Voto:
Credo che nessun titolo sia più azzeccato di questo.
Nella carne, viscerale , sottopelle, i racconti vanno a scuoterti fin nel profondo dell'anima. Non ho mai amato i racconti, troppo brevi per i miei gusti, non mi coinvolgono, troppo poche le pagine per permettermi di vivere una storia, lasciarmi trascinare dalle atmosfere e dai personaggi.
Questi sono diversi: ti catapultano dentro alle pagine, ti fanno paura, ti fanno male, a volte. Ognuno di noi, credo, si è trovato davanti ad un baratro, in un qualche momento della vita, dove il filo sottilissimo che separa razionalità e follia, delirio, chiamatelo come volete, si poteva spezzare in qualsiasi momento.
Nei racconti di Sara il filo si è spezzato, e ognuno dei personaggi potrebbe essere chiunque di noi.
L'analisi lucidissima che viene fatta è angosciante, devastante.
L'autrice gioca con le parole per trasmetterci tutto ciò che c'è di oscuro, di tenebroso, di buio dentro noi stessi. Un bisturi affilatissimo: all'inizio non si sente il dolore ma andando avanti si sente male, tanto male, e per molto, molto tempo...
“Nella Carne” è una raccolta di dodici racconti, storie scritte in prima persona, molto diverse l’una dall’altra, ma che hanno in comune il tentativo di descrivere il Lato Oscuro che è in ognuno di noi, amplificato da ambientazioni claustrofobiche, contesti familiari malati, legami morbosi. In un mondo in cui nulla è ciò che sembra, la consapevolezza dell’orrore arriva all’improvviso, solo alla fine, ed è tanto devastante da sconvolgere l’intero intreccio della trama.
"Nella carne" è un viaggio senza ritorno nell'inquietudine, nel dolore, nel tormento, nel male di vivere.
Gelosia, rabbia, frustrazione, paranoia, paura, orrore, rassegnazione, sono solo alcuni dei colori usati su di una tela scura per dipingere un mondo di anime perse. Nella carne è una visione personale e claustrofobica della dannazione.
Titolo Nella Carne
Autore Sara Bilotti
Su Amazon €14,40
Dati 2012, 160 p.,
Editore Termidoro
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Fonte: Thrillerpages.blogspot.com
Sara Bilotti nasce nel 1971 a Napoli, dove vive tuttora. Diplomata in danza classica, ha compiuto studi linguistici e filologici e nutre da sempre la passione per le lingue, per l'arte e la cultura orientale. Questo è il suo primo libro.
Sara Bilotti su Facebook
Questi sono diversi: ti catapultano dentro alle pagine, ti fanno paura, ti fanno male, a volte. Ognuno di noi, credo, si è trovato davanti ad un baratro, in un qualche momento della vita, dove il filo sottilissimo che separa razionalità e follia, delirio, chiamatelo come volete, si poteva spezzare in qualsiasi momento.
Nei racconti di Sara il filo si è spezzato, e ognuno dei personaggi potrebbe essere chiunque di noi.
L'analisi lucidissima che viene fatta è angosciante, devastante.
L'autrice gioca con le parole per trasmetterci tutto ciò che c'è di oscuro, di tenebroso, di buio dentro noi stessi. Un bisturi affilatissimo: all'inizio non si sente il dolore ma andando avanti si sente male, tanto male, e per molto, molto tempo...
Recensione di Patrizia Seghezzi
“Nella Carne” è una raccolta di dodici racconti, storie scritte in prima persona, molto diverse l’una dall’altra, ma che hanno in comune il tentativo di descrivere il Lato Oscuro che è in ognuno di noi, amplificato da ambientazioni claustrofobiche, contesti familiari malati, legami morbosi. In un mondo in cui nulla è ciò che sembra, la consapevolezza dell’orrore arriva all’improvviso, solo alla fine, ed è tanto devastante da sconvolgere l’intero intreccio della trama.
"Nella carne" è un viaggio senza ritorno nell'inquietudine, nel dolore, nel tormento, nel male di vivere.
Gelosia, rabbia, frustrazione, paranoia, paura, orrore, rassegnazione, sono solo alcuni dei colori usati su di una tela scura per dipingere un mondo di anime perse. Nella carne è una visione personale e claustrofobica della dannazione.
Titolo Nella Carne
Autore Sara Bilotti
Su Amazon €14,40
Dati 2012, 160 p.,
Editore Termidoro
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Fonte: Thrillerpages.blogspot.com
Sara Bilotti nasce nel 1971 a Napoli, dove vive tuttora. Diplomata in danza classica, ha compiuto studi linguistici e filologici e nutre da sempre la passione per le lingue, per l'arte e la cultura orientale. Questo è il suo primo libro.
