martedì, febbraio 22

Alfredo Colitto intervistato da Cristina Aicardi

Siamo arrivati alla fine della trilogia scritta da Alfredo Colitto, così la nostra Cristina ha preparato una bella intervista. Ringrazio come sempre Alfredo per la disponibilità e Cristina per le belle domande. Ma partiamo subito con l'intervista.........








Cristina:
Hai spostato l'azione da Bologna a Venezia, come mai questa scelta?

Alfredo:I motivi sono vari. La Bologna medievale dopo due romanzi mi andava stretta, l’aggancio con Venezia c’era già in Cuore di Ferro, il primo libro della trilogia, Venezia è una città bellissima e famosa in tutto il mondo. Ci sono tanti scrittori stranieri che ambientano i loro libri a Venezia, a maggior ragione può farlo un italiano…

Cristina:
Qual è la difficoltà più grande che hai trovato durante le ricerche per il libro?

Alfredo:Il fatto che Venezia ha perso in gran parte il suo aspetto medievale. La Venezia che conosciamo oggi è soprattutto cinquecentesca, le parti medievali che restano sono meno note, più nascoste, ma forse anche per questo più interessanti.

Cristina:
La nuova ambientazione ti ha dato la possibilità di farci vedere un Mondino diverso, più avventuroso, meno medico e più investigatore, tu quale Mondino preferisci?

Alfredo:Non è questione di preferenze, secondo me, ma di opportunità narrativa. In questo romanzo Mondino è fuori da Bologna e dall’università dove insegna medicina. Inoltre la storia ha preso da subito un avvio più avventuroso, come hai giustamente osservato. E quindi alla fine lo spazio per il Mondino medico si è ridotto.

Cristina:
Coprotagonisti del libro sono il templare Gerardo, già presente nei precedenti libri, ed un cavaliere in fuga con un segreto. Come hai conciliato le due vicende?

Alfredo: Ho fatto un po’ fatica, soprattutto all’inizio. Da un lato volevo dare una dignità da protagonista a Gerardo, affidandogli una missione sua. Dall’altro, scartando il facile espediente di Mondino che gli chiede semplicemente di accompagnarlo a Venezia, creare un’occasione credibile per farli incontrare a Venezia è stato meno semplice del previsto. Ma di gran lunga più efficace, credo.

Cristina:
Perchè secondo te, i templari ed i loro misteri interessano sempre così tanto i lettori?

Alfredo:Suppongo sia perché noi siamo attratti dal mistero, e ancora oggi, a settecento anni dallo scioglimento ufficiale dell’ordine, i misteri irrisolti che circondano i templari restano tanti.

Cristina:
Come hai scovato Raziel ed il libro di zaffiro?

Alfredo:Prima di tutto ho deciso che volevo un mistero legato alla tradizione ebraica. Quindi ho cominciato a leggere libri sulla Kabbalah, e quando ho trovato il Sefer ha Razim, il Libro dei Segreti, che si dice sia stato dettato dall’angelo Raziel a Noè, il quale lo trascrisse su una tavoletta di zaffiro e lo introdusse per primo nell’arca, ho capito che la ricerca era finita.

Cristina:
Quando ne "I discepoli del fuoco" hai accennato alle origini ebraiche di Mondino sapevi già che questo sarebbe stato uno degli spunti per il terzo libro?

Alfredo:Davvero l’ho fatto? All’epoca sapevo già delle origini della famiglia di Mondino, ma non ricordo di averne parlato nei primi due libri.

Cristina:
Le donne di Mondino sono molto moderne,curiose, sfrontate,colte, decisamente poco somiglianti alle donne medioevali che ci vengono solitamente presentate come remissive e sottomesse. Perchè hai deciso di circondare Mondino di donne così?

Alfredo:
È vero che la società medievale era fortemente maschilista, ma donne di questo tipo sono esistite anche allora. Pensiamo a Matilde di Canossa, che arrivò a dominare tutti i territori italici a nord degli stati della Chiesa. A Santa Chiara, che si oppose alla famiglia rifiutando di sposarsi. A Ildegarda di Bingen, tanto colta da inventare persino una lingua con un suo alfabeto, la cosiddetta “Lingua ignota”, e tanto temeraria da sfidare nientemeno che l’imperatore Federico Barbarossa. Certo, si tratta di donne eccezionali, ma sono quelle che mi piacciono, nella vita come nei romanzi.

