Wulf Dorn è nato nel 1969. Ha studiato lingue e per anni ha lavorato come logopedista con pazienti psichiatrici per la riabilitazione del linguaggio. Vive con la moglie e il gatto vicino a Ulm, nella Germania meridionale.
Dopo aver scritto diversi racconti horror si è dedicato alla stesura del suo primo romanzo: La psichiatra, diventato un successo grazie al passaparola dei lettori. Dopo Il superstite ha già ultimato il suo terzo romanzo.
Diamo il benvenuto e ringraziamo Wulf Dorn per aver risposto alle nostre domande! E un grazie a Cristina Aicardi , Patrizia Seghezzi e lo staff di Thrillerpage, per la realizzazione di questa bella intervista.
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Wulf, perché’ ha scelto di scrivere psico-thriller?
Dove trova l’ispirazione per i suoi personaggi? Si è mai rifatto a personaggi o casi reali?
Il tema centrale è il senso di colpa….
Lei crede alle “voci”?
Quale e quanto potere esercita la psiche umana?
Quanto di lei c’è nei suoi libri?
In questo libro , più che sugli omicidi recenti, l’attenzione è posta sul passato, oscuro e irrisolto. Il male del presente viene sempre dal passato?
Ha dichiarato che scrivere per lei equivale a scoprire…scoprire cosa?
Come costruisce le sue trame? Tutto stabilito prima di iniziare la stesura o ci sono parti che cambiano durante la scrittura?
Come si descriverebbe?
Curioso, gentile e un po’ timido.
Abbiamo letto che la sceneggiatura del suo primo libro "La psichiatra" è già pronta. Chi vedrebbe come interprete di questa parte?
Dopo aver scritto parecchi racconti horror, come mai ha "virato" sul thriller? Quali scrittori ama in particolare?
Tanti scrittori dicono che scrivere sia una necessità, cosa ne pensa, scrive per se stesso o per il pubblico?
Come cambia la vita con due libri di successo? Il terzo è già pronto pare, può darci qualche anticipazione?
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Wulf, perché’ ha scelto di scrivere psico-thriller?
Fin da bambino sono sempre stato affascinato dalle storie, in particolare da quelle horror. Credo che la paura sia un sentimento che abbia origine negli strati più profondi di noi stessi. È anche questo il motivo per cui nelle storie che racconto non riesco mai ad essere realmente splatter. Punto, più che sulle scene di sangue, sull’effetto che danno la paura, la tensione, che cerco di mantenere sempre deste di pagina in pagina. Quello che incute paura non è tanto quello che si vede, ma ciò che rimane nell’ombra.
I personaggi e i luoghi sono tutti di fantasia, così come le storie che racconto. Capita che però io possa essere influenzato da idee e spunti che prendo dalle persone con le quali lavoro. Per la maggior parte si tratta però di personaggi inventati.
Il tema centrale è il senso di colpa….
Penso che tutti gli esseri umani abbiano qualcosa di nascosto, celato, scheletri nell’armadio che prima o poi escono fuori a chiedere il conto. Lo stesso vale per i miei personaggi.
E’ un tema, quello delle “voci”, che mi ha sempre affascinato. Ci ho creduto, da bambino. Tanto che mi sono recato al cimitero del mio paese e ho provato a registrare le voci dei defunti. Quando ho ascoltato la registrazione non ho sentito nulla, solo il suono del mio respiro. Ma in quel silenzio ci ho visto un sacco di cose.
Quale e quanto potere esercita la psiche umana?
La mente umana rappresenta ancora un mistero, nonostante la scienza abbia fatto passi da gigante, e a volte il suo enorme potere può rappresentare un pericolo. Il pericolo di creare paure, ossessioni devastanti, prigioni da cui l’individuo non riesce più ad uscire.
Io sono fondamentalmente una persona paurosa. E attraverso i miei libri compio una sorta di esorcizzazione delle mie paure. Non ho mai dormito sonni più tranquilli da quando scrivo psychothriller.
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Sì, direi di sì. Presente e passato sono indissolubilmente legati. Tutti i personaggi de Il superstite sono prigionieri del loro passato, e questa prigionia finisce con il trasformarsi in una vera e propria ossessione.
Ha dichiarato che scrivere per lei equivale a scoprire…scoprire cosa?
Scoprire gli altri, scoprire me stesso. Scavare nei segreti celati nell’animo umano, nei suoi comportamenti.
Sono un pianificatore. Stabilisco fin dall’inizio cosa accadrà nei miei romanzi, il curriculum vitae dei miei personaggi. Ma può capitare che uno di loro bussi alla porta della mia fantasia e dica: “io non voglio fare quella cosa”. E allora tutto può diventare più interessante.
Curioso, gentile e un po’ timido.
Abbiamo letto che la sceneggiatura del suo primo libro "La psichiatra" è già pronta. Chi vedrebbe come interprete di questa parte?
Franca Potente
Dopo aver scritto parecchi racconti horror, come mai ha "virato" sul thriller? Quali scrittori ama in particolare?
Io provengo dal genere horror, che leggo volentieri ancora oggi. Il thriller però, vale a dire l’horror realistico, oggi come oggi mi sembra più interessante. Sono miei modelli letterari tutti gli autori che leggo perché si può sempre imparare da tutti. Sia come fare a scrivere una buona storia, sia come fare a non scriverla. Nel panorama della letteratura tedesca un autore che mi incuriosisce molto è Sebastian Fitzek, che ha pubblicato anche in Italia.
Tanti scrittori dicono che scrivere sia una necessità, cosa ne pensa, scrive per se stesso o per il pubblico?
Scrivo principalmente per me stesso, perché mi piace farlo. Mi piace creare dei luoghi, dei personaggi, che siano tutti miei. E cerco di creare delle storie che si lascino leggere volentieri, ma che soprattutto io abbia il desiderio di raccontare.
Come cambia la vita con due libri di successo? Il terzo è già pronto pare, può darci qualche anticipazione?
Lavoro ancora in clinica, anche se con un part-time. E sono più felice. Felice che i miei libri siano letti da così tanti lettori in così tanti Paesi. Il mio terzo romanzo sarà una storia d’amore. Ma anche le storie d’amore hanno dei risvolti oscuri …
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