sabato, marzo 5

INTERVISTA a Valerio Varesi

Valerio Varesi è nato a Torino l'otto agosto 1959 da genitori parmensi. A tre anni è tornato nella città emiliana dov'è cresciuto e ha studiato. Si è laureato in filosofia all'università di Bologna con una tesi su Kierkegaard. Nell'85 ha iniziato a scrivere su giornali e riviste pubblicando anche racconti in raccolte collettive.
Dopo essere stato corrispondente da Parma per La Stampa e La Repubblica, nell'87 ha lavorato alla Gazzetta di Parma e nel '90 è passato alla redazione bolognese di La Repubblica. La prima pubblicazione è del '98, un romanzo giallo (Ultime notizie di una fuga ed. Mobydick) liberamente tratto dalla vicenda Carretta. Nel 2000 è uscito Bersaglio, l'oblio edito da Diabasis con il quale è stato finalista al festival del noir di Courmayeur e al premio Fedeli, organizzato a Bologna dal Siulp. Assieme a una decina di altri autori (tra i quali Macchiavelli, Manfredi, Barbolini e Pederiali), ha pubblicato Aelia Laelia Crispis (Diabasis), una raccolta di racconti ispirati a una misteriosa lapide bolognese. Nel 2002 è uscito Il cineclub del mistero edito da Passigli con la presentazione di Carlo Lucarelli. Sono Seguiti alcuni romanzi con l'ispettore Soneri protagonista: L'Affittacamere, Il Fiume delle nebbie, Le Ombre di Montelupo, A mani vuote, Oro, incenso e polvere, La casa del comandante e Il commissario Soneri e la mano di dio (editi da Frassinelli). Al di fuori della "serie" legata all'ispettore Soneri, nel 2007 è uscito il romanzo Le Imperfezioni (Frassinelli) e nel 2009 Il paese di Saimir (Edizioni Ambiente, VerdeNero).
Il romanzo Oro, incenso e polvere ha vinto il Premio Franco Fedeli e il Premio del Giallo e del Noir Mediterraneo.Nel 2009 Valerio Varesi ha ricevuto il premio alla carriera Lama e Trama (Per avere impresso al giallo italiano suggestioni paesaggistiche e complessità psicologiche degne della grande letteratura). Nel 2010 vince il Premio Serravalle Noir.
Il commissario Soneri, protagonista dei romanzi di Varesi, con il volto di Luca Barbareschi è approdato in Tv nella serie di sceneggiati Nebbie e Delitti su Rai Due nel novembre 2005 (al fianco di Barbareschi c'era anche Natasha Stefanenko).


 

Thrillerpage intervista Valerio Varesi
a cura di Cristina Aicardi.


Cristina
Come è nato il Commissario Soneri?
Valerio
"Dopo avere scritto molto pubblicando solo su riviste e quotidiani, mi sono trovato per le mani un caso di cronaca che avevo raccontato nel mio lavoro di giornalista: la vicenda Carretta. Siccome era un giallo, l’ho trattata come tale, ma a quel punto avevo bisogno di un investigatore. Soneri è nato in quel momento"

Cristina
Soneri ama la nebbia e la notte ;pare un eroe romantico indissolubilmente legato alla sua terra ed allo scorrere del Po. Perchè questa caratterizzazione?

Valerio
"Dovevo decidere se costruire un personaggio diverso da me o vicino a me. Ho scelto questa seconda strada che mi permetteva di stare in presa diretta con ciò che raccontavo. E’ un commissario un po’ atipico caratterizzato dal suo incedere induttivo. C’è un po’ di Maigret, ma anche un po’ di Chandler nella caratterizzazione romantica dell’uomo solo che lotta col caos. E’ anche un uomo che abita le sue zone come un animale sta nel suo habitat. Ora, queste zone sono anche le mie e soprattutto è la parte di mondo che conosco meglio. Scrivo storie di provincia, ma non provinciali".
Cristina
Soneri è " un segugio" , le sue indagini si svolgono più seguendo l'intuito,l'istinto e le sensazioni che affidandosi alle tecniche scientifiche. Perchè questa scelta?

Valerio
"Trovo noiosissime le storie fatte di microscopi, luminol e squartamenti anatomopatologici. La letteratura non è un manuale di medicina legale. Del resto Soneri non rinuncia alla scienza, semplicemente la lascia ai suoi colleghi: Nanetti per la polizia scientifica e Juvara per le indagini elettroniche. Oggi c’è l’erronea convinzione che la scienza risolve i casi, ma non è così. I casi li risolvono i magistrati e gli investigatori che hanno capacità e idee. Soneri è induttivo, va dal particolare all’universale e ha naso, intuizioni investigative. Quelle che spesso mancano agli investigatori di oggi".
Cristina
Soneri e Angela: che rapporto lo lega alle donne?

Valerio
"Con Angela ha un rapporto conflittuale, ma alla fine si ritrovano in un’unica idea di mondo. Angela è quella che lo rispecchia nella vita e nelle idee e tutti noi, dopo aver constatato l’ostilità di ciò che ci circonda, abbiamo bisogno di qualcuno che ci dia ragione e veda le cose in modo condiviso".

