Dati 2011, 208 p.
Editore E/O
Collezione Sabot/Age
La collezione Sabot/age è diretta
da Colomba Rossi e curata da Massimo Carlotto
TRAMA: Due gang di criminali che si contendono il territorio veneto: quella dei Pugnali Parlanti,affiliata alle triadi cinesi, e una cosca locale che fa capo al sanguinario Rossano Pagnan. In mezzo a tutto questo una donna spietata e pronta a sparigliare le carte. Abbandonata dalla madre, violentata da una banda di criminali che le ha massacrato il padre, Mila Zago è una killer a sangue freddo, un’assassina definitiva. Cresciuta dal nonno sull’altopiano dei Sette Comuni secondo i codici di un’educazione marziale, è tornata dal passato per attuare una vendetta esemplare. Per far questo, nella più classica delle tradizioni, metterà cinesi contro veneti in un doppio gioco che ricorda un classico del cinema come Per un pugno di dollari. Forte di un ritmo sincopato e rapidissimo, di scene d’azione mozzafiato, di continui cambi di prospettiva e di un intreccio a orologeria, La ballata di Mila rinnova il pulp-noir italiano attraverso una storia sabot/age che riesce a indagare con attenzione il fenomeno della mafia cinese a Nordest e lancia nel mondo editoriale un nuovo personaggio femminile, formidabile e dirompente, che spezza le consuete geometrie narrative: Mila Zago aka Red Dread.
Recensione di Cristina Aicardi
Il Veneto è territorio di guerra, l'economia della regione è in mano a due bande rivali, la mafia locale e le nuove mafie cinesi. Questa situazione nel libro è ben descritta, ma non realmente approfondita, e rimane tutto solo come sfondo alle azioni di vendetta della protagonista, un'eroina dura e spietata che mi ha ricordato certi personaggi dei manga giapponesi che volteggiano in aria e colpiscono sferrando calci alla giugulare e maneggiando allo stesso tempo una micidiale katana. Una ragazza in cerca di vendetta, che agisce solo seguendo la legge del taglione, la sua vendetta sarà compiuta solo con un bagno di sangue. E' un libro che evoca molte immagini cinematografiche, dai duelli sotto il sole nel deserto del west americano a Kill Bill e pure qualche scena di buon sano kung fu orientale alla Bruce Lee. Ho qualche perplessità sulle pagine dedicate al diario ,racconto della protagonista, ritengo che spezzi troppo il ritmo, Credo inoltre che la definizione "pulp-noir" non sia ancora troppo calzante , almeno quella di noir, in quanto l'attenzione è troppo concentata sull'azione , sulle sparatorie e sui volteggi di Mila, a scapito degli altri temi del libro. Rimane in ogni caso una lettura piacevole , con qualche battuta decisamente ironica , cosa che ,ormai si sa, io apprezzo in modo particolare. Sono decisamente curiosa di leggere il prossimo....
Matteo Strukul è nato a Padova nel 1973. Scoperto dallo scrittore Massimo Carlotto, è cofondatore di Sugarpulp – movimento letterario dedicato al pulp-noir, www.sugarpulp.it – e ha collaborato con riviste (Buscadero, Jam, Classix) e quotidiani (Il Mattino di Padova, La Nuova di Venezia e Mestre, La Tribuna di Treviso). Responsabile dell’ufficio stampa di Meridiano Zero, è dottore di ricerca in diritto europeo dei contratti e ha pubblicato saggi musicali su Massimo Bubola e Massimo Priviero. Il suo racconto “Bambini all’inferno” è stato pubblicato sul Manifesto. La ballata di Mila per la collezione Sabot/age delle Edizioni E/O è il suo primo romanzo. Vive insieme alla moglie Silvia fra Padova e Berlino. Il suo sito è www.matteostrukul.com. Potete scrivergli a matteostrukul@sugarpulp.it.
