Recensione a cura di Massimo Minimo:
Inizio con il darvi un avvertimento: è difficile staccarsi dalle pagine di questo libro. Quando lo poserete per dedicarvi ad altro, non vedrete l’ora di tornare a tuffarvi nell’America di fine anni ‘50-inizio anni ‘60. Così almeno è successo a me ed ora che l’ho terminato mi spiace abbandonare Jack Epping (alias George Amberson) e la sua storia. La trama non deve ingannare: il tentativo di salvare JFK è solo il pretesto, seppur nobile, per dipingere un magnifico affresco degli Stati Uniti di quel periodo. Un periodo in cui, fra le altre cose, il razzismo è ancora ben radicato e le donne maltrattate dai mariti se la sono “cercata”. Il protagonista, Jack Epping appunto, viene a conoscenza della cosiddetta “buca del coniglio”, un passaggio temporale posto sul retro di una tavola calda. Il suo scopo principale è impedire l’attentato a Kennedy e le nefaste conseguenze che ne sono derivate, in primis la guerra in Vietnam. Jack compie alcuni “viaggi” di prova per poi tornare nel presente e scoprire che sono trascorsi appena due minuti. Presa coscienza di tutte le difficoltà che lo attendono, attraversa nuovamente il passaggio che lo porta al 1958 e si lancia nella sua missione. Il passato, però, non vuole farsi cambiare e Jack lo sperimenta sulla propria pelle. Più volte è tentato di tornare nel 2011 e deve stare attento a non tradirsi, cosa a cui va spesso vicino, usando modi di dire e cantando canzoni che vengono dal futuro. Quando conosce una donna speciale, pensa addirittura di restare lì con lei e rinunciare al suo progetto, ma ormai gli eventi si sono messi in moto ed il 22 novembre del 1963 è alle porte.
Non sono un fan di King, o meglio ho letto ed apprezzato solo i suoi libri meno “orrorifici”, quindi non so se questo sia il suo romanzo migliore; di sicuro è un capolavoro. Diverte, spaventa, a tratti commuove, invita a riflettere ed il ritmo si fa tanto più incalzante quanto più la data fatidica si avvicina. Il finale farà forse storcere il naso a qualcuno ma io l’ho trovato pura poesia.
Non mi resta che augurarvi una buona lettura e ricordatevi che, in fondo, “la vita è un lancio di monetina”.
Inizio con il darvi un avvertimento: è difficile staccarsi dalle pagine di questo libro. Quando lo poserete per dedicarvi ad altro, non vedrete l’ora di tornare a tuffarvi nell’America di fine anni ‘50-inizio anni ‘60. Così almeno è successo a me ed ora che l’ho terminato mi spiace abbandonare Jack Epping (alias George Amberson) e la sua storia. La trama non deve ingannare: il tentativo di salvare JFK è solo il pretesto, seppur nobile, per dipingere un magnifico affresco degli Stati Uniti di quel periodo. Un periodo in cui, fra le altre cose, il razzismo è ancora ben radicato e le donne maltrattate dai mariti se la sono “cercata”. Il protagonista, Jack Epping appunto, viene a conoscenza della cosiddetta “buca del coniglio”, un passaggio temporale posto sul retro di una tavola calda. Il suo scopo principale è impedire l’attentato a Kennedy e le nefaste conseguenze che ne sono derivate, in primis la guerra in Vietnam. Jack compie alcuni “viaggi” di prova per poi tornare nel presente e scoprire che sono trascorsi appena due minuti. Presa coscienza di tutte le difficoltà che lo attendono, attraversa nuovamente il passaggio che lo porta al 1958 e si lancia nella sua missione. Il passato, però, non vuole farsi cambiare e Jack lo sperimenta sulla propria pelle. Più volte è tentato di tornare nel 2011 e deve stare attento a non tradirsi, cosa a cui va spesso vicino, usando modi di dire e cantando canzoni che vengono dal futuro. Quando conosce una donna speciale, pensa addirittura di restare lì con lei e rinunciare al suo progetto, ma ormai gli eventi si sono messi in moto ed il 22 novembre del 1963 è alle porte.
Non sono un fan di King, o meglio ho letto ed apprezzato solo i suoi libri meno “orrorifici”, quindi non so se questo sia il suo romanzo migliore; di sicuro è un capolavoro. Diverte, spaventa, a tratti commuove, invita a riflettere ed il ritmo si fa tanto più incalzante quanto più la data fatidica si avvicina. Il finale farà forse storcere il naso a qualcuno ma io l’ho trovato pura poesia.
Non mi resta che augurarvi una buona lettura e ricordatevi che, in fondo, “la vita è un lancio di monetina”.