Cristina:
Una dei tuoi pregi è quello di saper fornire nozioni ed informazioni storiche inserendole armoniosamente nella narrazione, senza risultare né pesante né noioso. Come fai?

Alfredo: Poiché da lettore detesto quei romanzi storici dove l’autore vuol far vedere quanto ha studiato, cerco di evitare di scriverli. Quindi tendo a eliminare o cambiare tutto ciò che non serve a far avanzare la trama o a farci conoscere meglio i personaggi. Non sono certo di riuscirci sempre, ma almeno ci provo…

Cristina:
I tuoi primi romanzi non erano storici, quando hai deciso di dedicarti a questo genere?

Alfredo:Nel 2009, con “Cuore di ferro”. Era un esperimento, poi è piaciuto sia a me che al pubblico, così di comune accordo con l’editore abbiamo deciso di proseguire.

Cristina:
Tornerai alle origini o questo è il tipo di libro che meglio ti rappresenta e ti dà maggior soddisfazione?

Alfredo: I romanzi storici mi piacciono molto, ma mi piace anche cambiare, non sentirmi intrappolato in un genere o in un’immagine. Se avrò voglia di scrivere un romanzo ambientato al giorno d’oggi lo scriverò. Del resto è già successo: “Il candidato”, un noir di ecomafia che ho scritto per la collana Verdenero, è uscito dopo “Cuore di Ferro”.

Cristina:
Quali libri non riesci proprio a leggere?

Alfredo: Quelli new age. All’inizio della mia carriera di traduttore ne ho tradotti diversi, e forse per questo ho sviluppato una certa insofferenza.

Cristina:
Abbandoni un libro quando......?

Alfredo: Quando la storia comincia ad annoiarmi. Più passa il tempo, meno ho pazienza con le storie che si perdono per strada.

Cristina:
Cosa uno scrittore non dovrebbe mai fare?

Alfredo:Scrivere un libro che non gli piace.

Cristina:
Fb ed i blog possono essere di aiuto agli scrittori? Con l'avvento di Fb come è cambiato il tuo rapporto con i lettori?

Alfredo: I blog e i social network sono uno strumento prezioso per chi scrive, perché a seconda dei casi permettono di potenziare o aggirare la macchina pubblicitaria ufficiale. Inoltre i lettori adesso tendono a fidarsi di più dei pareri che leggono su Internet che delle recensioni sui giornali, anche se la stampa ha ancora un grosso peso. Infine, Internet permette un rapporto diretto con i lettori, fatto di scambi, pareri, domande, che solo qualche anno fa era impensabile. Per me è un grande piacere. Tante persone che leggono i miei libri mi chiedono l’amicizia su Facebook, e molte volte è capitato di incontrarsi anche di persona, trasformando l’amicizia virtuale in un rapporto reale.

Ancora un grazie a tutti e due, e lascio qui sotto i dati di tutta la trilogia, per chi ancora non l avesse letta.



Il primo della trilogia.
Bologna, 1311. Un discepolo dello Studium trascina a notte fonda il cadavere di un uomo fino alla porta del suo maestro Mondino de' Liuzzi, medico e anatomista. L'uomo è stato ucciso in modo orrendo e nel torace, aperto con una sega, il cuore è stato trasformato in un blocco di ferro. Sedotto dalla possibilità di scoprire il segreto che ha consentito una simile trasmutazione, Mondino decide di aiutare il giovane che, proclamandosi innocente, gli rivela la sua vera identità. Il suo nome è Gerardo da Castelbretone e, come il suo confratello assassinato, è un cavaliere templare, che si è nascosto sotto i panni di studente di medicina. Per coprirlo, il medico è costretto a mentire all'inquisitore Uberto da Rimini, feroce accusatore dei Templari, che non tarda a bussare alla sua porta. Quando però un secondo cadavere viene ritrovato nelle stesse condizioni, Mondino e Gerardo capiscono che arrivare all'assassino prima dei domenicani è l'unica speranza che hanno per scagionarsi da qualsiasi accusa e sfuggire alle torture con cui, una volta arrestati, Uberto saprebbe far confessare loro anche ciò che non hanno mai commesso.