La collezione Sabot/age è diretta
da Colomba Rossi e curata da Massimo Carlotto
TRAMA: Due gang di criminali che si contendono il territorio veneto: quella dei Pugnali Parlanti,affiliata alle triadi cinesi, e una cosca locale che fa capo al sanguinario Rossano Pagnan. In mezzo a tutto questo una donna spietata e pronta a sparigliare le carte. Abbandonata dalla madre, violentata da una banda di criminali che le ha massacrato il padre, Mila Zago è una killer a sangue freddo, un’assassina definitiva. Cresciuta dal nonno sull’altopiano dei Sette Comuni secondo i codici di un’educazione marziale, è tornata dal passato per attuare una vendetta esemplare. Per far questo, nella più classica delle tradizioni, metterà cinesi contro veneti in un doppio gioco che ricorda un classico del cinema come Per un pugno di dollari. Forte di un ritmo sincopato e rapidissimo, di scene d’azione mozzafiato, di continui cambi di prospettiva e di un intreccio a orologeria, La ballata di Mila rinnova il pulp-noir italiano attraverso una storia sabot/age che riesce a indagare con attenzione il fenomeno della mafia cinese a Nordest e lancia nel mondo editoriale un nuovo personaggio femminile, formidabile e dirompente, che spezza le consuete geometrie narrative: Mila Zago aka Red Dread.
Con La ballata di Mila Matteo Strukul firma un romanzo sugarpulp onirico e violento
che mescola la grande lezione di Massimo Carlotto – quella dell’analisi della moderna
realtà criminale partendo dalla storia del territorio – con le atmosfere del cinema di
Quentin Tarantino, Robert Rodríguez e Sam Peckinpah e le intuizioni del nuovo noir
americano di Joe R. Lansdale e Victor Gischler.
Recensione di Cristina Aicardi
Il Veneto è territorio di guerra, l'economia della regione è in mano a due bande rivali, la mafia locale e le nuove mafie cinesi. Questa situazione nel libro è ben descritta, ma non realmente approfondita, e rimane tutto solo come sfondo alle azioni di vendetta della protagonista, un'eroina dura e spietata che mi ha ricordato certi personaggi dei manga giapponesi che volteggiano in aria e colpiscono sferrando calci alla giugulare e maneggiando allo stesso tempo una micidiale katana. Una ragazza in cerca di vendetta, che agisce solo seguendo la legge del taglione, la sua vendetta sarà compiuta solo con un bagno di sangue. E' un libro che evoca molte immagini cinematografiche, dai duelli sotto il sole nel deserto del west americano a Kill Bill e pure qualche scena di buon sano kung fu orientale alla Bruce Lee. Ho qualche perplessità sulle pagine dedicate al diario ,racconto della protagonista, ritengo che spezzi troppo il ritmo, Credo inoltre che la definizione "pulp-noir" non sia ancora troppo calzante , almeno quella di noir, in quanto l'attenzione è troppo concentata sull'azione , sulle sparatorie e sui volteggi di Mila, a scapito degli altri temi del libro. Rimane in ogni caso una lettura piacevole , con qualche battuta decisamente ironica , cosa che ,ormai si sa, io apprezzo in modo particolare. Sono decisamente curiosa di leggere il prossimo....
Matteo Strukul è nato a Padova nel 1973. Scoperto dallo scrittore Massimo Carlotto, è cofondatore di Sugarpulp – movimento letterario dedicato al pulp-noir, www.sugarpulp.it – e ha collaborato con riviste (Buscadero, Jam, Classix) e quotidiani (Il Mattino di Padova, La Nuova di Venezia e Mestre, La Tribuna di Treviso). Responsabile dell’ufficio stampa di Meridiano Zero, è dottore di ricerca in diritto europeo dei contratti e ha pubblicato saggi musicali su Massimo Bubola e Massimo Priviero. Il suo racconto “Bambini all’inferno” è stato pubblicato sul Manifesto. La ballata di Mila per la collezione Sabot/age delle Edizioni E/O è il suo primo romanzo. Vive insieme alla moglie Silvia fra Padova e Berlino. Il suo sito è www.matteostrukul.com. Potete scrivergli a matteostrukul@sugarpulp.it.
6 Lascia un commento:
Grazie mille!
Ho appena finito il libro e devo dire che le prime 80 90 pagine sono coinvolgenti assolutamente incalzanti quanto, appunto unfilm di Tarantino con un ritmo da film pulp!