Titolo 22/11/63
Autore Stephen King
Prezzo di copertina € 23,90
Dati 2011
Editore SperlingKupfer
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King si muove su un terreno già esplorato da Ellroy. Aspetto con ansia di mettere a confronto le due penne che più hanno influenzato la mia formazione.
Sam Stoner
Ho già letto Ellroy e all'inizio, visto la mia ignoranza sul periodo storico non è stato facile. Ora non vedo l'ora di buttarmi su King, che già è uno dei miei scrittori preferiti. Avevo intenzione di tentare la strada della versione originale con il Kindle, ma se è così bello credo opterò per quella tradizionale.
finito 22/11/1963 di King... mah... Troppo lungo: avvincente l'inizio, ma la parte centrale è inutile ed interminabile. La sorte dei protagonisti è prevedibile come un film di serie b e l'esercizio di ucronia nel finale è grossolano e piuttosto maldestro... Tre stelline per la leggibilità, due per l'intreccio.
Un King insolito, meno crudo, un romanzo che contiene un'infinità di sfaccettature, i temi trattati sono molteplici: riflessioni sulla storia, su fatti avvenuti realmente, dettagli di un passato che ancora ci gratta la schiena, dal razzismo alla totale chiusura verso il genere femminile, un tema molto caro allo zio Steve che nei suoi libri ha spesso tessuto trame forti parlando di donne maltrattate, storie reali, la fantasia del nostro beniamino non sta in questo, il dramma è che l'ispirazione viene da vita vissuta. Lui chiude l'orrore in un libro e ci consegna il pacco così.
"La chiave era appesa a un pala di legno con scritto: UOMINI. Sull'altra pala c'era scritto RAGAZZE. La mia ex moglie ci sarebbe rimasta di merda, pensai, non senza compiacimento." Pag. 99
Quando, quasi un anno fa, lessi per la prima volta il tema del prossimo libro di King, rimasi un poco perplessa. E' lo scrittore in cui ho più fiducia, pertanto attesi con la solita ansia l'uscita e aprii la famigerata 'porticina', per immergermi senza pregiudizi nella nuova lettura.
Banale no?
Voglio dire: il viaggio nel passato.
Quante volte ci abbiamo pensato? Almeno una volta nella vita, a tutti è capitato di dire: "Potessi tornare indietro...".
Chissà quante 'stringhe' (citando lo zio Steve) si sarebbero generate, se per ogni 'Potessi' fosse corrisposto un salto nel passato.
"Se avessi saputo cosa mi riservava il futuro, sicuramente sarei salito a salutarla. Forse avrei anche fatto atterrare il bacio che orbitava intorno a noi da un paio di mesi. Ma, ovviamente, non sapevo. La vita è un lancio di monetina." Pag. 13
Anche la scelta di Kennedy, se vogliamo, non è niente di eccezionale, e tra le tante cose scontate - ma straordinarie - c'è anche il fatto che King con le parole, fa dei numeri da circo - tanto per non trascurare nemmeno l'elemento pagliaccio - e anche questa volta non è stato da meno, anzi: sono dell'idea che abbia proprio superato se stesso.
"Quando ti metti un costume da pagliaccio e un naso di gomma, nessuno sa come sei fatto dentro." Pag. 122
La Buca del Coniglio. Io sono un'appassionata di Alice, di Stregatti e Cappellai. Volo in quella buca ogni volta che apro un libro di King, se proprio vogliamo dirla tutta, e questa volta la buca in questione è la buca di Al, che trascina in questo incubo Jake.
Un altro scrittore, o almeno, un altro pseudo scrittore per questo romanzo, un insegnante, un uomo per nulla adatto al ruolo di eroe alla Bruce Willis, ed è ovviamente questo a rendere tutto più coinvolgente. Jake / George, con la sua storia personale, i problemi di un uomo comune: una ex moglie, una vita tranquilla, una routine, poi un volo nel passato, e non così tanto per dire: si tratta proprio di un bel scivolone, indietro di 53 anni, all'epoca delle macchine che sembrano dei grossi draghi, balli come il lindy - hop, Glenn Miller, l'assenza dei cellulari, i vestiti con quei due o tre strati di stoffa che fanno tanto bomboniera.
Jake / George deve ambientarsi ovviamente e riesce a farlo, ma fin troppo bene. Raramente ci si aspetta di trovar l'Amore - quello con la "A" maiuscola, specifichiamo - ma è chiaro che se questo ti arriva addosso, lo fa nel momento meno opportuno, altrimenti, che gusto c'è?
Così, George / Jake deve portare avanti la sua 'missione' e deve farlo con accanto Sandie: deve proteggerla da se stesso, dall'ex marito, Sandie con quel cognome che diventa presto un segnale d'allarme, per George.
