Recensione a cura di Ferdinando Pastori:
Per comporre un puzzle, comunemente, la prima cosa da fare è cercare i pezzi che formano il bordo. Poi, separare i pezzi per forma e colore. Patrizia Mintz, con il suo Custode degli Arcani, ha seguito il medesimo percorso. Ha costruito un puzzle affascinante e complesso sotto gli attenti occhi del lettore, aggiungendo a ogni pagina un tassello fino a rivelare l’immagine finale. Impresa non facile quando i pezzi da far combaciare sono numerosi, ma condotta con successo grazie all’aiuto dei suoi personaggi. Tutti tratteggiati con l’occhio di chi prova simpatia e affetto per loro. Apprezzabile non solo l’intreccio narrativo, ma anche il meticoloso lavoro di ricerca precedente alla stesura della storia. Lavoro che è frutto sicuramente di passione, attenzione per i dettagli e curiosità. Affrontando la lettura…un solo consiglio. Quando si arriva alla fine del puzzle, quando mancano pochi pezzi, si è soliti pensare che oramai il più sia fatto. Solitamente è così, ma a volta capita di non trovare l’ultimo tassello. Magari caduto per terra e finito sotto il tavolo. Allora si trattiene il respiro e…attenzione ai colpi di scena. Sarà stata l’ambientazione, l’alone mistico ed esoterico, ma “Beyond the Invisible” degli Enigma come colonna sonora ha funzionato alla grande.
Per comporre un puzzle, comunemente, la prima cosa da fare è cercare i pezzi che formano il bordo. Poi, separare i pezzi per forma e colore. Patrizia Mintz, con il suo Custode degli Arcani, ha seguito il medesimo percorso. Ha costruito un puzzle affascinante e complesso sotto gli attenti occhi del lettore, aggiungendo a ogni pagina un tassello fino a rivelare l’immagine finale. Impresa non facile quando i pezzi da far combaciare sono numerosi, ma condotta con successo grazie all’aiuto dei suoi personaggi. Tutti tratteggiati con l’occhio di chi prova simpatia e affetto per loro. Apprezzabile non solo l’intreccio narrativo, ma anche il meticoloso lavoro di ricerca precedente alla stesura della storia. Lavoro che è frutto sicuramente di passione, attenzione per i dettagli e curiosità. Affrontando la lettura…un solo consiglio. Quando si arriva alla fine del puzzle, quando mancano pochi pezzi, si è soliti pensare che oramai il più sia fatto. Solitamente è così, ma a volta capita di non trovare l’ultimo tassello. Magari caduto per terra e finito sotto il tavolo. Allora si trattiene il respiro e…attenzione ai colpi di scena. Sarà stata l’ambientazione, l’alone mistico ed esoterico, ma “Beyond the Invisible” degli Enigma come colonna sonora ha funzionato alla grande.
....Questura di Roma, una mattina di Settembre, finalmente posso parlare con il Vice-Questore Arlia.
Mi trovo davanti un omone imponente, incastrato in una sedia che pare di dimensioni puffesche sotto la mole imponente..capelli rossicci, vestito spiegazzato con qualche patacchetta di unto sparsa a guisa di pioggerella e uno sguardo simpatico e sornione.
Finalmente posso togliermi un paio di curiosità:
-Vicequestore Arlia, “Il custode degli arcani” è il suo secondo caso qui a Roma, dopo “Veritas”, cosa trova di diverso tra queste due indagini? C’è stata un’escalation di violenza a suo parere?
Come si direbbe a Topolinia, stavolta c’è stato un bel massacro di topastri. Scherzi a parte, rispetto a “Veritas”, l’assassino del “Custode” non ha lesinato sull’immaginazione. Parafrasando il ’68, si potrebbe dire “l’orrore al potere”.
-Cosa pensa sia cambiato nella mente della mandante di tutte le azioni che le capitano intorno?
O nel frattempo ha subito una lobotomia oppure aveva parecchi conti da saldare. Che dire? Si sfoga così, la signora…
- L’ispettore Panetta, che lei definisce la sua Nemesi personale e il suo amico, François, sono sempre a suo fianco, me li descriverebbe in poche parole?
Panetta è ‘nu guaio ‘e notte, un mazzo di ortiche piantato nel sedere mentre si va a raccogliere il radicchio in campagna. Però… però… il ragazzo ogni tanto, per puro caso naturalmente, ha intuizioni geniali. Ripeto: assolutamente non volute. François è il mio alter ego, il mio doppelganger, il “me” non spiegazzato, non diversamente magro, non impataccato, organizzato. Assolutamente fondamentale, ma ogni tanto… maronn quanto rompe!
-Cosa vorrebbe dire a colei che la descrive e la fa parlare usando spesso simpatiche similitudini e verbi che si riferiscono al mondo animale e fumettistico, lei “cinguetta, ciangotta, miagola,sta muto come una tinca ,ha delle occhiaie tipo panda etc… Si vendichi e mi descriva Patrizia Mintz usando lo stesso linguaggio .
