Recensione a cura di Massimo Minimo
"La Scacchiera di Auschwitz" di John Donoghue è il nuovo thriller storico edito da Giunti Editore e recensito per voi da ThrillerPages
Nel novembre del 1943, mentre infuria la guerra, l’ufficiale delle SS Paul Meissner giunge ad Auschwitz con il compito di occuparsi dell’efficienza del campo. Riceve anche l’ordine d’inventarsi qualcosa per risollevare il morale dei soldati e decide così di organizzare un torneo di scacchi. Fra i prigionieri che vivono in condizioni disumane, ce n’è uno speciale: il numero 163291, l’ebreo Emil Clément, detto l’Orologiaio per la capacità di riparare, appunto, gli orologi. Emil ha, però, un’altra qualità: è un campione di scacchi. Nell’assurdità della situazione, mentre i prigionieri muoiono giornalmente di stenti o uccisi nelle camere a gas, l’Orologiaio è costretto a giocare contro ufficiali nazisti per salvare la vita ai suoi compagni del campo. Riuscito a sopravvivere all’orrore di Auschwitz, nel 1962 Emil si trova ad Amsterdam per un torneo internazionale. Qui incontra Meissner che, dopo molte resistenze, lo convince a parlare del passato. A cosa mira l’ex ufficiale?
In un crescendo di emozioni contrastanti, il romanzo di Donoghue conduce il lettore all’interno di un campo di sterminio, facendogli rivivere il più grande orrore mai commesso nella storia. Contemporaneamente lo obbliga a porsi mille interrogativi, a cominciare da quello più impensabile: è possibile perdonare? Perché Meissner si è sì redento, ma Emil sarà disposto ad ammettere l’esistenza di almeno un tedesco buono durante la guerra? Domande che avranno risposta in un drammatico e commovente finale che non può lasciare indifferenti.
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