"Talvolta la vita rigurgita coincidenze che nessun autore di narrativa oserebbe copiare." pag. 139
George è la sua vita di insegnante, la sua vita di fidanzato, la sua vita di spia "in erba", mentre indaga sul presunto assassino di JFK. George che vede avvicinarsi quel giorno, mentre il passato che come viene ripetuto più volte nel romanzo "è inflessibile" e proprio non vuole saperne di essere cambiato; a volte snuda i denti e cambia le carte in tavola: ti costringe a letto per una banale influenza intestinale, sfregia una donna aprendole un lato della faccia e sfigurandola a vita, o ti spacca le gambe e sfonda la testa, trasformando i tuoi ricordi in vaghissimi frammenti.
I tuoi ricordi, i tuoi preziosi ricordi che sono tutto per una persona, soprattutto in una circostanza come questa, in cui i ricordi sono la sopravvivenza.
Per tutto il tempo di lettura, mi sono domandata una cosa: Lui ce la fa, salva Kennedy, ma poi? Le conseguenze ad un atto del genere, ad un cambiamento del genere?
Siamo tutti discepoli della trilogia di 'Ritorno al futuro', ci ricordiamo bene le parole di Doc. riguardo il continuum spazio-temporale, o comunque conosciamo il famigerato 'effetto farfalla': se una cosa tanto minuscola può provocare chissà quali disastri, un gesto come questo, un possibile cambiamento di questa portata, cosa modificherà e soprattutto: come lo modificherà?
Il Re riduce tutto in poche pagine ma sufficientemente angoscianti, un panorama alla McCarthy in "The Road", scrittore che tra l'altro dovrebbe amare particolarmente.
"La storia non si ripete, ma risuona con se stessa, e di solito quella che si produce è la musica del diavolo." Pag. 675
Ho trovato il romanzo splendido, intriso di una cura particolare. Sarà stato anche il riferimento a IT, forse ci ha fatto volare indietro nel tempo, non solo per tornare all'epoca di Kennedy ma anche per ripercorrere le strade di Pennywise.
E' intimo, come lo è stato 'La storia di Lisey', è pulito, semplice, si intreccia senza stordire, scivola fluido e sono ben 761 pagine. Narra dettagli storici senza appesantire, racconta della vita del presunto assassino di JFK, te lo mostra come uomo, come figlio, come marito: fragile e folle.
Mette a nudo i vari personaggi, te li rende vicini, familiari, fa 'il gioco di King', - parafrasando un suo splendido romanzo - e ti coinvolge fino a toglierti il respiro.
E poi, un'ultima cosa: Dio ma quant'è romantico?
Questo è il mio primo libro di King che leggo perchè non amo l'horror e il sovrannaturale, ma appena vedo un libro dove viene citato Kennedy e l'america di quegli anni mi ci tuffo a bomba (sono stato contagiato da una malattia chiamata Ellroy)e devo dire che è stato un'ottimo tuffo.
Parlando di King si sa che qualcosa di sovrannaturale c'è, ma è talmente ben scritto e ha una trama talmente bella che alla fine ti chiedi se esiste veramente questa "buca del coniglio" che si trova nel retro di una tavola calda dove se fai pochi passi in un determinato passaggio ti trovi nell'America del 58.
L'omicidio Kennedy e il suo assassino Lee Oswald non sono però la parte predominante del libro, anche se ben presente, ma lascia molto spazio all'amore vissuto da George Amberson e la fantastica Sadie e alla ricostruzione degli anni '60 tanto perfetta e interessante da farmi desiderare di esserci vissuto.
Altra capacità degna di nota, è l'abilità di rendere interessate un viaggio nel tempo dopo che l'argomento è stato sfruttato fino all'osso, abilità che appunto consiste a mio parere nel rendere reale quel viaggio nel tempo.
Non do il voto massimo perchè a volte, nel finale mi è sembrato come se volesse riempire le pagine forzatamente e non sono rimasto pienamente soddisfatto dal finale. Cosa che non spiego per non spoilerare e poi perchè sono motivazioni del tutto personali.
Ma questo è un libro da consigliare, e non fatevi ingannare da chi l'ha scritto perchè questo va bene per qualsiasi palato.
Jake Epping ha trentacinque anni, è professore di inglese al liceo di Lisbon Falls, nel Maine, e arrotonda lo stipendio insegnando anche alla scuola serale. Vive solo, ma ha parecchi amici sui quali contare, e il migliore è Al, che gestisce la tavola calda. È proprio lui a rivelare a Jake il segreto che cambierà il suo destino: il negozio in realtà è un passaggio spaziotemporale che conduce al 1958. Al coinvolge Jake in una missione folle - e follemente possibile: impedire l'assassinio di Kennedy. Comincia così la nuova esistenza di Jake nel mondo di Elvis, James Dean e JFK, delle automobili interminabili e del twist, dove convivono in un'anima inquieta di nome Lee Harvey Oswald e la bella bibliotecaria Sadie Dunhill. Che diventa per Jake l'amore della vita. Una vita che sovverte tutte le regole del tempo conosciute. E forse anche quelle della Storia.