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Storie di (stra) ordinaria follia
Sara Bilotti è un'amica, prima di essere una scrittrice. Questo rapporto, però, non mi rende parziale nei suoi confronti: lei sa, chi mi conosce sa, che, se un libro non mi piace, può averlo scritto mia madre che la stronco come se non mi avesse nemmeno partorita.
I dodici racconti di "Nella Carne" sono altrettanti viaggi nella follia familiare, nella paranoia, nel superamento del confine che divide la lucidità mentale dalla pazzia, la normalità dalla deviazione; toccano tutti gli aspetti di quel mondo torbido, buio e malato che abbiamo, spesso, molto vicino a noi, che ci fa inorridire e pensare "non io, a me non potrebbe succedere" mentre sappiamo che sì, succede, qualcosa si spezza, ci cambia, ci trasforma in mostri o ci fa subire mostruosità da chi ci è più caro e dovrebbe proteggerci.
La scrittura di Sara, proprio perché la conosco, è devastante, incompatibile con la persona delicata e sensibile che è, ma, proprio per questo contrasto, ancora più impattante. Si legge in un pomeriggio, si continua ad essere disturbati per parecchio tempo, ci si augura di avere letto solo l'inizio di una formidabile produzione futura.
"L'inferno sono gli altri". Così concludeva Sartre il suo dramma "A porte chiuse". "L'inferno è la Palude", sembra dire Sara Bilotti, è l'orrore dell'omologazione alla banalità, all'ipocrisia cui i suoi personaggi sono costretti ad aderire, è l'orrore della costrizione di sé al il quieto vivere, per la paura di non essere accettato, per non essere il reietto borderline che la comunità mette alle porte. Fino al limite. Fino a un'esplosione interna silenziosa, muta, in cui la soglia dell'acquiescenza, all’accumularsi del non detto, viene oltrepassata definitivamente trasformandosi non in rivolta aperta, dichiarata, ma in una lucida determinazione criminale chiusa in se stessa, invisibile, a tratti inconsapevole, consumata senza strepiti, senza drammi esteriori, quasi sempre tra le mura domestiche. Dove la famiglia finisce per diventare uno scontro di solitudini, senza scampo, senza possibilità di riscatto. Perché non c'è coralità, nei racconti di Sara Bilotti, vi domina la desolazione dei sentimenti e la devastante solitudine interiore cui la Palude costringe i suoi sudditi. E’ una scrittura lancinante, quella di Sara Bilotti, che racconta gesti, situazioni, parole quotidiane, minimaliste, e le taglia a rasoiate, senza pietà, per far emergere il nero profondo che nascondono. E, alla fine della lettura, il cuore, agghiacciato, non lo smette di palpitarti dentro.
Chi ritiene che non si possa essere obiettivi quando si commentano i libri degli amici (e Sara Bilotti è mia amica, anzi me ne vanto) può fermarsi qui, non mi offendo se perdo qualcuno dei 25 lettori delle mie recensioni: per chi vuol continuare, dico subito che “Nella carne” è un libro spietato, quasi cattivo, perché condensa in poche pagine, 12 racconti, brevi, la rappresentazione dal vivo, tremendamente realistica, di gran parte del peggio che si possa concepire.
Sara vuole narrarci (per esorcizzarlo? no, secondo me, perché c’è, ed è opportuno ricordarlo, anzi serve a rafforzare per contrasto gli atteggiamenti positivi) il lato buio del mondo che ci circonda, e per dimostrarci che può essere vicino, magari dentro noi stessi, lo fa emergere servendosi di storie normali, ambientate in interni familiari, animate da protagonisti e antagonisti ordinari. Perché il male c’è, magari non è sempre evidente, ma è lì, in agguato, neppure sempre silenzioso.
E’ nella solitudine, nella rabbia cieca, nell’impossibilità di realizzare i propri sogni che porta a soluzioni estreme, nell’ansia di vendetta contro un vicino indefinito, nell’amore e nella gelosia che fa perdere la ragione, ma anche nella lucidità stessa della ragione di chi ha già perso se stesso. E tende trappole, il male, alle vittime certo, ma anche ai carnefici, sorpresi dalle “verità nascoste” (cito Marilù Oliva) che rovesciano improvvisamente la scena, rivelando esiti imprevedibili.
La prefazione di Luigi Romolo Carrino è perfetta: i “peggiori sentimenti” cui accennavo sopra sono quelli di tutti i giorni, e quando se ne diventa consapevoli ci si sente lacerati, talvolta tocca ritornare su qualche frase per essere sicuri di aver capito bene, e purtroppo si hanno solo conferme.