Gli inserti del diario spezzano un Po il ritmo e cercano di entrare nella psicologia della protagonista in modo un Po troppo come dire intimistico: i personaggi di Tarantino sono pura azione e poca psicologia e quindi un io che ragiona e pensa e in contrasto con una trama fatta essenzialmente di azione.
Nel complesso buono!
Mila è un gran bel personaggio.
Spinta dalla vendetta, che persegue con fredda determinazione e un'autodisciplina incredibile, riesce nel suo scopo, anche se non le darà quel piacere che pregustava da anni.
Ho trovato invece le pagine del suo diario molto azzeccate, un entrare nella sua vita più profonda, un capirla meglio.
Spero davvero di ritrovarla a breve, augurandomi che la sua ballata continui ancora per molto.
Penny grazie davvero, Scacchi capisco il tuo punto di vista ma appunto l'idea era di non copiare in tutto e per tutto Tarantino che peraltro non mi fa impazzire (con l'eccezione di Kill Bll e Pulp Fiction favvero due grandi film) per quanto mi riguarda - come giudizio complessivo - molto meglio Peckinpah o Rodriguez!
Molte opere importanti della letteratura e cinematografia recenti hanno aggiornato almeno due dei luoghi comuni dell’entertainment di genere: la mafia italo-americana ha ceduto il passo ai concorrenti russi o asiatici e le “antieroine” in gonnella fanno spesso il culo ai maschietti dell’hard boiled, vedi la Vanilla Ride di Lansdale o per rimanere in ambito nostrano, la Ljudmila Horvat di Al Custerlina. La protagonista di questo romanzo è l’ultima testimone di queste nuove tendenze. Non a caso quelli con cui ha a che fare sono gli affiliati di una gang cinese, i Pugnali Parlanti, capeggiati dal temibile e infido Guo Xiaoping. L’autore padovano narra di come nella sua terra il riciclaggio del denaro proveniente dal traffico di eroina Double UO Globe e la complicità delle grandi firme della moda, invischiate nel disumano sfruttamento della mano d’opera, abbiano contribuito a creare un impero che mina l’intera economia della zona. Rossano Pagnan, il boss locale che ha intrallazzi con politici e clericali, cerca di ostacolare l’avanzata inarrestabile della Triade avvalendosi dei suoi fidati e sfigati sottoposti. Dalla faida proromperà un fiume di sangue che per portata rivaleggia col Brenta. L’affluente che contribuisce maggiormente all’impetuosità di questo fiume rosso ha il nome di Mila Zago, una killer che presta i suoi articolati servigi (padroneggia alla perfezione lame e armi da fuoco) per l’una e l’altra fazione, con esiti nefasti per entrambe. È convinta che “gli uomini non sono in grado di avvicinarsi alla giustizia” e attraverso il suo credo, la vendetta, si rende fautrice di una nuova giustizia, la sua. La chiamano Red Dread per la sua singolare chioma ed è votata alla distruzione dei mostri che l’hanno generata. Filma con degli occhiali speciali le sue cruente azioni rivisitando in chiave hi- tech le gesta dell’assassino protagonista di quel capolavoro cinematografico del 1960 che fu Peeping Tom – L’occhio che uccide. Malavitosi cinesi e italiani perdono pezzi quando la incrociano, un corpo viene addirittura lasciato in vita anche se destinato alla necrosi. Matteo Strukul, alla sua prima prova narrativa, che inaugura la collana Sabot/age (curata da Massimo Carlotto) delle Edizioni e/o, confeziona un romanzo dalle molteplici influenze convergenti in un personalissimo stile narrativo che rispecchia appieno i dettami del movimento SugarPulp da lui cofondato. L’esposizione in terza persona è alternata all’io narrante delle pagine di un misterioso diario che la protagonista tiene a beneficio di una figura altrettanto criptica. Le scene d’azione hanno uno spiccato taglio fumettistico che non renderebbe il dovuto se fosse rappresentato con tavole in bianco e nero per l’evidente assonanza che hanno con le sequenze del cinema di Tarantino e Leone. Un western-pulp che si legge con la velocità delle pallottole che vi fanno da colonna sonora. Spero di non incrociare mai nella vita una bastarda come Mila ma auspico un suo ritorno sulla scena della crime fiction al più presto.
Spero proprio che Matteo possa stupirci con il prossimo!!
Posta un commento