Recensione a cura di Giuseppe Monea
“Ninfee Nere” di Michel Bussi è il nuovo thriller E/O Edizioni recensito da ThrillerPages
Michel Bussi sbarca in Italia con il suo noir Ninfee Nere, un romanzo capolavoro immerso nelle atmosfere impressioniste di Monet.
La casa editrice e/o ci ha abituato da tempo, con la collana Sabotage, ai grandi romanzi noir, in cui l’intreccio di crimini e personaggi a tutto tondo, nasconde un racconto minuzioso delle relazioni umane e dinamiche sociali. Questa volta e/o è andata a pescare un noir pluripremiato in Francia: Ninfee Nere di Michel Bussi.
L’autore è un bestseller d’Oltralpe, un dio del giallo che è riuscito anche ad affermarsi nelle classifiche americane del Times. Uno scrittore che, tra divertimento e arte, concede al lettore di smarrirsi estasiato tra misteri, emozioni, enigmi.
Sullo sfondo della meravigliosa Giverny, il villaggio dove Monet visse e dipinse per una vita, spicca uno stagno con le sue ninfee. Uno stagno che da soggetto di un’infinità di opere di Monet, ora è diventato teatro di un efferato omicidio. L’ispettore Sérénac si trova a svolgere le indagini vagliando tutte le ipotesi e ogni movente, ma è sicuro che dietro quella crudeltà ci sia un motivo passionale. Una passione per una donna, probabile, o forse una passione sfrenata di un collezionista d’arte alla ricerca di un’opera perduta di Monet: le Ninfee Nere. In un percorso ad ostacoli, Sérénac dovrà barcamenarsi tra passato e futuro, divisi da un confine più che mai labile e sottile.
A prima vista potrebbe sembrare l’ennesimo romanzo con un personaggio famoso pronto a infarcirne la trama. Niente di più errato. Bussi sfrutta sapientemente Monet e i suoi luoghi, il suo lascito nella cultura popolare, lasciando però che siano i suoi personaggi a trascinare la vicenda. Il lettore resta incollato al romanzo, divorando circa 400 pagine in un attimo. Perché tanta è la voglia di capire cosa succede, ma poi alla fine si resta soddisfatti anche solo per come si è stati accompagnati tra un capitolo e l’altro. Anzi, all’interno dello stesso capitolo, poiché Bussi alterna intelligentemente vari punti di vista, per poi convergere nel finale. Un finale che cela il suo piccolo colpo di scena, un trucco semplice ma forse per questo uno dei più efficaci. Tutto ciò in un romanzo che, come l’impressionismo artistico di Monet, fissa il momento e lo sviscera nelle sue varie sfaccettature.
Ninfee Nere è stato molto pubblicizzato da e/o, anche grazie a una solida parternship con le Librerie Ubik. La casa editrice ha scommesso molto su Bussi e ne ha avuto tutte le ragioni.
L’autore, infatti, gioca con il lettore, tra ricordi e illusioni dei personaggi. Nessun virtuosismo, nessuna scelta stilistica forzata. È soltanto arte allo stato puro, una di quelle opere che portano ad applaudire, celando una grande invidia per il suo genio creatore.
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