domenica, novembre 11

Recensione NERO CRIMINALE di Stefano Di Marino

 Milano, oggi. Il cadavere della ventisettenne Nicoletta Betti, orribilmente torturata e bruciata viva, viene ritrovato in un capannone di periferia. Un caso come tanti? Forse. Se non fosse per il metodo di tortura e per il messaggio lasciato dall'assassino - un nome, “Baba Yaga”, vergato a bomboletta rossa su una parete.
Non ci vuole un genio per rendersi conto che non si tratta di un volgare assassinio; del gesto di un qualunque maniaco. Piuttosto di un interrogatorio condotto da qualche ex-militare est-europeo passato tra le file della malavita. Qualcuno pronto a lanciare un messaggio. Qualcuno sul punto di uccidere ancora. O almeno così la pensa Nitti; ed è per questo che, prima ancora che un secondo omicidio venga a confermare la sua teoria, il vice questore non esita a coinvolgere il professionista e la sua “batteria”, una banda di uomini (e donne...) in grado di muoversi con metodo, precisione e persino un po' di cautela, agendo al di fuori dei vincoli imposti alla legge.
Perché, a volte, i mezzi “istituzionali” non sono sufficienti a mettere a posto le cose: garanzie e procedure rischiano di rivelarsi d'impaccio, sopratutto quando c'è da farsi strada nelle zone grigie di Gangland; quegli angoli bui nei quali, come per effetto della scighera -una cortina di nebbia e smog che “scende nei polmoni e avviluppa le luci in un involucro di garza” (p. 11)-  i contorni delle cose si confondono, cancellando i confini tra criminalità e politica, ideologia e interessi personali...

Il professionista torna a calcare le strade di Gangland, una città “non enorme”, ma, come “Parigi, Hong Kong, Amsterdam e Bangkok”, un luogo pericoloso, “un crogiolo di razze, gruppi criminali di varia estrazione, manovre di politici, di ricchi, di poveracci che vorrebbero cambiare vita a qualsiasi costo” (p. 11), in Nero Criminale, romanzo nero dai toni classici, corretto, secondo l'ormai collaudata e inimitabile ricetta Di Marino, con massicce dosi d'azione e un ampio arsenale di citazioni e suggestioni cinematografiche (da Melville a Marchal passando per l'action americano e il poliziottesco) e letterarie (hard-boiled, poliziesco d'azione, romanzo d'avventura, ecc. ecc.).  

La narrazione è affidata direttamente alla voce del protagonista; ed è proprio grazie alle sue riflessioni, alle battute di dialogo e alle osservazioni, che l'impalpabile assonanza con i vecchi noir alla francese e gli hardboiled di epoca classica si fa via via più tangibile: qui come lì, l'azione ha un moto circolare, e la soluzione del “caso” (questo è un nero, non un giallo, e pertanto c'è ben poco da risolvere, dedurre; al massimo si può “agire”...), è già contenuta, in nuce, nel monologo iniziale. Ed è una soluzione che non ha niente a che vedere con i contenuti specifici dell'indagine, che è puro pretesto; la vera scoperta è sempre una ri-scoperta. La riscoperta di una triste verità metafisica: bene e male non esistono. Non in forma pura. 
Così è in Nero Criminale: tutto quel che c'è da sapere su Milano -su Gangland- il professionista lo sa già. E lo rivela da subito. In poche righe. Certo, se non fosse per le sue conoscenze nel mondo della mala e nell'ambiente degli incontri clandestini di MMA, o per la preparazione militare sua e dei membri della banda, la chiusura del cerchio sarebbe impossibile; ma i passi avanti reali in vista della soluzione del caso sono del tutto incidentali: l'unico vero prerequisito alla soluzione è la visione del mondo del Professionista - quell'occhio disilluso (eppure ancora romantico) da reduce di mille battaglie, da uno che sa come vanno le cose e ha imparato a muoversi secondo regole del tutto sue. E la verità il Professionista la conosce. Deve solo riscoprirla: il mondo è marcio. Nero.
C'è in lui una nostalgia consapevole, un residuo di romanticismo che lo porta a conformarsi a codici e modelli di comportamento fuori moda, fuori corso. Senso dell'onore e gusto per l'eroismo di ascendenza più letteraria che cinematografica (contrariamente all'autore, la cui cinefilia è ben nota, il Professionista sembra piuttosto digiuno di cinema: “Tommaso Corso non è veramente gobbo. Ha una malformazione alla spalla destra che […] accentua sotto la giacca di pelle. Imita un non so quale modello cinematografico degli anni Settanta...”, si legge infatti a p. 35.).
Ed è forse in virtù di questa distanza, di questo distacco, che il narratore può vedere le cose come stanno, raccontarcele (a dispetto dell'avvertenza  “Questo libro è opera di fantasia […] Qualsiasi analogia con persone o vicende realmente esistenti è da considerarsi puramente casuale”, che convince poco, e in nessun modo riesce a smentire la qualità della ricostruzione geografica e la precisione delle -documentatissime, o così pare- dinamiche criminali), e magari, tanto per cambiare, illudersi di poter risolvere qualcosa...

