Il nostro caro Morozzi è prolifico, anche quest'anno, dopo il successo de "Cicatrici" del 2010, esce il 22 settembre il nuovo noir "Chi non muore". Non vedo l'ora dei leggerlo!!
Angela detta Angie è una studentessa fuorisede a Bologna, molto carina, aspirante cantante, anche se troppo pigra per impegnarsi seriamente nella musica. Divide un appartamentino con quattro odiate coinquiline, è convinta che il suo migliore amico Lucio sia gay, e ha messo in crisi la propria band intrecciando relazioni sia col batterista che con il chitarrista. Si innamora degli uomini in cinque secondi, ha un talento insospettabile per la meccanica, ha curiosità lesbiche mai verificate, ed è stata la bambina-immagine di una famosa merendina. La sua vita cambia il giorno in cui, in sala prove, incontra Mizar: tastierista bellissimo, triste e solitario, di cui, come sua abitudine, si innamora in cinque secondi. Indagando su Mizar, viene a conoscenza di una storia misteriosa e irrisolta: Mizar è l'unico superstite di una band i cui membri, molti anni prima, sono stati uccisi uno dopo l'altro, nella stessa notte, in tre punti diversi della città. Mizar si è salvato (e allo stesso tempo ha un alibi di ferro) perché stava suonando a quattrocento chilometri da Bologna, Angie e Lucio iniziano a indagare su questa torbida vicenda, mentre Angie cerca di conoscere meglio il fascinoso Mizar, che viene marcato stretto dalla bellissima, ambigua e seduttiva Valentina. Mizar, che ha un segreto terribile, legato a un pomeriggio d'estate di molti anni prima, in una discarica in mezzo alle campagne. Che vive isolato, in fondo a un sentiero che porta a due case gemelle...
Recensione a cura di Ferdinando Pastori:
Piacerà ai Morozzi fan ( ma non solo a loro) questo nuovo “Chi non muore”. Un libro di non facile classificazione, ma dopotutto non è poi così importante inserirlo in un genere piuttosto che in un altro. Meglio raccontare che “Chi non muore” è scritto nello stile tipico di Morozzi, molto parlato, alla stregua di un diario a cui si confidano paure ed emozioni. Che è divertente, leggero, ma non troppo. Perché dietro all’apparente spensieratezza si cela qualcosa di terribile. Segreti. Che il buon senso suggerirebbe di lasciare intatti. Parchè i film horror insegnano che conviene “non aprire quella porta”. Guardando alla produzione dello scrittore bolognese, verrebbe da pensare che ci troviamo di fronte a una riuscita sintesi fra i libri precedentemente pubblicati. C’è la passione per la musica, la vita dei gruppi musicali che nascono e si sciolgono cercando di sfondare, c’è “Despero” e “L’era del porco”. C’è Bologna che ti abbraccia e ti prende a calci in culo. C’è il lato oscuro, noir di “Black Out”, ma anche l’alone misterioso e soprannaturale di “Cicatrici”. Non resta altro che iniziare a leggere il racconto in prima persona della nuova eroina Angie e accompagnarla pagina dopo pagina fino all’imprevedibile (forse un po’ toppo veloce e sconcertante) finale. La colonna sonora di sottofondo? Chiedete direttamente a Morozzi, è lui l’esperto.
Recensione a cura di Ferdinando Pastori:
Piacerà ai Morozzi fan ( ma non solo a loro) questo nuovo “Chi non muore”. Un libro di non facile classificazione, ma dopotutto non è poi così importante inserirlo in un genere piuttosto che in un altro. Meglio raccontare che “Chi non muore” è scritto nello stile tipico di Morozzi, molto parlato, alla stregua di un diario a cui si confidano paure ed emozioni. Che è divertente, leggero, ma non troppo. Perché dietro all’apparente spensieratezza si cela qualcosa di terribile. Segreti. Che il buon senso suggerirebbe di lasciare intatti. Parchè i film horror insegnano che conviene “non aprire quella porta”. Guardando alla produzione dello scrittore bolognese, verrebbe da pensare che ci troviamo di fronte a una riuscita sintesi fra i libri precedentemente pubblicati. C’è la passione per la musica, la vita dei gruppi musicali che nascono e si sciolgono cercando di sfondare, c’è “Despero” e “L’era del porco”. C’è Bologna che ti abbraccia e ti prende a calci in culo. C’è il lato oscuro, noir di “Black Out”, ma anche l’alone misterioso e soprannaturale di “Cicatrici”. Non resta altro che iniziare a leggere il racconto in prima persona della nuova eroina Angie e accompagnarla pagina dopo pagina fino all’imprevedibile (forse un po’ toppo veloce e sconcertante) finale. La colonna sonora di sottofondo? Chiedete direttamente a Morozzi, è lui l’esperto.
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Beh, io non posso certo definirmi a pieno titolo una "Morozzi fan" :non sono appassionata di musica e non conosco bene Bologna, però ho letto "Black out" e "Cicatrici". Il primo mi era piaciuto, il secondo già meno ma ora questo libro mi ha parecchio deluso. Nonostante la verve ,la simpatia e l'ironia della protagonista ed anche la scorrevolezza della scrittura, la storia non è riuscita e coinvolgermi, lasciandomi spesso l'impressione di stare leggendo un mero diario adolescenziale.Neanche il finale, che più che sorprendente mi è sembrato deludente, mi è piaciuto..peccato!
Angela, "Angie", è una studentessa di Francavilla, fuorisede a Bologna. Divide l'appartamento con quattro altre ragazze, con le quali ha pessimi rapporti di convivenza, canta in un gruppo un po' raffazzonato, usa un linguaggio da trivio e ha l'innamoramento facile,per non dire che è un filo troppo zoccola. Ma, forse, questo è un quadro abbastanza realistico di tante ragazze, oggi. Non so, non ho esperienze dirette con questa fascia di età...
Uno degli innamoramenti fulminanti di Angie è Mizar, tenebroso e bellissimo musicista, incontrato per caso nella sala prove del gruppo. La scoperta che Mizar è l'unico superstite di quattro componenti di una band, uccisi anni prima, scatena nella ragazza un misto di spirito investigativo e sindrome da "io ti salverò".
Forse, se avessi un terzo della mia età anagrafica, avrei apprezzato quella che mi è sembrata irritante petulanza e iperattività convulsa.La scrittura di Morozzi è, sì, piacevole, ma troppo frenetica. I pensieri di Angie, suscitano qualche sorriso, ma sembrano esageratamente scafati, per la testa di una ventiduenne. Quando, verso la fine del libro, si incomincia a provare una sorta di avvicinamento e di vera curiosità, purtroppo si inizia anche a sospettare la virata paranormale, così cara all'autore ("Cicatrici"), e il finale mi ha lasciata basita. Due stelle all'idea iniziale e alla correttezza della scrittura, per il resto, zero.
Un romanzo che non sta in piedi, spacciato per thriller quando non lo è e nemmeno è noir. Forse leggermente horror scopiazzato da film e altri libri. Con un finale soprannaturale per chiudere una storia che non si chiude e che fa sorgere diversi dubbi sulle capacità di scrivere un romanzo, l'ennesimo noiosissimo e banalissimo romanzo di un autore sopravvalutato, ma probabilmente per la gioia dei lettori seri anche l'ultimo
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