È il primo libro dell’autore che leggo in assoluto,e per tale non potrò dirvi se è il suo migliore. Credo di aver intuito che sia un libro che si discosti molto dal suo genere, pensate che sia un thriller?No. Che sia un giallo?No. Un horror. No! Che genere sarà mai?è un libro che fa parte della categoria “vorrei anch’io aver la buca del coniglio come Alice”! ebbene si. Il nostro protagonista Jack/George avrà modo di tornare nel 1963, e si ritroverà a vivere ciò che egli stesso aveva studiato sui libri, a doversi adeguare a ritmi più sani e,forse migliori di quelli del 2011. Perché Jack, torna indietro?la bolla spaziotemporale darà la possibilità di cambiare il corso della storia: salvare JFK! Riuscirà nell’intento? ….quel che vi dirò io, è che Jack vivrà quegli anni, amerà l’ingenuità e la purezza dell’epoca, senza artifizi moderni, senza internet; si scontrerà con un sistema sociale meno sottile, più rude ma efficace; troverà la donna della sua vita. Di nuovo la legge della fisica sarà prepotente e rigovernerà gli eventi,perché “ad azione,corrisponde una reazione” e provare a cambiare il corso degli eventi,cambiare la storia, cosa comporterà al futuro!?.. King sa scrivere, e tenere alta l’attenzione del lettore per 766 pagine,non è facile!Meraviglioso ed essenziale nei dettagli, le descrizioni ti risucchiano nel libro e sembra quasi di toccare l’oggetto dell’attenzione;curati e affascinanti i personaggi,anche quelli secondari. La vita del ’60 è descritta così minuziosamente, così vera. avresti voglia di ballare il twist,ma quello vero!non quello che noi imitiamo (o almeno io!)..chissà, il pensiero kinghiano (lo posso chiamare così?)può sembrare politico, muore Kennedy muore un uomo e tutto ciò che poteva rappresentare allora ed ora;e se Kennedy non fosse stato ucciso?ora ci sarebbe davvero Obama?...è come dire,se Lennon fosse vivo,sarebbe stato così amato anche e soprattutto dopo la sua morte…certo col senno del poi,fantasticare è facile!io credo una cosa,le persone a cui ho accennato,e molte altre ancora che non nomino,sono immortali!vivranno sempre nella società!....e noi, se avessimo la possibilità di tornare indietro,cambieremmo il nostro passato?siamo davvero così convinti che miglioreremmo il nostro futuro!?..chissà!è un’opportunità utopistica,ma sognare un po’ non ha mai fatto male a nessuno!
Consigliato a chi ha voglia di una lettura piacevole, ma non frivola. Una lettura che porti lontano. Non so se “Il Grande King sia tornato”, ma vale la pena di leggere 22/11/’63.
I viaggi nel tempo... chi non è affascinato da questo tema? Lo stesso King ha ammesso di aver preso in mano questo progetto (la corsa indietro nel tempo per salvare JFK dagli spari di Dallas) nel 1972, prima ancora di pubblicare Carrie, il suo primo romanzo. Poi abbandonò l'idea, troppo complicata per un povero insegnante che faticava a mettere insieme il pranzo con la cena... adesso invece, che può comprare una catena di ristoranti, ha deciso che quella storia andava raccontata. Quindi ha preso il tipico stratagemma kinghiano (la porta spazio-temporale che si apre dal nulla, e caro Fedele Lettore accettala senza fare domande) e ha catapultato il suo alter ego Jake Epping (un insegnante che si chiama come uno dei protagonisti de La torre nera, anche se non ci sono apparentemente legami con la saga) in un mattino di sole del 1958. La sua missione, prima ancora di arrivare a JFK, per il quale ha cinque anni davanti (fine 1963, come dice il titolo del romanzo) è salvare una famiglia dalla furia distruttiva del padre alcolizzato. Poi torna nel 2011 a vedere quello che ha combinato, per capire se davvero è possibile giocare al gioco più incredibile del mondo: scopre che non sempre ciò che si fa a fin di bene cambia il futuro in meglio, quindi torna di nuovo al 1958, dove incontra Sadie. E qui nasce una storia d'amore che vi accompagnerà piangendo e ridendo fino a pagina 769... che succederà a Kennedy? Non sarò certo io a dirvelo...
Un gran bel romanzo, in cui la storia e la cornice fantascientifica è il pretesto per parlare soprattutto di altro, e paura, desiderio, libero arbitrio e (come dice Jameson) "archeologie del futuro".
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