Diamo il benvenuto a Gianni Simoni, autore della serie che ha per protagonisti l'ex giudice Petri ed il commissario Miceli. Nel suo ultimo romanzo si è invece dedicato alla creazione di un nuovo, affascinante personaggio, l'ispettore Lucchesi. Ma ora lasciamo la parola e la prima domanda a Massimo Minimo. se volete, cliccando play sul video di you tube qui alla vostra destra, sarete accompagnati dalle note della Brahms Symphony No.3, pezzo musicale scelto da Simoni per questa intervista. Buona lettura.
- Il Suo ultimo romanzo, “Piazza San Sepolcro”, vede l’esordio di un nuovo personaggio, l’ispettore Andrea Lucchesi. Ci racconta come è nato?
- Andrea Lucchesi non è nato per caso. Potrei dire che da molto tempo covava sotto la cenere e non chiedeva che di venire alla luce, forse perché in lui vi sono alcuni tratti che nel profondo mi appartengono, più probabilmente perché ho sentito l'esigenza di
assumere una posizione chiara in una società in cui continuano a permanere, a volte in modo inconscio o strisciante, spesso in modo esplicito, forme di razzismo nei confronti di qualsiasi "diversità".
- Lucchesi ha un pessimo carattere, che gli è costato procedimenti disciplinari, sanzioni, trasferimenti ed altro. Da dove deriva tanta rabbia?
- La "rabbia" di Lucchesi deriva proprio dalla sua "diversità", che non è limitata al colore della pelle.
- Lucchesi è un ottimo poliziotto, con un forte senso della giustizia. Ma una giustizia tutta sua, che in certi casi può “assolvere” il colpevole. In questo l’ho trovato abbastanza simile alle figure di Petri e Miceli. C’è qualche altro tratto in comune con loro?
- Lucchesi, a volte, ha una propria idea della giustizia, che si differenzia da quella che
può avere il vecchio commissario Miceli o l'ex giudice Petri. Il tratto che hanno in comune è quello della "pietas" nei confronti del prossimo con cui vengono a contatto
(vittime o carnefici che siano) e, soprattutto, quello di essere tutte persone per bene, che rispettano il proprio lavoro e, conseguenzialmente, gli altri.
- Il personaggio di Petri appare molto autobiografico. Quanto, invece, c’è di Suo in Lucchesi?
- Petri è smaccatamente autobiografico. Per comprendere quanto c'è di mio in Lucchesi consiglio di leggere la postfazione di "Piazza San Sepolcro".
- Condivide con l’ispettore la passione per la pittura e l’arte in generale?
- Sicuramente e non solo per l'arte in generale, ma anche per la letteratura (non
poliziesca...).
- Com’è organizzata la Sua giornata quando scrive?
-La mia giornata lavorativa inizia con un'uscita molto mattutina per il caffè e l'acquisto
dei giornali. Poi mi metto a tavolino fino alle quattordici. Pranzo e pennichella pomeridiana. Nel secondo pomeriggio scrivo raramente, privilegiando invece la lettura.
- Durante la Sua carriera di magistrato si è occupato di criminalità organizzata, eversione e terrorismo. Ha mai pensato di scrivere un romanzo su questi temi?
- Se dovessi scrivere di eversione, terrorismo e grande criminalità opterei per il saggio
(tra un poliziesco e l'altro uno l'ho scritto: "Il caffè di Sindona", edito da Garzanti). Se
proprio dovessi scegliere la forma del romanzo chiederei a De Cataldo di poter usare
un suo titolo: Romanzo criminale, che dividerei in due parti. Parte prima e parte seconda (prima e seconda Repubblica e ci sarebbe indubbiamente un seguito).
- Domanda di attualità “editoriale”: cosa ne pensa del fenomeno degli EBOOK e della loro diffusione sempre più ampia?
- Sono il futuro, anche se io, forse perché ormai ho i capelli bianchi, non saprei rinunciare alla carta stampata.
- I Suoi affezionati lettori troveranno in libreria prima una nuova avventura della coppia Petri-Miceli o il secondo episodio dedicato all’ispettore Lucchesi?
- In autunno e nella prossima primavera il mio editore ha previsto due uscite: "Il ferro da stiro" (accopiata Petri-Miceli) e "Il filosofo di via del Bollo" (Lucchesi). L'ordine di uscita verrà deciso però entro giugno.
Da ultimo, ci indica un brano musicale con cui accompagnare la lettura di questa intervista?
-Il terzo tempo della terza sinfonia di Brahms.
