Recensione a cura di Massimo Minimo
Cosa succede quando dormiamo? Siamo sicuri che restiamo sempre a letto? Leon Nader, giovane architetto, soffre di clinofobia, la paura di addormentarsi e staccarsi dalla realtà. In passato si è sottoposto ad una cura psichiatrica per una grave forma di sonnambulismo e dopo tanti anni il problema sembra riproporsi. Sua moglie Natalie scompare, infatti, nel nulla e Leon si convince di averle fatto del male, pur non ricordandosene; decide quindi di acquistare una telecamera che registri i suoi movimenti notturni. Scopre così che l’appartamento in cui vive nasconde parecchi segreti, mentre la sua mente vacilla sempre più e si avvicina pericolosamente alla follia.
Come avverte l’autore stesso nei ringraziamenti, questo è un romanzo non un saggio sul sonnambulismo, nonostante alcuni fatti narrati siano realmente accaduti. Lo stile di Fitzek è, al solito, molto particolare e caratterizzato da continui e repentini colpi di scena.
Anche qui non mancano, eppure questa volta ho fatto fatica a seguire la vicenda in alcuni passaggi. La struttura del romanzo mi ha ricordato un po’ quella di “Schegge” che, non a caso, è il suo libro meno riuscito, almeno a mio parere. Resta la bravura dell’autore nell’analizzare e sviscerare i meccanismi della mente umana, ma da uno come lui è lecito attendersi qualcosa di più.
Titolo Il sonnambulo
Autore Sebastian Fitzek
Prezzo di copertina € 15,30
Dati 2013, 450 p., Brossura
Editore Einaudi
Disponibile anche in eBook a € 9,99
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