura del giallo mi ha aiutato a essere più concreto, ed attaccare alla realtà le varie storie. Ho cambiato stile di scrittura, e penso che mi abbia giovato
Marzio Santoni ama la montagna, gli animali e la natura. E in questo romanzo diventa protagonista di un’indagine ambientalista. Quanto di lei è presente nel suo ispettore? Quali sono le caratteristiche che vi accomunano e quelle che, al contrario, vi differenziano?
Ci differenziamo fisicamente purtroppo, lui è bello, come carattere siamo simili, amiamo la natura e gli animali, ma con giudizio, rispettando i ruoli e i vari rapporti. Santoni convive con il mondo della sua montagna e rispetta i cacciatori, ma detesta i bracconieri, è un ambientalista ma non estremo, sa quali sono le regole antiche dei suoi antenati. Certo Santoni è un pignolo terribile e non gli sfugge un dettaglio, io nella realtà sono più disordinato, e non so come faccia a essere sempre così preciso nel trovare il bandolo della matassa. In questo mi è proprio sfuggito di mano.
La cittadina di Valdiluce che fa da sfondo alla storia, è frutto della sua immaginazione oppure si è ispirato a un luogo in particolare?
Raccoglie molte esperienze della mia vita di montanaro, giovinezza sugli Appennini all'Abetone accanto a Zeno Colò, competizioni di sci sulle Alpi, 20 estati trascorse a Cervinia a fare sci estivo vicino ai 4000 metri d'altitudine. Valdiluce è un mix di tanti ambienti, luogo fantastico, dove convivono gli orsi e le marmotte, gli alpinisti e i raccoglitori di funghi, ma dove soprattutto non manca mai nascosto dietro un tronco d'abete un serial killer.
Lei è anche un lettore di romanzi gialli? E quali scrittori hanno maggiormente influenzato il suo approccio al genere?
Non sono stato un gran lettore di gialli, certo Simenon non me lo sono perso.
Parliamo della scrittura e dello stile. Secondo lei quali sono le caratteristiche che un buon libro giallo dovrebbe possedere? E quali sono i punti forti dei suoi romanzi?
Un buon libro giallo non può concedersi il lusso di divagare troppo, deve essere molto chiaro, lucido nell'esposizione, non si possono mai ingannare i lettori che sono appassionati del genere. Nei mie quattro romanzi la parte più forte potrebbe essere la ricerca dei dettagli, quasi una spasmodica analisi della realtà vista al microscopio, ma non per cercare soltanto il DNA.
Quanto impiega a documentarsi e a reperire il materiale necessario su cui basare le indagini delle sue storie? Si ispira a fatti realmente accaduti oppure preferisce dare libero sfogo alla fantasia?
Realtà poca, tanta fantasia. Impiego sei mesi nelle ricerche per concepire il delitto e sei nella scrittura. Una bella fatica, anche perché ogni anno bisogna uscire e alla Newton Compton pretendono romanzi lunghi, non come certi miei colleghi assai più famosi che si fermano sulle 160 pagine. Io devo patire per sopravvivere, ma camminare in salita è una delle migliori doti di Lupo Bianco
In quale nuova indagine rivedremo impegnato Marzio Santoni?
C'è già il titolo " Delitto con inganno." Questa volta Santoni entrerà in contatto con un ambiente assai contaminato, il peggiore che gli possa capitare, quello da cui sarà difficile uscire indenne, sabbie mobili che lo faranno precipitare negli abissi, insomma avete capito subito: finirà dentro il mondo della televisione, luoghi e fatti che io ho conosciuto e frequentato da sempre. Questa volta non la vedo bene per l'ispettore Santoni detto Lupo Bianco. Rischierà un' ingloriosa fine?
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Una bellissima intervista, mi piace molto quest'autore e mi segno anche i suoi precedenti titoli. sono iscritto al blog con il nick salvatore illiano
Curioso il fatto che sia uno scrittore di libri gialli ma che non si definisca un gran lettore di questo genere
Intwressante questa intervista..quante curiosità si scoprono!
Ho riso quando ha detto che il suo personaggio gli è sfuggito di mano, quando l'ha descritto come pignolo e sempre capace di trovare il bandolo della matassa - pure io cado un po' troppo sul lato del disordinato.
Il titolo del suo prossimo libro è molto promettente!
complimenti per l'intervista approfondita ed esaustiva
Ho trovato l'intervista molto piacevole! E poi sono sicuro di ritrovarmi di fronte e a un grande giallo. Quando un autore fa ricerche anche per sei mesi, vuol dire che nulla è lasciato al caso. Tutto ha la sua importanza e la sua giusta collocazione.
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