Quando leggo romanzi o racconti noir, cerco sempre di mantenermi il più possibile “freddo”, perché non voglio farmi coinvolgere nelle storie narrate, che non mi appartengono se non in quanto le sto leggendo: “Nella carne” non me lo ha permesso, alcuni racconti – quelli più fortemente concentrati su temi familiari – hanno inciso qualcosa anche nel mio profondo, non è stato semplice passare oltre.
Abbiamo atteso a lungo che questo libro venisse pubblicato, e nel frattempo, continuando a parlarne, e registrando i giudizi entusiastici di chi lo vedeva nascere, si erano generate grandi attese: avevo il dubbio, Sara lo sa, che avessimo esagerato, che ci fosse il rischio di trovarsi tra le mani un libro normale, del quale tra l’altro, proprio per tutti gli scambi precedenti (la “condivisione” che è alla base della sua scelta di presentarsi al pubblico, perché questi racconti non sono le prime opere di Sara Bilotti scrittrice), si potevano anche in parte anticipare alcuni temi.
Dubbio superato: “Nella carne” è scritto più che bene, con uno stile diretto, coerente (anche grazie all’editing di Massimo Rainer) con il ritmo delle storie narrate, incalzante quando i personaggi precipitano verso il terribile esito che li attende, più trattenuto, ma comunque incisivo, quando quell’esito viene parzialmente sfumato.
L’adozione della forma breve, che ovviamente lascia la curiosità di mettere alla prova la nostra scrittrice su un’opera di più largo respiro, è perfettamente funzionale all’obiettivo di mostrare diverse facce del lato oscuro della realtà. Forse, in qualche caso, alcune storie avrebbero potuto essere un po’ più sviluppate, perché il colpo di scena finale – c’è quasi sempre, in questi racconti – non apparisse troppo repentino.
Due sole stonature: la prima, un refuso nella seconda di copertina, ovviamente perdonabile ma in posizione troppo evidente per non essere notato.
La seconda, e lo scrivo anche perché pure Massimo è un amico, è nell’ultimo racconto della raccolta, scritto a quattro mani da Sara e, appunto, Massimo Rainer: perfettamente coerente con gli altri circa i contenuti, anche se in questo la chiave del gioco narrativo è troppo evidente, ma troppo diverso, a mio modesto parere, nei toni dello stile. Io sono tra coloro che hanno più che apprezzato la scrittura di Rainer nei suoi romanzi, inclusi alcuni eccessi che lì erano perfettamente funzionali, ma che qui segnano una frattura troppo netta rispetto ai racconti precedenti, e abbassano anche un po’ la tensione. “Athina è libera” è un piacevole divertissement per chi legge e credo che sia stato tale anche per i due autori, ma non lo avrei pubblicato in serie ai racconti precedenti.
In conclusione, nei ringraziamenti Sara dice di sé che Maurizio de Giovanni (tutti amici, in questa recensione) sta “tentando” di farla evolvere da un sedicente stato “selvatico” al livello di una “autrice”: sono solo un lettore, e non padroneggio gli strumenti degli addetti ai lavori più ferrati in materia, ma mi sento di dire che ci è già riuscito e, senza sminuire la gratitudine di Sara per il suo apporto, sospetto anche che il punto di partenza non fosse così arretrato.
Adesso aspetto, spero a breve, nuove opere, magari un romanzo, e dopo altri: come Sara sa da tempo, ho scaffali molto affollati, ma lo spazio per i suoi libri è già pronto.
se solo si riuscisse a trovare, mannaggia!
Inquietante a cominciare dalla copertina Nella carne della Bilotti. Una figura nera che pare mossa da un vento cattivo, un vento che strappa le cose, le lacera. Sembra – e forse è – una figura di donna che immagino avvolta in un burqua, accucciata, una ferita rosso sangue che appena si intravede su un piccolo sfondo bianco. Nient’altro. E sono storie di donne, ma non solo, quelle che il libro racconta, donne intrappolate dal contesto in cui vivono, dalle loro anime inquiete, dalla morte che le ha ghermite a loro insaputa, dal dolore senza nome di un disamore che le spinge a uccidere o a ferirsi. Sono dodici racconti scritti con compassionevole veleno, con penna intrisa di rabbia, di comprensione, di pietà. Bilotti indaga nell’animo delle sue creature, esseri disperati e a volte inconsciamente crudeli, altre volte decisamente perversi. Tutti comunque alla ricerca di un sé, di un centro che dia scopo e spessore alle loro esistenze.
