Recensione a cura di Massimo Minimo
Che piacere ritrovare l’ispettore Sarti, l’agente Cantoni e la volante 28, l’anarchico Rosas, la Biondina ed altri personaggi familiari. Questa volta il tutto parte con il furto dell’auto di un uomo molto in vista a Bologna. Il capo Raimondi, èverocomesidice, incarica del caso proprio Sarti, che rintraccia la vettura rubata da una sua vecchia conoscenza, Marcella Carlotti detta Rasputin. L’auto, però, contiene una brutta sorpresa: il cadavere di una ragazza assassinata. Come se non bastasse, l’uomo importante denuncia anche il furto di un quadro particolare, “La scimmia che ride” e vuole che sia lo stesso Sarti a ritrovarglielo. Il nostro ispettore si trova così coinvolto in un intrigo internazionale, legato ad un vecchio testamento, che lo porterà fra le macerie di una città, L’Aquila, ancora profondamente segnata dal terremoto.
Quello di Sarti è ormai un personaggio entrato di diritto nella storia del giallo italiano. Sempre alle prese con la fastidiosa colite che lo tormenta ma che mai gli farebbe rinunciare al suo vero amore, il caffé, Sarti è un poliziotto, meglio un questurino, molto sui generis. Un vero e proprio servitore dello Stato, ligio al dovere, capace, però, di chiudere un occhio quando la sua personale morale lo ritiene opportuno. Sarti non fa mistero di odiare i potenti ed i prepotenti e non esita ad inimicarseli, mettendo a rischio la carriera e, spesso, la sua stessa vita. Immancabili ed imperdibili i dialoghi immaginari con l’autore, vera e propria coscienza del nostro eroe.
Che piacere ritrovare l’ispettore Sarti, l’agente Cantoni e la volante 28, l’anarchico Rosas, la Biondina ed altri personaggi familiari. Questa volta il tutto parte con il furto dell’auto di un uomo molto in vista a Bologna. Il capo Raimondi, èverocomesidice, incarica del caso proprio Sarti, che rintraccia la vettura rubata da una sua vecchia conoscenza, Marcella Carlotti detta Rasputin. L’auto, però, contiene una brutta sorpresa: il cadavere di una ragazza assassinata. Come se non bastasse, l’uomo importante denuncia anche il furto di un quadro particolare, “La scimmia che ride” e vuole che sia lo stesso Sarti a ritrovarglielo. Il nostro ispettore si trova così coinvolto in un intrigo internazionale, legato ad un vecchio testamento, che lo porterà fra le macerie di una città, L’Aquila, ancora profondamente segnata dal terremoto.
Quello di Sarti è ormai un personaggio entrato di diritto nella storia del giallo italiano. Sempre alle prese con la fastidiosa colite che lo tormenta ma che mai gli farebbe rinunciare al suo vero amore, il caffé, Sarti è un poliziotto, meglio un questurino, molto sui generis. Un vero e proprio servitore dello Stato, ligio al dovere, capace, però, di chiudere un occhio quando la sua personale morale lo ritiene opportuno. Sarti non fa mistero di odiare i potenti ed i prepotenti e non esita ad inimicarseli, mettendo a rischio la carriera e, spesso, la sua stessa vita. Immancabili ed imperdibili i dialoghi immaginari con l’autore, vera e propria coscienza del nostro eroe.
Questa volta è proprio lei, però, ad aiutarlo a ritrovare la macchina, perché dopo averla rubata per compiere l'ennesimo furto di opere d'arte, si accorge che nel bagagliaio sono stati nascosti un cadavere e un ingente quantitativo di armi, del tipo utilizzato durante la Seconda Guerra Mondiale.
Titolo L'ironia della scimmia
Autore Loriano Macchiavelli
Prezzo di copertina € 18,50
Su Amazon €--
Dati 2012, --- p.,
Editore Mondadori
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