Ciao Ferdinando, grazie per averci concesso questa intervista per i nostri amici curiosi di Thrillerpage. Come prima domanda, volevo chiederti da dove è nata la tua voglia di scrivere.
Più che voglia, direi esigenza. Mi piace scrivere, ma soprattutto leggere. Probabilmente non è così per tutti, ma per me il passo da lettore a scrittore è stato naturale…e adesso le due cose sono complementari. Si alimentano l’una dell’altra. Leggo un po’ di tutto e scrivo quando mi accorgo d’avere in testa qualcosa che (a mio giudizio) valga la pena raccontare.
Nero Imperfetto è il romanzo che hai scritto per Edizioni Clandestine uscito nel 2011, quali altri romanzi hai pubblicato prima di questo?
L’esordio risale al 2003 con la raccolta di racconti “Piccole storie di nessuno”, seguita dal romanzo “No way out” (2004). Poi sono tornato ai racconti con “Vanishing Point” nel 2005 e l’anno successivo è stata la volta di un nuovo romanzo, “Euthanasia”.
Quando ho iniziato a leggere il tuo libro, come ti ho sempre detto, ho fatto fatica a prendere il ritmo a causa del modo di scrivere molto particolare che hai adottato, ma dopo una ventina di pagine anche un profano come me riesce a prendere il ritmo e proseguire la lettura con una sorte anche. Di divertimento. Vuoi spiegarmi questo genere di scrittura? L'hai appresa leggendo o per uno studio particolare che hai fatto?
E’ una scrittura che si basa principalmente sulla scelta delle parole e sul ritmo della frase. Per raggiungere il mio obiettivo mi affido a periodi corti, sintassi non costretta da regole ferree e soprattutto alla punteggiatura. Il tutto per abbassare e alzare i toni, scivolare sulle parole o sbattergli contro. Per far si che l’attenzione del lettore si focalizzi su una frase piuttosto che un’altra. Voglio movimento e imprevedibilità. Preferisco tuffarmi nelle onde piuttosto che in un mare calmo e piatto. Tutto ciò non nasce da alcun studio particolare, ma da un’esigenza personale. Poi, ovviamente, la lettura di scrittori che hanno fatto della sperimentazione e dell’innovazione il loro credo mi ha sicuramente aiutato parecchio.
“Piccole storie di nessuno” è il titolo della tua prima pubblicazione, ho sentito voci di corridoio che vogliono produrre una ristampa?
La pubblicazione di una nuova edizione è prevista per Giugno 2012, una bella soddisfazione se si pensa che non è facile pubblicare e vendere racconti in Italia.
Il protagonista di Nero Imperfetto, Fabio, è un tipo al quanto noir, è proprio nero nell'anima, dove e quando ha cominciato a prendere vita?
E’ nato nel momento in cui l’idea del libro ha cominciato a prendere forma. Perdenti, vittime e personaggi “interrotti” sono i miei preferiti. Non mi piacciono le storie popolate da vincenti. Gli eroi non fanno per me e i supereroi non esistono…Hulk è solo uno che ha assunto troppi steroidi anabolizzanti e per diventare Batman è sufficiente essere miliardari, comprare una tuta e un mantello da pipistrello e intrecciare una relazione vagamente omosessuale con un giovane di nome Robin. I vincenti guardano il mondo dall’altro e io preferisco osservarlo dal basso, dove le “cose” accadono realmente.
Il libro come un noir che si rispetti è basato sul pessimismo, tant'è che l'ultima frase della quarta di copertina, c'è scritto: "Perché la vita è una merda. Poi si muore". Tu che rapporto hai con la vita?
Ci rispettiamo, anche se diffidenti l’uno dell’altra. Sono curioso, pessimista e mi piacciono i salmoni. Perché per loro è sempre e solo questione d’istinto. Anche quando risalgono la corrente pur conoscendo in anticipo il loro destino. Mi piacerebbe sapere qualcosa di più della morte, ma per conoscerla dovrei frequentarla con assiduità e meno diffidenza, imparare dagli animali che quando la incontrano invece di fuggire la divorano.
Nero Imperfetto?
Nero come noir, imperfetto perché scritto a modo mio. Con il mio stile e la mia voglia di raccontare qualcosa di diverso. Ma anche. Nero come il colore che preferisco e imperfetto perché non ci sono certezze in questo romanzo. Tutti i protagonisti hanno peccati da scontare e maschere dietro le quali nascondersi. Nessuno è davvero innocente e tutti sono a loro modo imperfetti. Aggiungo…per fortuna, perché la perfezione annoia. E’ banale nella sua prevedibilità.
