Recensione a cura di Edoardo Todaro
“Titoli di coda” di Petros Markaris è il thriller edito da Bompiani Editore e recensito da ThrillerPages.
Con Titoli di coda entriamo nel nuovo viaggio di Markaris attraverso i meccanismi della crisi in Grecia, anzi per essere precisi dobbiamo dire che ci troviamo di fronte al 4° caso che il commissario Charitos, incaricato da Markaris, indaga su quanto accade nel clima della crisi economica che investe il paese ellenico. Un romanzo, come del resto i precedenti, che ci da la possibilità di capire la società ellenica e di come si rapporta di fronte agli effetti collaterali della crisi. Pare, ma non è detto, che questo sia l'ultimo romanzo dedicato alla serie “Charitos / crisi“. Ma visto che le difficoltà della Grecia continueranno, non è detto, visto che, tra l'altro, i romanzi previsti da Markaris dedicati all'argomento dovevano essere 3... ed invece siamo arrivati al quarto. Comunque, anche in questo caso Markaris rende del tutto evidente come il romanzo poliziesco rappresenti al meglio la possibilità di parlare della società, in questo caso greca. Ci troviamo di fronte, anche, ai conti non fatti nei confronti nei confronti di una guerra civile che sconvolse il paese, nel 45/49, non solo con i circa 80000 morti, ma soprattutto con la profonda e devastante divisione tra la popolazione, divisione che di fatto è ancora all'ordine del giorno, visto che solo a fine anni '80 i governi che si sono succeduti in Grecia hanno messo mano a provvedimenti legislativi nel tentativo di porre una pacificazione che potesse mettere la parola fine ad una divisione, sotterranea certo ma in realtà più evidente di quanto si possa vedere. Tutti gli elementi che caratterizzano la realtà, odierna, della Grecia si ritrovano in questo romanzo, quasi che le ricette che ci vengono descritte diventino l'aspetto principale. Ci troviamo di fronte ad una perfetta Melitzanosalata in cui tutti gli ingredienti sono amalgamati alla perfezione. Non solo, si potrebbe definire il romanzo della serie “cerchiamo di essere ottimisti....potrebbe sempre peggiorare....” visto l'uso di una forma di umorismo come espressione, perchè no, geniale della disperazione in cui si riscontra un bilico molto labile tra il pessimismo e l'ottimismo che da forma ad una sorta di “pessottimismo “. Ma come si evince benissimo nel leggere il libro, non ci troviamo di fronte agli effetti collaterali di una crisi prettamente finanziaria ed economica, quelli che sono saltati sono tutti, nessuno escluso, i meccanismi politici, sociali e culturali. Per concludere e per far capire quanto detto, no è male citare la frase di riferimento del libro: “ ....tornate indietro e ricominciate daccapo.
Ma stavolta fate le cose per bene!”
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