Recensione a cura di Ciro Auriemma: Anzitutto questo di J. Madrid è un bel libro e racconta una bella storia noir. Sorprendente e totalmente inatteso il finale, in cui l'autore riesce a infondere l'idea di un vicolo cieco totale per le vite di alcuni personaggi.....
Titolo Mele marce. Marbella noir Autore Madrid Juan Prezzo € 16,50 Dati 2009, 263 p., brossura Traduttore Schenardi R. Editore E/O (collana Noir mediterraneo) |
A Marbella, celebre località turistica spagnola ma anche centro di traffici criminali, ci si può imbattere in tipi curiosi: un paparazzo argentino che vive nella casa dei nonni con un pappagallo, un gigante russo che non apre bocca ma legge nel pensiero, belle maliarde a caccia di ricconi da mungere. E ancora: un brillante avvocato di origini italiane con le mani in pasta in tutti gli affari cittadini, una domestica sudamericana e il marito che hanno vecchi conti in sospeso con lui, due ex poliziotti titolari di un'agenzia di investigazioni al suo servizio... Eppure, a ben guardare, nessuno di loro è quello che vuole apparire e, presi nella trama incalzante di questo noir, tutti finiranno per rivelare drammaticamente la loro vera identità, riservando al lettore più di una sorpresa. E la scia di cadaveri disseminati sulla Costa del Sol porta lontano e indietro nel tempo, nell'America latina delle dittature e degli squadroni della morte. Ma la sorpresa più atroce aspetta al varco Manuel Valero, agente di polizia impegnato in un'indagine sul riciclaggio di denaro della mafia russa: la corruzione non risparmierà nemmeno gli insospettabili...
Anzitutto questo di J. Madrid è un bel libro e racconta una bella storia noir. Sorprendente e totalmente inatteso il finale, in cui l'autore riesce a infondere l'idea di un vicolo cieco totale per le vite di alcuni personaggi e della capacità di essere assolutamente "grigi" di altri personaggi. Insomma, c'è chi si sente definitivamente fottuto e chi saltella tra il bene e il male secondo convenienza.
C'è però di più, in questo romanzo. Anzitutto, il ruolo di Malaga nel riciclaggio; se per Gibilterra non si nutrivano dubbi e anche il lettore non attentissimo probabilmente è a conoscenza del ruolo economico di questa piccola città, Malaga è una città che nell'immaginario colletivo è associata a un certo tipo di divertimento. Bene, in questo libro si scopre che Malaga non è quello, o almeno non solo. In secondo luogo, è molto presente la denuncia sulle dittature nell'america latina degli anni 70-80, del ruolo ricoperto dai servizi americani e dalla chiesa nell'operazione condor e la loro connivenza. Per carità, nulla di nuovo, sono fatti oramai acclarati; J. Madrid riesce, però, a non annoiare il lettore, a raccontarli senza renderli predominanti, senza farli tema o oggetto della narrazione ma solo pennellate decise sullo sfondo delle storie umane (e delle umane tragedie) che affollano il suo romanzo. Perché non bellissimo, si chiederà qualcuno... Beh, fondamentalmente per due motivi: nella storia non si entra troppo facilmente, per cui all'inizio è un po' compicato portare avanti la lettura. Un po' come infilarsi una muta quasi a secco, insomma: ci vuole una bella dose di pazienza. Secondariamente perché ho trovato verso la fine del libro una brusca accelerata nella narrazione, un po' fastidiosa e forzata, come se l'autore avesse deciso che era arrivato il momento di quagliare. Non fosse per questo, io gli avrei dato tranquillamente 4 stelle!
C'è però di più, in questo romanzo. Anzitutto, il ruolo di Malaga nel riciclaggio; se per Gibilterra non si nutrivano dubbi e anche il lettore non attentissimo probabilmente è a conoscenza del ruolo economico di questa piccola città, Malaga è una città che nell'immaginario colletivo è associata a un certo tipo di divertimento. Bene, in questo libro si scopre che Malaga non è quello, o almeno non solo. In secondo luogo, è molto presente la denuncia sulle dittature nell'america latina degli anni 70-80, del ruolo ricoperto dai servizi americani e dalla chiesa nell'operazione condor e la loro connivenza. Per carità, nulla di nuovo, sono fatti oramai acclarati; J. Madrid riesce, però, a non annoiare il lettore, a raccontarli senza renderli predominanti, senza farli tema o oggetto della narrazione ma solo pennellate decise sullo sfondo delle storie umane (e delle umane tragedie) che affollano il suo romanzo. Perché non bellissimo, si chiederà qualcuno... Beh, fondamentalmente per due motivi: nella storia non si entra troppo facilmente, per cui all'inizio è un po' compicato portare avanti la lettura. Un po' come infilarsi una muta quasi a secco, insomma: ci vuole una bella dose di pazienza. Secondariamente perché ho trovato verso la fine del libro una brusca accelerata nella narrazione, un po' fastidiosa e forzata, come se l'autore avesse deciso che era arrivato il momento di quagliare. Non fosse per questo, io gli avrei dato tranquillamente 4 stelle!
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Giusto una nota: è una recensione scritta su Anobii, al tempo in cui le "stelle" a disposizione erano solo quattro. Quindi, la frase "io gli avrei dato tranquillamente 4 stelle" significa che gli avrei dato il massimo dei voti!
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