Patrizia Mintz non cammina… incede, non suda… traspira, non si incazza… si altera, non mangia… si approvvigiona, non vede… guata. non rutta… flatula
-Che rapporto ha con i suoi animali domestici? Sono loro che vivono con lei o è lei che vive con loro?
Siamo tutti mescolati, non si sa chi è chi. Ultimamente ho sempre più l’impressione che io sia a pensione da loro. D’altronde sono tre contro uno… Vabbè, a parte il gatto, Ugo: quello si vende al migliore offerente, al custode della dispensa, cioè il sottoscritto.
-Cos’è il cibo per lei?
Una divinità greca da idolatrare, cui consacrarsi.
Mi trovo davanti un omone imponente, incastrato in una sedia che pare di dimensioni puffesche sotto la mole imponente..capelli rossicci, vestito spiegazzato con qualche patacchetta di unto sparsa a guisa di pioggerella e uno sguardo simpatico e sornione.
Finalmente posso togliermi un paio di curiosità:
-Vicequestore Arlia, “Il custode degli arcani” è il suo secondo caso qui a Roma, dopo “Veritas”, cosa trova di diverso tra queste due indagini? C’è stata un’escalation di violenza a suo parere?
Come si direbbe a Topolinia, stavolta c’è stato un bel massacro di topastri. Scherzi a parte, rispetto a “Veritas”, l’assassino del “Custode” non ha lesinato sull’immaginazione. Parafrasando il ’68, si potrebbe dire “l’orrore al potere”.
-Cosa pensa sia cambiato nella mente della mandante di tutte le azioni che le capitano intorno?
O nel frattempo ha subito una lobotomia oppure aveva parecchi conti da saldare. Che dire? Si sfoga così, la signora…
- L’ispettore Panetta, che lei definisce la sua Nemesi personale e il suo amico, François, sono sempre a suo fianco, me li descriverebbe in poche parole?
Panetta è ‘nu guaio ‘e notte, un mazzo di ortiche piantato nel sedere mentre si va a raccogliere il radicchio in campagna. Però… però… il ragazzo ogni tanto, per puro caso naturalmente, ha intuizioni geniali. Ripeto: assolutamente non volute. François è il mio alter ego, il mio doppelganger, il “me” non spiegazzato, non diversamente magro, non impataccato, organizzato. Assolutamente fondamentale, ma ogni tanto… maronn quanto rompe!
-Cosa vorrebbe dire a colei che la descrive e la fa parlare usando spesso simpatiche similitudini e verbi che si riferiscono al mondo animale e fumettistico, lei “cinguetta, ciangotta, miagola,sta muto come una tinca ,ha delle occhiaie tipo panda etc… Si vendichi e mi descriva Patrizia Mintz usando lo stesso linguaggio .
Patrizia Mintz non cammina… incede, non suda… traspira, non si incazza… si altera, non mangia… si approvvigiona, non vede… guata. non rutta… flatula
-Che rapporto ha con i suoi animali domestici? Sono loro che vivono con lei o è lei che vive con loro?
Siamo tutti mescolati, non si sa chi è chi. Ultimamente ho sempre più l’impressione che io sia a pensione da loro. D’altronde sono tre contro uno… Vabbè, a parte il gatto, Ugo: quello si vende al migliore offerente, al custode della dispensa, cioè il sottoscritto.
-Cos’è il cibo per lei?
Una divinità greca da idolatrare, cui consacrarsi.
-Patrizia ha trasferito su di lei alcune delle sue caratteristiche personali, c’è invece qualcosa di lei che l’autrice invidia?
Il mignolo del piede sinistro? I miei capelli? Non saprei. Forse, anzi no certamente mi invidia la mia capacità di andare a culo col mondo, compreso quel perucchio del mio medico che vorrebbe tenermi a dieta
-E a lei cosa piace di Patrizia? E cosa invece non le invidia?
Uhm… mi piace… Mi piacciono le sue tette. La scriminatura dei capelli non rintracciabile. La gabbia dei pensieri arruffati. Quello che non le invidio è il suo tallone d’Achille, che peraltro vorrei trovare.
Grazie Vice.Questore, spero di rivederla presto alle prese con una nuova indagine, e naturalmente un grazie a Patrizia Mintz per essersi sottoposta a questa intervista insolita.
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1 Lascia un commento:
Caro Ferdinando, avevo pensato di farlo in pv, poi ho deciso diversamente.
Ti ringrazio per la tua recensione, non solo per le parole ma anche per le immagini che sei riuscito a evocare. Confesso di non aver ancora letto nulla di tuo, ma la tua intervista su Thriller mi aveva molto incuriosita, dove faceva riferimento a un tuo modo di scrivere e al ritmo che imprimi al racconto.
Credo molto nelle parole, ma credo di non aver imparato molto sul ritmo. E mi è piaciuta molto la tua associazione ai salmoni, animali che amo proprio per il loro affidarsi all'istinto.
Dico tutto questo per arrivare al fatto che mi procurerò il tuo ultimo libro. Comincerò così. Dalla fine. Come i salmoni. Un abbraccio e ancora grazie
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