Recensione a cura di Massimo Minimo
"L'albero delle bionde" di Sergio Cioncolini è il nuovo thriller edito da Pendragon e recensito oggi da ThrillerPages
Alfredo Martini, manager del Trade Center americano di Milano, decide di andare in pensione a soli 55 anni. Tutto questo in seguito a un’operazione commerciale su cui l’uomo aveva forti perplessità ma che, nonostante la sua opposizione, era stata portata avanti. La noiosa vita da pensionato dura poco perché un potente avvocato americano lo coinvolge in un’indagine su un contrabbando di sigarette contraffatte. Recatosi due volte a Bari, Martini scopre che la vicenda è molto più pericolosa del previsto: un suo confidente viene ucciso e lui stesso rischia la vita. Nonostante ciò, grazie anche al suo contributo, l’indagine viene portata a termine in maniera positiva. Trascorso un anno da quella brutta avventura, Alfredo subisce un duro colpo: Louise, la sua compagna di origini irlandesi, è rinvenuta cadavere, strangolata.
Dopo i primi momenti di sconforto, in cui pensa addirittura di farla finita, Martini si mette a indagare per conto proprio. In seguito al ritrovamento di un diario nell’abitazione di Louise, individua presto i responsabili e decide di risolvere le cose a modo suo.
L’albero delle bionde è un romanzo diviso nettamente in due parti, indipendenti l’una dall’altra, al punto che si potrebbero definire due racconti lunghi. Il protagonista è sempre lo stesso, Alfredo Martini, che in poco tempo vede sgretolarsi la propria vita lavorativa e quella privata. Delle due parti la più interessante è sicuramente la prima, che si svolge fra Milano e la Puglia e caratterizzata da un buon ritmo narrativo. La seconda, interamente ambientata nel capoluogo lombardo, ha il “difetto” che i colpevoli vengono individuati quasi subito. Il resto è costituito dal piano di vendetta ordito da Alfredo, che dovrà decidere se portarlo o meno a compimento, diventando a sua volta un assassino
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