Tornano i quattro irresistibili tetraventenni del BarLume in una storia che questa volta è decisamente più " gialla " delle precedenti.
L'intreccio è più complesso e occupa una parte maggiore del libro, forse un po' a scapito delle figure dei simpatici ed incontenibili
" renitenti alla tomba".La forza di questa serie sono stati indubbiamente i suoi personaggi , sia i vecchietti che il Barrista , ma in quest'ultimo libro i primi sono forse un pochino meno presenti, purtroppo. Ecco, a chi non avesse mai letto nessun libro della serie del BarLume, consiglierei forse di non iniziare da questo, ma di leggerli in ordine di uscita.
Qui un po' si sente che ci si sta avvicinando alla fine di un 'avventura, pare infatti che questo sarà l'ultimo della serie, perchè, come detto dall'autore, è sempre più difficile non cadere nella sindrome della "Signora in giallo " ed immaginare che in un paesino di poche migliaia di anime venga compiuto un delitto l'anno. Sempre scorrevole, leggera, ironica e divertente la scrittura di Malvaldi,probabilmente il suo pregio più grande Alcune riflessioni sono veramente spassose, penso persino potrei adorare la chimica se me la spiegasse lui
L'intreccio è più complesso e occupa una parte maggiore del libro, forse un po' a scapito delle figure dei simpatici ed incontenibili
" renitenti alla tomba".La forza di questa serie sono stati indubbiamente i suoi personaggi , sia i vecchietti che il Barrista , ma in quest'ultimo libro i primi sono forse un pochino meno presenti, purtroppo. Ecco, a chi non avesse mai letto nessun libro della serie del BarLume, consiglierei forse di non iniziare da questo, ma di leggerli in ordine di uscita.
Qui un po' si sente che ci si sta avvicinando alla fine di un 'avventura, pare infatti che questo sarà l'ultimo della serie, perchè, come detto dall'autore, è sempre più difficile non cadere nella sindrome della "Signora in giallo " ed immaginare che in un paesino di poche migliaia di anime venga compiuto un delitto l'anno. Sempre scorrevole, leggera, ironica e divertente la scrittura di Malvaldi,probabilmente il suo pregio più grande Alcune riflessioni sono veramente spassose, penso persino potrei adorare la chimica se me la spiegasse lui
Articolo di Cristina Aicardi.
Voto 4/5
TRAMA: A Pineta siamo a metà di un’estate particolarmente lunga. Massimo, che ha completamente ristrutturato il bar, cerca una nuova banconista; Aldo, a cui hanno distrutto il ristorante dandogli fuoco, sta cercando un nuovo locale. Il posto adatto ci sarebbe: si tratta di Villa del Chiostro, una beauty farm che sta andando piuttosto bene, messa su vari anni prima da un personaggio losco, Riccardo Foresti, e dove vorrebbe aprire un ristorante in comproprietà. Aldo è reso dubbioso dalla cattiva reputazione di Foresti e prima di accettare vuole delle garanzie; la stessa storia della beauty farm, infatti, ha dei punti oscuri. Grazie alle conoscenze di Pilade in Comune, i vecchietti riescono a mettere le mani sui vari atti che hanno portato all’acquisizione del fabbricato; scoprono così che la proprietà è stata comprata ad un valore assai inferiore al prezzo di mercato. La spiegazione è ovvia: il bene è stato acquistato come nuda proprietà, e quindi destinato a rimanere in mano al venditore, Ranieri Carratori, fino alla morte di quest’ultimo. Meno ovvio è, invece, che il Carratori stesso sia morto in maniera improvvisa dopo un mese circa dalla stipula del contratto. Apparentemente, per una malattia che non perdona; ma per i vecchietti è una coincidenza troppo grossa per essere solo un caso. Un infortunio al tendine costringe Massimo a un ricovero proprio nello stesso ospedale in cui è morto Carratori. Aldo, Ampelio, Gino e Pilade, i quattro pensionati-detective di Pineta affondano in questa nuova avventura fra un pettegolezzo, una bevuta e quattro risate, rompendo la monotonia della placida vita di provincia con arguzia e ironia. E dimostrando alla fine che la scienza serve, anche tra i tavolini di un bar.
Titolo La carta più alta
Autore Marco Malvaldi
Data uscita 01 01 2012
Editore Sellerio Editore Palermo
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