Ti ho conosciuto per caso sulla nostra pagina Facebook di Thriller, dico per caso perché non hai mai fatto cenno ai tuoi libri nemmeno una volta, cosa che ho gradito parecchio, cosa ne pensi degli scrittori che si fanno in quattro per essere notati spiattellando il loro libro ovunque?
Non giudico, perché ognuno è libero di gestirsi come meglio crede. Io penso a scrivere, poi passo la palla alla casa editrice e all’ufficio stampa. Non mi nascondo, ma nemmeno cerco di intrufolarmi dentro il cono di luce che illumina il palcoscenico. Non credo che imporre la propria presenza, mostrarsi ovunque sia il metodo giusto per rivolgersi ai lettori…è una forma di rispetto nei confronti di chi legge. E della scrittura in generale.
Non credi che gli scrittori dovrebbero scrivere prima di tutto per passione? Senza magari pensare tanto alle vendite?
La scrittura per me è una fantastica passione/ossessione. Scrivo quello che mi piacerebbe leggere. Se pensassi alle vendite…forse scriverei diversamente, probabilmente affronterei anche tematiche diverse, ma mi divertirei sicuramente meno.
So che il tuo mondo è fatto di letteratura, oltre a scrivere leggi anche uno sproposito di libri, che genere prediligi?
Nessun genere in particolare, leggo di tutto e senza pregiudizi. Ovviamente ci sono autori che prediligo e compro a scatola chiusa come B.E.Ellis, Jay McInerney e Palahniuk. Però se penso a due scrittori da consigliare mi vengono in mente Nabokov e Carver.
So anche che leggi molta poesia, genere a me lontano anni luce, cosa mi consigli di leggere magari per entrare un po' in questo mondo?
Bukowski, nonostante la sua precisazione “…non vi venga l’idea che io sia un poeta”. Sono poesie di stampo narrativo, da leggere come un racconto o una canzone. Poi, Ferlinghetti e il suo stile asciutto e molto ritmato che va dritto al cuore…e molti altri ancora, ma non posso dimenticare Anne Sexton per il modo decisamente personale di usare le parole e il loro significato.
Cosa stai preparando per noi? Mi raccomando non ti metto fretta, ma muoviti!
Al momento sto lavorando a un nuovo romanzo, più vicino a Euthanasia che a Nero imperfetto. Una storia per palati forti, dedicata a chi non cerca storie rassicuranti e consolatorie.
Più che voglia, direi esigenza. Mi piace scrivere, ma soprattutto leggere. Probabilmente non è così per tutti, ma per me il passo da lettore a scrittore è stato naturale…e adesso le due cose sono complementari. Si alimentano l’una dell’altra. Leggo un po’ di tutto e scrivo quando mi accorgo d’avere in testa qualcosa che (a mio giudizio) valga la pena raccontare.
Nero Imperfetto è il romanzo che hai scritto per Edizioni Clandestine uscito nel 2011, quali altri romanzi hai pubblicato prima di questo?
L’esordio risale al 2003 con la raccolta di racconti “Piccole storie di nessuno”, seguita dal romanzo “No way out” (2004). Poi sono tornato ai racconti con “Vanishing Point” nel 2005 e l’anno successivo è stata la volta di un nuovo romanzo, “Euthanasia”.
Quando ho iniziato a leggere il tuo libro, come ti ho sempre detto, ho fatto fatica a prendere il ritmo a causa del modo di scrivere molto particolare che hai adottato, ma dopo una ventina di pagine anche un profano come me riesce a prendere il ritmo e proseguire la lettura con una sorte anche. Di divertimento. Vuoi spiegarmi questo genere di scrittura? L'hai appresa leggendo o per uno studio particolare che hai fatto?
E’ una scrittura che si basa principalmente sulla scelta delle parole e sul ritmo della frase. Per raggiungere il mio obiettivo mi affido a periodi corti, sintassi non costretta da regole ferree e soprattutto alla punteggiatura. Il tutto per abbassare e alzare i toni, scivolare sulle parole o sbattergli contro. Per far si che l’attenzione del lettore si focalizzi su una frase piuttosto che un’altra. Voglio movimento e imprevedibilità. Preferisco tuffarmi nelle onde piuttosto che in un mare calmo e piatto. Tutto ciò non nasce da alcun studio particolare, ma da un’esigenza personale. Poi, ovviamente, la lettura di scrittori che hanno fatto della sperimentazione e dell’innovazione il loro credo mi ha sicuramente aiutato parecchio.
“Piccole storie di nessuno” è il titolo della tua prima pubblicazione, ho sentito voci di corridoio che vogliono produrre una ristampa?
