Dati 2006, 161 p.
Editore Clandestine
TRAMA: Ambienti adulti di luci artificiali... Ragazze pallide con occhi troppo truccati, vestite da suore con croci sul seno e lunghe zip posteriori, fanno ruotare sopra la testa frustini da cavallo. È un gioco folle e perverso... Lei lo sa. Di essere. Speciale. "...Cosa faresti per me? Potresti morire? O uccidere..." Per spegnere di piacere il dolore... Ho imparato ad apprezzare. Il pericolo. A gustare. Il sapore rosso, intenso, della trasgressione. L'orgasmo mentale. Violento. Un'esplosione. Vedere se le ferite inflitte alla carne possono davvero guarire quelle che segnano la mente e il cuore... Si può convivere con il dolore, con la perdita, ma quando non sei tu a decidere non c'è nulla di eccitante nella sofferenza.
Recensione a cura di Cristina Aicardi:
Recensione a cura di Cristina Aicardi:
Come si può cancellare il dolore dell'anima, quello che ti lacera dentro e ti imprigiona in una spirale perversa? C'è un rimedio? Può un dolore diverso sovrastarlo e lenirlo?Due dolori diversi si annullano o uno alla fine non fa che peggiorare l'altro? Questo sembra essere il problema di fondo di questo libro, che esplora le perversioni del sadomasochismo, un sesso malato che non cura..anzi. Non pensiate sia un libro sul sesso, è un libro che parla del dolore e la sofferenza fisica è vista come un tentativo di soffocare le ferite dell'anima.Non mancano però alcune battute ironiche che strappano un sorriso.La narrazione in seconda persona risulta particolarmente coinvolgente e ho trovato fosse più consona a questo lbro rispetto a " Nero imperfetto" dello stesso autore. Anche la punteggiatura è particolare, ma non così ardita come in Nero imperfetto" dove addirittura lo stile narrativo sovrasta la trama, distraendo troppo l'attenzione. La scrittura deve essere funzionale alla trama, non soffocarla.Un libro che colpisce , coinvolge e fa riflettere.Voto Thrillerpage:
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Seconda lettura dei romanzi di F.Pastori, letto precedentemente Nero Imperfetto. Parto dalla scrittura, già qui innovativa nel suo spezzettarsi, con un rigore quasi cinematografico, periodi e punteggiatura forzati, mettono a dura prova il lettore, accattivandolo, per chi apprezza, per sempre. L'uso della seconda persona rende la narrazione emotivamente accattivante. Romanzo difficile da collocare nell'ambito di un genere, forse un noir erotico? Forse. Una sequenza a tinte forti, immagini dove la trama non esiste, ci si accorge che nemmeno interessa. Ogni capitolo è quasi una storia a sè, che solo un filo sottile di disperate rivelazioni concatena. Alissa, simbolo di eccessi lei stessa, trascina Fabrizio, il protagonista, nel buio perverso dell'Euthanasia, locale dove l'estremo è la regola. Raccontano, in dolorosa simbiosi, un amore, dove piacere e dolore sono facce della stessa moneta: un crudele parossismo. Mai il piacere sovrasta il dolore e viceversa, vittima e carnefice vestono lo stesso disilluso abito. Alissa cacciatrice, Fabrizio la preda? Due anime sfibrate che fuggono dall'astrattismo vuoto del giorno per schiantarsi nel buio rosso di notti deliranti.
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