Libri di Gianni Simoni recensiti su Thrillerpage:
PIAZZA SAN SEPOLCRO
PESCA CON LA MOSCA
LO SPECCHIO DEL BARBIERE
LA MORTE AL CANCELLO
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Fonte: Thrillerpages.blogspot.com
- Il Suo ultimo romanzo, “Piazza San Sepolcro”, vede l’esordio di un nuovo personaggio, l’ispettore Andrea Lucchesi. Ci racconta come è nato?
- Andrea Lucchesi non è nato per caso. Potrei dire che da molto tempo covava sotto la cenere e non chiedeva che di venire alla luce, forse perché in lui vi sono alcuni tratti che nel profondo mi appartengono, più probabilmente perché ho sentito l'esigenza di
assumere una posizione chiara in una società in cui continuano a permanere, a volte in modo inconscio o strisciante, spesso in modo esplicito, forme di razzismo nei confronti di qualsiasi "diversità".
- Lucchesi ha un pessimo carattere, che gli è costato procedimenti disciplinari, sanzioni, trasferimenti ed altro. Da dove deriva tanta rabbia?
- La "rabbia" di Lucchesi deriva proprio dalla sua "diversità", che non è limitata al colore della pelle.
- Lucchesi è un ottimo poliziotto, con un forte senso della giustizia. Ma una giustizia tutta sua, che in certi casi può “assolvere” il colpevole. In questo l’ho trovato abbastanza simile alle figure di Petri e Miceli. C’è qualche altro tratto in comune con loro?
- Lucchesi, a volte, ha una propria idea della giustizia, che si differenzia da quella che
può avere il vecchio commissario Miceli o l'ex giudice Petri. Il tratto che hanno in comune è quello della "pietas" nei confronti del prossimo con cui vengono a contatto
(vittime o carnefici che siano) e, soprattutto, quello di essere tutte persone per bene, che rispettano il proprio lavoro e, conseguenzialmente, gli altri.
- Il personaggio di Petri appare molto autobiografico. Quanto, invece, c’è di Suo in Lucchesi?
- Petri è smaccatamente autobiografico. Per comprendere quanto c'è di mio in Lucchesi consiglio di leggere la postfazione di "Piazza San Sepolcro".
- Condivide con l’ispettore la passione per la pittura e l’arte in generale?
- Sicuramente e non solo per l'arte in generale, ma anche per la letteratura (non
poliziesca...).
- Com’è organizzata la Sua giornata quando scrive?
-La mia giornata lavorativa inizia con un'uscita molto mattutina per il caffè e l'acquisto
dei giornali. Poi mi metto a tavolino fino alle quattordici. Pranzo e pennichella pomeridiana. Nel secondo pomeriggio scrivo raramente, privilegiando invece la lettura.
- Durante la Sua carriera di magistrato si è occupato di criminalità organizzata, eversione e terrorismo. Ha mai pensato di scrivere un romanzo su questi temi?
- Se dovessi scrivere di eversione, terrorismo e grande criminalità opterei per il saggio
(tra un poliziesco e l'altro uno l'ho scritto: "Il caffè di Sindona", edito da Garzanti). Se
proprio dovessi scegliere la forma del romanzo chiederei a De Cataldo di poter usare
un suo titolo: Romanzo criminale, che dividerei in due parti. Parte prima e parte seconda (prima e seconda Repubblica e ci sarebbe indubbiamente un seguito).
- Domanda di attualità “editoriale”: cosa ne pensa del fenomeno degli EBOOK e della loro diffusione sempre più ampia?
- Sono il futuro, anche se io, forse perché ormai ho i capelli bianchi, non saprei rinunciare alla carta stampata.
- I Suoi affezionati lettori troveranno in libreria prima una nuova avventura della coppia Petri-Miceli o il secondo episodio dedicato all’ispettore Lucchesi?
- In autunno e nella prossima primavera il mio editore ha previsto due uscite: "Il ferro da stiro" (accopiata Petri-Miceli) e "Il filosofo di via del Bollo" (Lucchesi). L'ordine di uscita verrà deciso però entro giugno.
Da ultimo, ci indica un brano musicale con cui accompagnare la lettura di questa intervista?
-Il terzo tempo della terza sinfonia di Brahms.
Libri di Gianni Simoni recensiti su Thrillerpage:
PIAZZA SAN SEPOLCRO
PESCA CON LA MOSCA
LO SPECCHIO DEL BARBIERE
LA MORTE AL CANCELLO
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Fonte: Thrillerpages.blogspot.com
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