Cristina
Perchè ad ogni nuovo libro Soneri sembra sempre più deluso,disilluso, scoraggiato?

Valerio
"Basta guardare come declina l’Italia e la risposta è già tutta lì. Aveva sognato un Paese diverso e si ritrova alle prese con lo sfascio e il ribaltamento dei valori dell’Italia berlusconiana. Penso che ce ne sia abbastanza per essere incazzati".

Cristina
E perchè solo il cibo ed il vino paiono riuscire a portarlo "ad uno stato di grazia"?

Valerio
"Cibo e vino sono lubrificanti per il cervello. Lo sapevano bene i greci e i romani che discutevano mangiando e bevendo. Ma a parte questo, il cibo è una riappropriazione di identità in un mondo sempre più privo di identificazioni. Anche il cibo è standard e quindi mangiare un piatto della propria tradizione è, come rilevava il grande Piero Camporesi, una specie di rito pagano di ripresa della propria identità culturale".

Cristina
Cosa intendi quando dici che un commissario è " un archeologo delle vite altrui"?
Valerio
"Ogni indagine è uno scavo dentro le vite altrui. Ogni volta si viviseziona l’esistenza degli altri anche sotto il profilo delle esperienze intellettuali e in questo lavoro vengono a galla contesti sociali comuni a tutti noi. Da qui la com-partecipazione di Soneri all’indagine secondo una modalità che non è solo prettamente investigativa. Inoltre, il mio commissario è ben consapevole che la realtà è indominabile e ogni fatto che accade, in primis un delitto, è frutto di innumerevoli ragioni. E’ il famoso ‘Gnommero’ di cui ci parlava Carlo Emilio Gadda".
Cristina
I temi del tuo ultimo libro "E' solo l'inizio Commissario Soneri" sono la disillusione, le scommesse perse con la vita e la nostalgia per il passato. Rimane solo il cibo quindi?
Valerio
"Be’, il tema principale è lo scontro generazionale tra i ‘sessantottini’ e i loro figli. Quela del ’68 è stata la prima generazione che non ha saputo comunicare niente o quasi a chi è venuto dopo. Erano troppo preoccupati ad affermare se stessi in un’Italia che allora offriva qualsiasi possibilità. I loro figli, quindi, hanno come ricominciato da capo, da zero. E’ lì che è iniziata la sconfitta culturale che ha portato al trionfo della sottocultura di oggi fatta di tv commerciali, veline e futilità varie. Insomma, l’Italia di Berlusconi".
Cristina
Dai tuoi libri è stata tratta una serie Tv, Soneri ne ha sicuramente quadagnato in popolarità, ma ha perso anche qualcosa?

Valerio
"Solo la prima serie è stata tratta da miei libri, le altre due da soggetti degli sceneggiatori. S’è persa l’inquietudine che comunico, la problematicità sociale i conflitti e la durezza della realtà. Però le prime dieci puntate erano belle e fatte bene. La terza serie ha perso tutto perché chi l'ha prodotta l'ha tirata via al risparmio e decontestualizzata portandola a Torino e Otranto. Cosa poteva mai c’entrare Otranto con ‘Nebbie e delitti’"?

Cristina
Se sì, quali sono le differenze tra i libri e la serie televisiva?

Valerio
"Direi tutto in una parola: la tv ‘pastorizza’ i libri. Li usa solo come trama privandoli dei contenuti"

Cristina
La serialità è una tua scelta o è stata dettata dal successo?

Valerio "Ti affezioni a un personaggio e si affeziona anche il pubblico che a un certo punto ti chiede di ritrovare atmosfere e protagonisti famigliari. Ma io ho rotto più volte la serialità con romanzi come ‘Le imperfezioni’ o ‘Il paese di Saimir’".
Cristina
Può diventare un limite?
Valerio
"Se è ripetitiva sì. Ci vogliono storie sempre nuove".

Cristina
Che succederà a Soneri nel prossimo libro?
Valerio
"Nel prossimo libro non ci sarà Soneri. Rompo la serialità e scrivo un romanzo ambientato nel ’44 durante la guerra partigiana. Ma non sarà un libro sulla Resistenza, bensì la storia di due partigiani per caso".
Cristina
Cosa ami leggere e cosa invece proprio non ti piace?

Valerio
"Mi piace leggere romanzi o saggi che mi facciano ragionare e guardare al mondo da una prospettiva che non avevo considerato. E poi cose scritte bene, con tasso letterario alto: c’è troppa roba abborracciata, approssimativa. C’è una cosa che detesto: i serial killer con più di tre morti. Non appartengono, se non raramente, alla tradizione criminale italiana e molto spesso mi sembrano messi in scena per sostenere costruzioni letterarie fragili. In altre parole: è più facile scrivere un libro dove c’è un morto ogni dieci pagine che un solo omicidio in duecento".

Cristina
L'ho chiesto a tutti...c'è un libro che hai letto e che avresti voluto aver scritto tu?
Valerio
"Lo straniero di Camus".

Thrillerpage ringrazia Valerio Varesi  e Cristina Aicardi per la disponibilità e la bella intervista.



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