La pubblicazione di una nuova edizione è prevista per Giugno 2012, una bella soddisfazione se si pensa che non è facile pubblicare e vendere racconti in Italia.
Il protagonista di Nero Imperfetto, Fabio, è un tipo al quanto noir, è proprio nero nell'anima, dove e quando ha cominciato a prendere vita?
E’ nato nel momento in cui l’idea del libro ha cominciato a prendere forma. Perdenti, vittime e personaggi “interrotti” sono i miei preferiti. Non mi piacciono le storie popolate da vincenti. Gli eroi non fanno per me e i supereroi non esistono…Hulk è solo uno che ha assunto troppi steroidi anabolizzanti e per diventare Batman è sufficiente essere miliardari, comprare una tuta e un mantello da pipistrello e intrecciare una relazione vagamente omosessuale con un giovane di nome Robin. I vincenti guardano il mondo dall’altro e io preferisco osservarlo dal basso, dove le “cose” accadono realmente.
Il libro come un noir che si rispetti è basato sul pessimismo, tant'è che l'ultima frase della quarta di copertina, c'è scritto: "Perché la vita è una merda. Poi si muore". Tu che rapporto hai con la vita?
Ci rispettiamo, anche se diffidenti l’uno dell’altra. Sono curioso, pessimista e mi piacciono i salmoni. Perché per loro è sempre e solo questione d’istinto. Anche quando risalgono la corrente pur conoscendo in anticipo il loro destino. Mi piacerebbe sapere qualcosa di più della morte, ma per conoscerla dovrei frequentarla con assiduità e meno diffidenza, imparare dagli animali che quando la incontrano invece di fuggire la divorano.
Nero Imperfetto?
Nero come noir, imperfetto perché scritto a modo mio. Con il mio stile e la mia voglia di raccontare qualcosa di diverso. Ma anche. Nero come il colore che preferisco e imperfetto perché non ci sono certezze in questo romanzo. Tutti i protagonisti hanno peccati da scontare e maschere dietro le quali nascondersi. Nessuno è davvero innocente e tutti sono a loro modo imperfetti. Aggiungo…per fortuna, perché la perfezione annoia. E’ banale nella sua prevedibilità.
Ti ho conosciuto per caso sulla nostra pagina Facebook di Thriller, dico per caso perché non hai mai fatto cenno ai tuoi libri nemmeno una volta, cosa che ho gradito parecchio, cosa ne pensi degli scrittori che si fanno in quattro per essere notati spiattellando il loro libro ovunque?
Non giudico, perché ognuno è libero di gestirsi come meglio crede. Io penso a scrivere, poi passo la palla alla casa editrice e all’ufficio stampa. Non mi nascondo, ma nemmeno cerco di intrufolarmi dentro il cono di luce che illumina il palcoscenico. Non credo che imporre la propria presenza, mostrarsi ovunque sia il metodo giusto per rivolgersi ai lettori…è una forma di rispetto nei confronti di chi legge. E della scrittura in generale.
Non credi che gli scrittori dovrebbero scrivere prima di tutto per passione? Senza magari pensare tanto alle vendite?
La scrittura per me è una fantastica passione/ossessione. Scrivo quello che mi piacerebbe leggere. Se pensassi alle vendite…forse scriverei diversamente, probabilmente affronterei anche tematiche diverse, ma mi divertirei sicuramente meno.
So che il tuo mondo è fatto di letteratura, oltre a scrivere leggi anche uno sproposito di libri, che genere prediligi?
Nessun genere in particolare, leggo di tutto e senza pregiudizi. Ovviamente ci sono autori che prediligo e compro a scatola chiusa come B.E.Ellis, Jay McInerney e Palahniuk. Però se penso a due scrittori da consigliare mi vengono in mente Nabokov e Carver.
So anche che leggi molta poesia, genere a me lontano anni luce, cosa mi consigli di leggere magari per entrare un po' in questo mondo?
Bukowski, nonostante la sua precisazione “…non vi venga l’idea che io sia un poeta”. Sono poesie di stampo narrativo, da leggere come un racconto o una canzone. Poi, Ferlinghetti e il suo stile asciutto e molto ritmato che va dritto al cuore…e molti altri ancora, ma non posso dimenticare Anne Sexton per il modo decisamente personale di usare le parole e il loro significato.
Cosa stai preparando per noi? Mi raccomando non ti metto fretta, ma muoviti!
Al momento sto lavorando a un nuovo romanzo, più vicino a Euthanasia che a Nero imperfetto. Una storia per palati forti, dedicata a chi non cerca storie rassicuranti e consolatorie.
Grazie per l’ospitalità e continuate così.
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bel pezzo! ;)
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