Con un linguaggio privo di fronzoli, Bilotti ci conduce per mano negli abissi della follia, della cattiveria fine a se stessa, della inutile vanagloria. Perfetti il primo racconto Farfalla e l’ultimo Athina è libera, scritto a quattro mani con Massimo Rainer. Insieme, Bilotti e Rainer, paiono due sposi. Ma invece di tagliare la torta nuziale, brandiscono insieme il coltello e tagliano carne viva rendendo il personaggio di Remo disgustoso e straordinariamente vero e credibile.
Ottimi tutti gli altri giocati sul filo di un’ingannevole realtà. Racconti con una chiusa a sorpresa fra i quali spicca Loro, angosciante come un incubo senza fine. Alla Bilotti, maestra d’inganni, diciamo un brava senza riserve e attendiamo i suoi prossimi lavori.
Nella carne è una raccolta di racconti. E fin qui niente di nuovo.
Se non fosse che ogni singolo racconto ti entra dentro come una lama affilata e rimane conficcato nei tuoi pensieri per parecchio tempo, anche dopo che li hai letti tutti.
Ogni racconto è un microcosmo di sentimenti allo stato puro che via via si trasformano e ti trasformano.
Fa riaffiorare l’io più profondo e più oscuro che si nasconde in ognuno di noi e ti costringe a chiederti se sia possibile, come sia potuta accadere questa cosa.
Ogni racconto ti fa dubitare quasi di te stesso e di ogni singola persona che ti sta accanto, ti fa pensare se la realtà sia veramente quella che vedi o se dietro ci stia tutt’altro.
Ogni racconto è permeato di sentimenti struggenti,quali l’amore materno, l’amore tra coniugi, l’amore tra amanti, l’amore tra sorelle e fratelli.
Ma niente è come sembra.
Ogni mente racchiude un turbine di pensieri che in un attimo, oppure dopo lunghe premeditazioni, possono scaturire nella violenza più efferata.
Dietro ogni mente si nasconde una disperazione, un disagio, un malessere che non tutti riescono a vedere o a comprendere.
Grazie Sara,per avermi aiutato a vedere oltre le apparenze, in modo delicato ma allo stesso tempo tagliente, con la tua scrittura che sa di rabbia e di disperazione, che graffia ma che dimostra tanta voglia di amare.
Questo è il primo libro, l'esordio di Sara Bilotti e come esordio non è niente male. Poi scrivere racconti si sa, non è per niente facile. In questo libro ce ne sono dodici, dove la scrittura a mio parere è sempre bella e incisiva, in tutti si sente un sentimento molto femminile e in questi racconti Sara ci mette davanti all'orrore di un mondo reale. Quello di tutti i giorni.
Quello che ho amato di più è sicuramente "Farfalla", una storia amarissima e spiazzante, degni di nota "Passo numero 4", "Senza voce", "Loro" e "Niente da perdere".
Sicuramente un libro da leggere.
Farfalla*****
Caos **
Passo numero 4****
Clara e Adele***
L'uomo nero***
Pozzo verde**
Legami di sangue***
Senza voce ****
Nella carne***
Loro****
Niente da perdere****
Athina è libera***
Altro racconto decisamente bello è "Il segreto rubato della metamorfosi" pubblicato quest'estate sul Manifesto. Potete trovarlo a questo link: http://www.dirittiglobali.it/home/categorie/35-libri/35750-il-segreto-rubato-della-metamorfosi.html?ml=2&mlt=yoo&tmpl=component
Ho avuto il piacere di conoscere Sara Bilotti personalmente a una presentazione del suo libro a Milano. Che dire di questa donna dolce, sensibile, affascinante e diabolicamente donna quando scrive?! Sembrano due persone diverse. Quando scrive si trasforma ed esce tutta la sua vena noir. Con prepotenza inaspettata ti butta in faccia tutto il peggio che l’essere umano ha nel profondo del suo “IO”. Quel “lato oscuro” nascosto dentro di noi e pronto ad esplodere in qualsiasi momento.
Una raccolta di 12 racconti. Un piccolo volume (116 pagine) da leggere tutto d’un fiato. Un libro intenso e forte dalla prima all’ultima pagina, senza mai calare la tensione l’ansia la paura. Ci sono diverse problematiche, differenti orrori e traumi repressi. Sembrano storie vissute e forse è proprio questa la sua bravura: far passare la fantasia per realtà. Farti credere che nessuno è immune da un atto di pazzia, dove quella linea sottile che divide la normalità dalla follia può essere superata da chiunque in qualsiasi momento.
“Nella carne” è un caleidoscopio di emozioni e sentimenti…..odio, rancore, amore malato, tradimento, gelosia, cinismo e malinconia il tutto racchiuso in 12 racconti (il 12° è scritto a quattro mani con Massimo Rainer un’accoppiata vincente!!!!)
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