Recensione a cura di Massimo Minimo
"Il silenzio della Bassa" di Massimo Fagnoni (Fratelli Frilli Editore) è il nuovo thriller recensito oggi da ThrillerPages. Clicca e leggi trama e note sull'autore
La Sezione persone scomparse della Questura di Bologna, guidata dal commissario Riccardo Guerra, deve indagare sulla sparizione di Celeste, una ragazza diciassettenne. Sul caso si getta a capofitto anche Fiorella Benedetti, spregiudicata presentatrice televisiva, che incarica delle ricerche l’investigatore privato Galeazzo Trebbi. Quest’ultimo, ex poliziotto, farebbe volentieri a meno di lavorare per una donna il cui unico scopo è alzare gli indici d’ascolto della propria trasmissione e per fare ciò non si ferma davanti a nulla e nessuno. Trebbi, però, ha bisogno di soldi per curare la figlia che ha subito un danno cerebrale permanente e quindi si dedica anima e corpo al caso. Alla fine sarà proprio lui a fornire alla Polizia l’incredibile ed inaspettata soluzione del mistero.
Il silenzio della Bassa è un romanzo dai profondi risvolti sociologici. La scomparsa di una ragazza porta a galla le profonde incomprensioni e le meschinità esistenti all’interno della sua famiglia, un piccolo nucleo prossimo all’implosione. Il personaggio di Fiorella Benedetti è un esempio calzante di quella televisione trash di cui abbiamo tanti esempi in Italia e di cui faremmo volentieri a meno. La stessa Polizia, almeno inizialmente, non ne esce molto bene, imboccando un paio di false piste: la prima conduce ad un sacerdote che avrebbe avuto attenzioni particolari per Celeste, la seconda al “solito” extracomunitario che la presentatrice non si fa scrupolo di gettare in pasto al pubblico. Una delle poche figure davvero positive del libro è la nonna di Celeste, l’unica cui interessi davvero la sorte della ragazza. Mentre tutti gli altri soggetti coinvolti trarranno un qualche vantaggio dalla conclusione dell’indagine, l’anziana signora resterà sola con il suo dolore. Non possono mancare due parole su Galeazzo Trebbi, ex poliziotto pieno d’umanità, legato ai vecchi ma sempre validi metodi investigativi. Vicino ai sessanta e con un fisico tutt’altro che invidiabile, Trebbi tira avanti esclusivamente per aiutare la figlia, svolgendo incarichi spesso poco piacevoli. Il suo agire sempre secondo coscienza fa di lui un personaggio cui è impossibile non affezionarsi.
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