Bologna, autunno 1312. Mondino de' Liuzzi, medico anatomista, viene incaricato dal podestà di far luce su una morte strana e orribile: un membro del Consiglio degli Anziani è stato ritrovato carbonizzato in casa sua, eppure nella stanza nulla fa pensare a un incendio. Perfino la poltrona su cui l'uomo era seduto è rimasta quasi integra, mentre il corpo è bruciato in modo irregolare. I piedi sono illesi, un braccio è interamente ustionato, tutto il resto è ridotto in cenere. Mondino fa trasportare il cadavere nel suo studio per esaminarlo. Non riesce a svelare come è morto, ma sollevando con il coltello da dissezione la pelle bruciata del braccio scopre i resti di un tatuaggio: un mostro alato, con la testa di leone e il corpo avvolto nelle spire di un serpente. La mattina seguente il cadavere scompare. Qualche tempo dopo, un frate francescano viene ritrovato morto nel quartiere dei bordelli. In tasca ha un disegno molto simile al tatuaggio scoperto da Mondino. L'indagine sui due morti rivela l'esistenza di una setta di adoratori di Mithra, dio persiano del sole e del fuoco, adorato anche dai romani sotto il nome di Sol Invictus. Con l'aiuto di Gerardo da Castelbretone, un ex templare con cui ha stretto amicizia, Mondino viene a sapere che la setta si propone di salvare l'intera città per mezzo del fuoco purificatore: un grande incendio rituale in cui le anime di quelli che moriranno si riuniranno con Mithra.

Mentre fervono i preparativi per la festa della Sensa, che culminerà con lo Sposalizio del Mare, l’acqua alta trascina in Piazza San Marco i cadaveri di tre bambini crocifissi.
Un anziano ebreo ingiustamente accusato dell’omicidio si toglie la vita in carcere, lasciando sul muro della cella una frase latina che non svela nulla. Ma allora perché si è dato la pena di scriverla con il sangue? La macabra scoperta sembra in qualche modo collegata al Sefer ha Razim, il Libro dei Segreti, dettato secondo la leggenda dall’angelo Raziel a Noè e da questi trascritto su una tavoletta di zaffiro.
Questo è il mistero che Mondino de’ Liuzzi, medico anatomista dello Studium di Bologna, è chiamato a risolvere a Venezia. Ma subito Mondino si scontra con il nobile che ha ordinato l’arresto dell’ebreo, con la donna che ama, con quella che ha amato e forse ama ancora e persino con il suo amico Gerardo. Il giovane ex Templare, infatti, in un primo momento si rifiuta di aiutarlo, perché anche lui ha una missione da compiere: mettere in salvo la mappa per raggiungere le misteriose Terre Australi al di là dell’oceano, di cui qualcuno ha trovato traccia nel Liber Floridus di Lamberto di Saint Omer.
Ha inizio così una vicenda d’intrigo e di morte, in cui Mondino sfidando il potere di Venezia e a rischio della sua stessa vita, dovrà sciogliere l’enigma di una stirpe di custodi che risale ai tempi del Diluvio, in un’implacabile corsa contro il tempo.


L'autore di questa trilogia di successo, Alfredo Colitto.
I miei thriller storici Cuore di Ferro e I Discepoli del Fuoco (Piemme 2009 e 2010) primo e secondo volume di una trilogia ambientata nel XIV secolo, sono stati venduti anche in Spagna, in Germania, in Brasile e in Gran Bretagna.
A febbraio 2011 uscirà il terzo volume.
Ho pubblicato anche Il candidato (Verdenero - Edizioni Ambiente), Aritmia Letale(incluso nel Giallo Mondadori n. 2977 con il titolo Medicina Oscura), Duri di Cuore(Perdisa),Café Nopal (alacrán) e Bodhi Tree (Crisalide).
Ho partecipato a numerose antologie di racconti, tra cui: Killers & Co. (Sonzogno),Fez, struzzi e manganelli (Sonzogno), Il ritorno del Duca (Garzanti), History & Mystery (Piemme), Anime Nere Reloaded (Mondadori).
Insegno scrittura creativa presso la scuola “Zanna Bianca” di Bologna, della quale sono tra i fondatori. I miei interessi sono rappresentati dall’agenzia letteraria Natoli Stefan & Oliva, di Roberta Oliva.

Tutto di Alfredo Colitto su questo blog.


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