Recensione a cura di Fabrizio Fulio-Bragoni


TRAMA: Una ragazza viene ritrovata torturata e bruciata viva in un capannone alla periferia di Milano, Gangland, la città delle bande da sempre territorio delle avventure del professionista questa volta io narrante in prima persona. Il delitto non è l'opera di un maniaco ma di Baba Yaga, nome di battaglia di un pericoloso criminale. La ragazza non è una qualunque. Nicky, pornodiva delle notti milanesi, ha una brutta storia alle spalle: uno stupro simulato che ha portato al rogo di un campo nomadi sulle cui ceneri ora sorge un moderno villaggio residenziale. Ma c'è di più.

Stefano Di Marino esce in libreria oggi, lunedì 27 agosto, con un thriller per Edizioni della Sera. “Nero criminale” è secondo titolo della collana Calliphora dopo “Rock” di Danilo Arona. Di seguito alcune righe di presentazione dell’opera.

Promo. Sono straniero in questa città. Eppure mi pare uguale a cento altre dove ho camminato la notte. Le stesse luci, i locali, la gente brutta e quella che vorrebbe sembrare per bene. Ma i segreti non restano tali per sempre. C’è sempre qualcuno che riemerge dal passato con il desiderio di provocare sofferenza.
Come se questo potesse portare Giustizia. La verità è che di Giustizia ne ho vista poca. Sopraffazione, violenza, paura sì. E allora perché lottare? Non so far altro… sopravvivere è una qualità innata che si affina un esame dopo l’altro. Non si può sbagliare, ogni errore è una ferita. Ma io mi alzo sempre, non mi piango addosso, non concedo quartiere. Sino alla fine .
E la città mi rispetta per questo. Mi racconta storie terribili, di tradimenti, di illusioni. Di redenzione, a volte. Sono quelle che amo di più.

Titolo Nero criminale. I segreti di una città corrotta
Autore Di Marino Stefano
Prezzo € 13,00
Su Amazon €11,70
Dati 2012, 155 p., brossura
Curatore Carcello E.
Editore Edizioni della Sera  (collana Calliphora)


STEFANO DI MARINO (http://hotmag.me/ilprofessionista/)
Laureato in giurisprudenza, decide però di seguire la sua passione per la letteratura thriller, il noir metropolitano d'azione e l'horror.
Nel 1989 entra a far parte della redazione della rivista fantascientifica Urania. Nel 1993 inizia a lavorare come traduttore, sceneggiatore di fumetti, autore e consulente. Dal 2002 al 2007 è stato consulente sul thriller e l'avventura per la casa editrice Longanesi. Attualmente dedica tutta la sua attività alla scrittura creativa. Ha curato il volume Gli occhi dell'Hydra che nasce dalla collaborazione con scrittori e lettori del forum ufficiale dedicato ad Alan D. Altieri. Nel 2008 partecipa al volume History & Mystery della Piemme con il racconto "Il Labirinto di Lucrezia". Nel mese di marzo inizia la sua collaborazione con la collana Il Giallo Mondadori Presenta della Arnoldo Mondadori Editore con "Un uomo da abbattere", primo romanzo della trilogia "Montecristo". Attualmente svolge l'attività di scrittore, traduttore, saggista free lance. Collabora con la rivista on-line Thriller magazine, con il Blog di Segretissimo e con l'associazione Milanonera Eventi. Scrive per Writers magazine Italia, Milanonera Mag, Liberi Discrivere e Altrisogni. nella sua pagina nel social network Facebook tiene regolarmente una rubrica intitolata COLPO IN CANNA, in cui promuove e discute di autori e narrativa di genere. Svolge un'intensa attività di promozione e presentazione del suo lavoro e di quello di colleghi italiani. Tiene corsi di scrittura in vari centri culturali. È ideatore e curatore della rivista digitale ACTION realizzata da dbooks.it edizioni.
Scrive i suoi romanzi sia come Stefano (a volte Steve) Di Marino che usando vari pseudonimi:

Stephen Gunn
Xavier LeNormand
Frederick Kaman
Etienne Valmont
Jordan Wong Lee
Alex Krusemark
Gilbert Oury.

Ha una voce nel DizioNoir, il dizionario della letteratura thriller, noir e spy story edito dalla Delos Book nel 2006 (ISBN 8889096497).
È stato maestro di Thai boxe, Kickboxing, Savate e Taiji. Alla passione per le arti marziali ha dedicato anche vari saggi e manuali.

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