Recensione a cura di Massimo Minimo
Pablo Simò è un uomo ordinario, sposato con una donna che lo stima poco e padre di una figlia che lo ritiene patetico. Anche il suo lavoro di architetto è scarsamente preso in considerazione ed il titolare dello studio non ha mai pensato di farlo socio. L’unico sogno di Pablo è quello di costruire per conto proprio un palazzo di undici piani rivolto a nord. La sua esistenza non è, però, così ordinaria come potrebbe sembrare a prima vista: a tormentarlo c’è infatti una crepa, che risponde al nome di Nelson Jara. Pablo ha avuto un ruolo ben preciso nella scomparsa di quell’uomo e quando una ragazza, Leonor, comincia a fare domande in merito, la crepa si ingrandisce fino a minacciare di stravolgere la grigia vita dell’architetto.
Della stessa autrice avevo già letto ed apprezzato “Tua”, un breve romanzo a forti tinte nere. Ugualmente piacevole è il libro in questione, pur di genere abbastanza diverso. Non è infatti un thriller in senso stretto e l’unico vero mistero viene rivelato prima della fine.
L’attenzione del lettore è tutta concentrata sulla crepa e su come Pablo deciderà di gestirla: se lasciarla così o se utilizzarla per dare uno scossone alla sua esistenza. Fondamentale in tal senso sarà l’incontro con Leonor che ha, anche lei, qualcosa da nascondere. Oltre ai personaggi, l’altra grande protagonista del romanzo è la città di Buenos Aires, che l’autrice ci illustra in maniera magistrale, alternando la descrizione di antichi palazzi storici a quella di mostri di cemento innalzati in nome della più bieca speculazione edilizia.
TRAMA: Nella vita da uomo qualunque dell'architetto Pablo Simó c'è una fessura inconfessabile, una crepa che gli tormenta la coscienza: Nelson Jara. Forse era solo un piccolo truffatore, una "canaglia", ma anche Pablo Simó sa di essere una canaglia, nonostante l'apparenza di irreprensibile professionista e buon padre di famiglia. Come una crepa che si allunga e si allarga, tutte le piccole certezze quotidiane di Pablo si sgretolano: una giovane donna che sembra sapere chissà cosa su Jara scatena in lui un'attrazione dirompente, la famiglia va in frantumi, il lavoro diventa insopportabile, e passo dopo passo la tentazione di essere canaglia fino in fondo lo travolge. Ancora una volta Claudia Piñeiro ci narra i piccoli inferni di una variegata umanità, nella monumentale Buenos Aires invasa dal cemento delle speculazioni edilizie dove l'apparenza, più che mai, inganna.
Pablo Simò è un uomo ordinario, sposato con una donna che lo stima poco e padre di una figlia che lo ritiene patetico. Anche il suo lavoro di architetto è scarsamente preso in considerazione ed il titolare dello studio non ha mai pensato di farlo socio. L’unico sogno di Pablo è quello di costruire per conto proprio un palazzo di undici piani rivolto a nord. La sua esistenza non è, però, così ordinaria come potrebbe sembrare a prima vista: a tormentarlo c’è infatti una crepa, che risponde al nome di Nelson Jara. Pablo ha avuto un ruolo ben preciso nella scomparsa di quell’uomo e quando una ragazza, Leonor, comincia a fare domande in merito, la crepa si ingrandisce fino a minacciare di stravolgere la grigia vita dell’architetto.
Della stessa autrice avevo già letto ed apprezzato “Tua”, un breve romanzo a forti tinte nere. Ugualmente piacevole è il libro in questione, pur di genere abbastanza diverso. Non è infatti un thriller in senso stretto e l’unico vero mistero viene rivelato prima della fine.
L’attenzione del lettore è tutta concentrata sulla crepa e su come Pablo deciderà di gestirla: se lasciarla così o se utilizzarla per dare uno scossone alla sua esistenza. Fondamentale in tal senso sarà l’incontro con Leonor che ha, anche lei, qualcosa da nascondere. Oltre ai personaggi, l’altra grande protagonista del romanzo è la città di Buenos Aires, che l’autrice ci illustra in maniera magistrale, alternando la descrizione di antichi palazzi storici a quella di mostri di cemento innalzati in nome della più bieca speculazione edilizia.
TRAMA: Nella vita da uomo qualunque dell'architetto Pablo Simó c'è una fessura inconfessabile, una crepa che gli tormenta la coscienza: Nelson Jara. Forse era solo un piccolo truffatore, una "canaglia", ma anche Pablo Simó sa di essere una canaglia, nonostante l'apparenza di irreprensibile professionista e buon padre di famiglia. Come una crepa che si allunga e si allarga, tutte le piccole certezze quotidiane di Pablo si sgretolano: una giovane donna che sembra sapere chissà cosa su Jara scatena in lui un'attrazione dirompente, la famiglia va in frantumi, il lavoro diventa insopportabile, e passo dopo passo la tentazione di essere canaglia fino in fondo lo travolge. Ancora una volta Claudia Piñeiro ci narra i piccoli inferni di una variegata umanità, nella monumentale Buenos Aires invasa dal cemento delle speculazioni edilizie dove l'apparenza, più che mai, inganna.
Titolo La crepa
Autore Piñeiro Claudia
Prezzo di copertina € 14,00
Dati 2013, 205 p., brossura
Traduttore Cacucci P.
Editore Feltrinelli (collana I narratori)
Disponibile anche in eBook a € 9,99
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