Recensione a cura di Patrizia Seghezzi
"Solo il tempo di morire" di Paolo Roversi è il thriller edito da Marsilio e recensito oggi da ThrillerPages
Degno epilogo del precedente Milano criminale.
Roversi nel suo secondo romanzo ci catapulta direttamente negli anni che vanno dal 1972 al 1984 in una Milano violenta, pronta da conquistare. E Tarantino, Ebale e Vandelli ci provano in tutti i modi, seminando sangue e distruzione.
Una Milano preda dei tre protagonisti, dei loro scontri, della suddivisione in pezzi, della droga che arriva a camionate, di un flusso di denaro sporco inarrestabile.
E dietro, a rincorrerli, c'è Santi, il poliziotto senza pistola, splendida figura che abbiamo imparato ad amare già nel precedente libro.
Roversi ci regala uno splendido affresco di quegli anni, gli yuppies, il denaro facile, la cocaina, il lusso più sfrenato.
Tre uomini che sognano di diventare re, di possedere una città, una cosa effimera, transitoria.
E tutti finiranno male, chi in carcere, chi ucciso.
E l'Italia vive periodi terribili: Italicus, Piazza della Loggia, l'uccisione del commissario Calabresi, il rapimento e l'assassinio di Moro, i colpi sparati a Giovanni Paolo II.
Un periodo tragico, pieno di sangue e di violenza.
E Milano è lì, facile da conquistare e dominare.
Consigliatissimo.
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