Voto
La prima regola che si erano dati quando avevano deciso di essere una gang era stata: non entrare nel mondo del crimine se non sei laureato, non parli almeno tre lingue e non hai mai viaggiato in lungo e in largo per il Mondo.
La prima regola che si erano dati quando avevano deciso di essere una gang era stata: non entrare nel mondo del crimine se non sei laureato, non parli almeno tre lingue e non hai mai viaggiato in lungo e in largo per il Mondo.
La Dromos Gang infatti è composta da quattro menti brillanti e di diverse nazionalità, il Russo Zosim, l'Indiano Sunil, l'Italiano Giuseppe e la Svizzera Inez, che hanno fatto conoscenza e coltivato i loro sogni del crimine alla facoltà di economia di Leeds.
Questo libro sicuramente dà una panoramica di quello che la criminalità organizzata sta diventando e la sua globalizzazione. Narcotraffico, scorie radioattive, traffico di organi, alta finanza, corruzione politica, guerre tra bande per i territori, insomma, tutto quello che ci regala il mondo di oggi e che ha come epicentro Marsiglia, la nuova frontiera del crimine.
Ma ora veniamo al punto: nonostante i temi affrontati siano interessanti, e sicuramente frutto di approfondite ricerche, non mi ha lasciato molto dal punto di vista emozionale, come mi aveva abituato questo autore.
I personaggi a mio parere lasciano poco, sono poco caratterizzati e troppi per poterli approfondire in sole duecento pagine così come gli avvenimenti e le situazioni. A me è sembrato quasi più un documentario che un romanzo. Tra l'altro, ho trovato anche l'evoluzione del personaggio di Garrincha abbastanza inverosimile.
In una recensione che ho letto in giro c'era scritto: "Massimo Carlotto torna oggi in libreria con un nuovo thriller dal sapore squisitamente mediterraneo", bè se qualcuno di voi ha trovato qualcosa di "Mediterraneo" in questo libro, mi spieghi dove, perché io proprio non sono riuscito a percepire nemmeno un pizzico di atmosfera. Marsiglia è di Izzo, così come il Veneto è di Carlotto.
Concludendo ho dato tre stelle alla Dromos Gang, perché alla fine è un libro che si legge, è scritto bene e affronta una tematica interessante.
Recensione a cura di Diego Thriller
TRAMA: Come una danza leggera e sapiente, ma implacabile, uno tra i piú amati scrittori italiani ci conduce nella orgogliosa arroganza del nuovo crimine. E racconta da par suo una grande storia, che spazia dai boschi radioattivi di Cernobyl´ ai caveau delle banche svizzere. Con una irresistibile gang di privilegiati. Zosim, Sunil, Giuseppe, Inez. La Dromos Gang. Si sono conosciuti studiando Economia a Leeds.
Brillanti, impeccabilmente vestiti, del tutto amorali ma tra loro fraterni, quattro giovanissimi con pesanti famiglie alle spalle piombano su Marsiglia da ogni parte del globo, per prendersela tutta. Sono convinti che il mondo è di chi corre veloce come il denaro, di chi corre piú veloce di tutti, e il resto non merita di vivere. È subito guerra con i vecchi arnesi: un tenace boss corso di lunga carriera, e una poliziotta in disgrazia che ha un'idea tutta sua della giustizia. Mentre un narcotrafficante allo sbaraglio, che porta il nome fatale di un grandecalciatore, proverà a giocare la sua esilarante,tragica partita. E Marsiglia, il luogo oggi dello scontro criminale per eccellenza, dove i conflitti si risolvono a colpi di kalashnikov, diventa l'epicentro di un sisma vastissimo, dalle conseguenze del tutto imprevedibili.
Titolo Respiro corto
Autore Massimo Carlotto
Editore Einaudi
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E' un buon ibro, non sicuramente eccellente come alcuni suoi precedenti ma comunque un buon libro.
Carlotto ci ha fatto conoscere nei dettagli il nordest italiano e adesso ci trasporta in una Marsiglia crocevia di tutte le porcherie del mondo.
Quattro giovani brillantoni, laureati, belli e ricchi hanno la faccia tosta di voler conquistare il potere e ne avranno di gatte da pelare!
Strepitosa la figura della poliziotta molto
alternativa, con un suo personale senso della giustizia ma con in fondo un velo di malinconia che ispira quasi tenerezza nel lettore.
Ho trovato la fine un po' affrettata, probabilmente qualche pagina in più avrebbe arricchito e spiegato meglio la tanta "carne al fuoco" del romanzo.
4/5
Cosa fanno un russo, un indiano, un italiano e una svizzera a Marsiglia? Sembra l'inizio di una barzelletta, ma, purtroppo, sono solo quattro dei tanti personaggi del brutto "Respiro Corto".
Ho dato due stelline, a questo libro, ma ne avrei assegnate anche di meno, diciamo zero?
Mi domando come possa uno scrittore, che ha partorito libri meravigliosi e indimenticabili, cacciarsi in un ginepraio come questo. Sinceramente, la trama è indescrivibile: mafia russa, smaltimento rifiuti tossici, commercio di organi (fegato, reni ecc., non organi da chiesa...), speculazione edilizia. Marsiglia, che va tanto di moda, buttando qua e là la Canebière e il Vieux Port, una poliziotta brutta e lesbica, B.B., che della Bardot ha solo le iniziali. Una faticata arrivare alla fine e la sensazione di un'operazione commerciale così evidente da far prudere le mani. Ridatemi "L'oscura immensità della morte", per favore.
Mi unisco malvolentieri ad Elisabetta ed al coro di commenti non propriamente entusiastici riguardo a questo libro. Molti argomenti, molti personaggi e secondo me anche molta confusione... Purtroppo dalla penna di Carlotto siamo abituati a ben altri standard percui spero sia solo stato un semplice esercizio di scrittura in attesa di ritornare nell'amato nord est nero criminale...
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