Otto storie, tanto perfette e compiute da costituire ciascuna un breve romanzo. Ci sono i personaggi della Vigàta di ogni tempo, l’inventario di una Sicilia dalle inesauribili sfaccettature: avvocati brillanti, chiromanti improvvisate, contadini e studentesse, preti e federali, comunisti sfegatati, donne risolute, un repertorio che suscita il sorriso o la pietà, e sempre un forte coinvolgimento.....Data uscita03/03/2011
Listino€ 14,00 Editore Sellerio-Collana La memoria Pagine288 brossura EAN 9788838925467 |
Otto storie, tanto perfette e compiute da costituire ciascuna un breve romanzo. Ci sono i personaggi della Vigàta di ogni tempo, l’inventario di una Sicilia dalle inesauribili sfaccettature: avvocati brillanti, chiromanti improvvisate, contadini e studentesse, preti e federali, comunisti sfegatati, donne risolute, un repertorio che suscita il sorriso o la pietà, e sempre un forte coinvolgimento. Ma in queste storie c’è anche un elemento fiabesco, mitico, un improvviso scarto dalla narrazione che ritorna insistente. È una traccia sotterranea che si mescola con il momento storico che è sempre ben definito, al punto che sin dalle prime righe di ogni storia la narrazione viene incastonata in una data precisa, la fine dell’Ottocento, l’alba del 1900, ma più spesso gli anni del fascismo, dello sbarco, del dopoguerra. Quasi sempre è l’ironia, la burla a dominare, o il gallismo brancatiano, oppure l’umanità solidale che non manca mai nelle storie di Camilleri che in quella «piazza della memoria» che è Vigàta, attinge a storie vere o verosimili depositate fra i suoi ricordi, per reinventarle e raccontarle con la sua capacità affabulatoria, tutte spruzzate da una polvere di simpatia.
Cristina Aicardi, la Camillerologa ha detto:
8 storie, 8 piccoli ritratti della provincia all'epoca del fascismo e della liberazione, storie comuni a tutte le provincie, non solo di quella sicilianissima Vigata che ormai conosciamo bene per essere la casa di Montalbano. 8 storie di intrighi, maldicenze, ipocrisie ,malelingue e vendette e di subdoli giochini di potere che spesso finiscono ritorcendosi contro chi li ha ideati, perchè i protagonisti spesso a tutto hanno pensato ,tranne che al destino che ,inesorabile, finisce per metterci il suo zampino e rovinare tutto.Un ritratto amaro ed anche ironico di un paese messo sotto la lente d'ingrandimento di un grande come lo è Camilleri. Scritto in dialetto probabilmente non incontrerà i favori di coloro che faticano a leggere i racconti del mio amato Commissario.
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