Recensione a cura di Patrizia Seghezzi:
L'inverno del commissario Ricciardi mi ha letteralmente conquistata.
Lo scrittore entra in punta di piedi, scrive in punta di penna un libro delizioso, tutto da gustare.
Il senso del dolore attraversa tutto il romanzo, un senso indefinito, malinconico, molte volte triste, struggente. E così è lui, il commissario, una figura che impariamo ad amare nelle pagine che scorrono veloci per sapere cosa c'è dopo, per capire questo senso del dolore che lo circonda come un alone senza mai lasciarlo.
Una trama piuttosto semplice che, invece di impoverire il libro, lo rafforza ulteriormente, lo rende ancora più coinvolgente.
Una Napoli descritta magistralmente da una persona che ama la sua città, lo si denota da tante descrizioni, da tanti piccoli particolari.
Un libro intenso, che mi rimarrà dentro per molto.
L'inverno del commissario Ricciardi mi ha letteralmente conquistata.
Lo scrittore entra in punta di piedi, scrive in punta di penna un libro delizioso, tutto da gustare.
Il senso del dolore attraversa tutto il romanzo, un senso indefinito, malinconico, molte volte triste, struggente. E così è lui, il commissario, una figura che impariamo ad amare nelle pagine che scorrono veloci per sapere cosa c'è dopo, per capire questo senso del dolore che lo circonda come un alone senza mai lasciarlo.
Una trama piuttosto semplice che, invece di impoverire il libro, lo rafforza ulteriormente, lo rende ancora più coinvolgente.
Una Napoli descritta magistralmente da una persona che ama la sua città, lo si denota da tante descrizioni, da tanti piccoli particolari.
Un libro intenso, che mi rimarrà dentro per molto.
TRAMA: Napoli, marzo 1931, mentre un inverno particolarmente rigido tiene la città stretta in una morsa di gelo, un assassinio scuote l'opinione pubblica per la ferocia con cui il crimine è perpetrato e per la notorietà del morto. Il grande tenore Arnaldo Vezzi viene trovato cadavere nel suo camerino al Teatro San Carlo prima della rappresentazione de "I Pagliacci", la gola squarciata da un frammento acuminato dello specchio andato in pezzi. Artista di fama mondiale, amico del Duce, uomo egoista e meschino: a ricostruire la personalità della vittima e a risolvere il caso è chiamato il commissario Luigi Alfredo Ricciardi, in forza alla Squadra Mobile della Regia Questura di Napoli. Investigatore anomalo, mal sopportato dai superiori per la sua insofferenza agli ordini e temuto dai sottoposti per il suo carattere chiuso ed enigmatico, Ricciardi coltiva nel suo animo tormentato un segreto inconfessabile: fin da bambino "vede i morti" - ma solo chi muore di morte violenta - , coglie la loro immagine nell'ultimo momento di vita e ascolta le ultime parole; "il Fatto", come lo chiama lui, lo aiuta nelle indagini.
Titolo Il senso del dolore. L'inverno del commissario Ricciardi
Autore De Giovanni Maurizio
Prezzo di copertina € 10,00
Dati 2007, 247 p., brossura
Editore Fandango Libri
Titolo Il senso del dolore. L'inverno del commissario Ricciardi
Autore De Giovanni Maurizio
Prezzo di copertina € 10,00
Dati 2007, 247 p., brossura
Editore Fandango Libri
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Il mio percorso nella lettura dei libri di Maurizio De Giovanni non è certo ortodosso, sono partita dagli ultimi due per poi passare al primo:uno tra i meriti dell'autore è sicuramente quello di rendere possibile anche questo tipo di approccio. E' ovvio che leggendo ora il primo della serie di Ricciardi io conosca già gli sviluppi futuri dei personaggi,ma sinceramente questo non mi ha per nulla "guastato" la lettura, anzi. Confrontando il primo e gli ultimi due a mio parere ci si trova di fronte a un "crescendo rossiniano" : le caratteristiche e le indubbie qualità già presenti nel primo libro sono cresciute e si sono affinate nei seguenti. I personaggi conquistano,la trama gialla è ben costruita e funziona, l'atmosfera cattura e la prosa affascina sempre di più. So che quello che in questo libro era " in nuce" si è poi esplicato nei seguenti.Qui abbiamo la presentazione dei personaggi : Ricciardi, investigatore di emozioni, con il suo fardello di dolore, Maione, la tata, Livia ed Enrica e la già irresistibile caratterizzazione di Garzo servo servile ed inetto del potere. Bambinella è solo un accenno per ora e anche Napoli ,indubbia protagonista dei libri di De Giovanni è sì presente, ma a mio parere non ancora in modo così rilevante come nei seguenti. Ecco un po' Napoli mi è mancata in questo libro, avrei voluto più rumori, voci, sapori ed odori di questa città, unica ed irresistibile perchè piena di contraddizioni , di ironia e poesia.
Inutile dire che sicuramente leggerò gli altri che mi mancano...li ho già nella mia libreria.
Questo 1° romanzo della serie relativa al commissario Ricciardi, mi ha convinto solo su alcuni aspetti. Di quest’autore oltre a questo romanzo, ho letto “Il giorno dei morti” e mi viene da fare il raffronto. Dell’altro mi ha preso molto di più la storia, invece questa l’ho trovata, a tratti, “debole”. Per la verità ho rivisto un pò anche la mia opinione sul personaggio di Ricciardi mi sembra che sia un uomo a cui manca totalmente l’intraprendenza, soprattutto dal punto di vista personale. “La sera dalla finestra guarda l’amata Enrica, lo accudisce la solita tata Rosa, la donna che l’ha cresciuto…e poi? Che uomo è?
La parte di questo romanzo che più mi è piaciuta, è sicuramente quando entrano in scena Nespoli e poi Maddalena, in quel tratto si vede anche un commissario che fa la parte investigativa. Infine è sicuramente notevole il modo in cui si descrive Napoli, l’autore a tratti diventa quasi un poeta, sembra di esserci nei rioni Sanità e nelle altre zone di questa splendida città. E in ultimo (non per ordine d’importanza) la scrittura è davvero molto apprezzabile. Sicuramente per me questo è un valido motivo per proseguire la conoscenza di questo bravo scrittore.
Peccato che non esistano le mezze misure, avrei voluto dare 3 stelle e mezzo!
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