lunedì, ottobre 15

INTERVISTA a Piergiorgio Pulixi

Ciao Piergiorgio, benvenuto su Thrillerpages. Intanto comiciamo col dire che per la canzone di accompagnamento hai chiesto di mettere High and dry - RadioHead, quindi suggerisco ai thrillerini di cliccare Play per entrare in sintonia.
Inizio l'intervista chiedendoti di scrivere due parole sulla trama del tuo ultimo libro “Una Brutta storia”, così informiamo i pochi sciagurati che ancora non lo hanno letto.

Biagio Mazzeo è un ispettore superiore della Polizia di Stato a capo della Sezione Narcotici di una grande città. E' un uomo ruvido, violento, che non lesina a utilizzare “lavoretti sporchi” per ripulire le strade da tossici e spacciatori. Però i suoi metodi funzionano,anche perchè col tempo si è creato intorno una sorta di famiglia, o forse sarebbe meglio dire clan, formato soltanto da poliziotti come lui che hanno deciso di valicare la linea e sporcarsi, prendendo in mano il controllo totale del narcotraffico in città. Con loro Mazzeo è completamente diverso: è una sorta di patriarca generoso e protettivo che farebbe di tutto per la salvaguardia dei suoi uomini. Quando però Mazzeo e i suoi incappano nel cadavere sbagliato, quello di un criminale ceceno, si innescherà una lotta violenta tra i poliziotti corroti e la mafia cecena a cui apparteneva Goran, trascinando le pantere in un inferno metropolitano.

Com'è partita l'idea di scrivere questa “Brutta storia? A cosa ti sei ispirato?

A un fatto di cronaca: l'arresto di 16 poliziotti per associazione a delinquere. Da lì mi sono documentato sulla corruzione nelle forze di Polizia e ho deciso di scriverci su una storia.

Nel romanzo ci sono molti personaggi, com'è stato gestirli nella stesura del romanzo?

Ci è voluto parecchio tempo, molta pazienza, molta dedizione alla storia e pareti intere tappezzate di schemi e post-it che mi rendessero più facile i movimenti di trama, e l'individuazione anche geografico/cronologica dei singoli personaggi. Devo dire che in tutto questo mi ha aiutato tantissimo lo studio della drammaturgia classica e l'analisi delle sceneggiature di film e serie tv.

Che genere di ricerche hai fatto per scriverlo?

Per prima cosa devi trovare un'entratura, una fonte sicura, possibilmente all'interno, che possa instradarti e verificare quelle che inizialmente sono solo supposizioni e deduzioni logiche derivanti dallo studio delle carte. Una volta che ce l'hai, poi il gioco è presto fatto.

Un libro di 439 pagine, ben strutturato e molto curato. Una mia curiosità, quanto tempo hai impiegato a scriverlo?

Tre anni e mezzo che hanno messo seriamente a repentaglio la mia salute mentale. Parecchie riscritture, qualcosa come otto editing, tutto improntato alla ricerca di un prodotto più perfetto possibile da offrire ai lettori che oggi sono -giustamente- molto esigenti. Nel nostro il lavoro il lettore va rispettato ai massimi livelli e gli si deve offrire soltanto il meglio e qualcosa in più. E' l'unico modo per creare un sentimento reciproco di rispetto e fiducia.

Nel libro non è mai stata nominata la città di dove si svolge la vicenda, perchè?

Perchè non mi interessava. La mia attenzione si è concentrata più sulla geografia umana che quella per antonomasia. Tra l'altro, il fenomeno della corruzione è trasversale e non locale; quindi una città senza nome donava quel tocco di universalità a questo dramma poliziesco cosicchè ogni lettore poteva immaginarsi le pantere della Narco muoversi nella metropoli a lui più congeniale.

Ora un po' di domande personali. Quando hai scoperto di voler scrivere?

Quando una professoressa delle superiori mi relegò a una scrittura mediocre non passibile di miglioramenti.

Mi dai la tua definizione di noir?

Innaffiare i personaggi di benzina e poi buttarli all'inferno. Questo a livello letterario.
Far capire a coloro che non vogliono vedere alcune realtà che il semplice fatto di non guardarle non significa che quelle automaticamente spariscono. Questo a livello più socio-letterario.

Conoscendoti un po' nel gruppo di Thrillerpages su Facebook, ho visto che sei un lettore compulsivo, dalla quale prendo un sacco di spunti per le mie letture perché abbiamo gusti molti simili. Volevo approfittarne anche qui scroccandoti qualche consiglio sui libri che in assoluto ti sono piaciuti di più.

Rischi di mandarmi in corto-circuito il cervello così, lo sai? Mmm... Shella il buio nel cuore di Vachss. Eureka Street, se riuscite a trovarlo. L'oscura immensità della morte di Carlotto, e “Il conte di Montecristo” che è il mio romanzo preferito. Poi tutto Vachss, tutto Carlotto, tutto Ellroy, tutto Auguste Le Breton, tutto James Lee Burke, tutto Eschilo, tutto Euripide, tutto Shakespeare, tutto John Irving, tutto Stephen King, tutto Mauro Marcialis, tutto Eddie Bunker, un po' di classici russi, “Nella carne” di S. Bilotti e tutto Irvine Welsh. Se ne avete lo stomaco, anche tutto Derek Raymond, con J.R. Lansdale per poi ritirarsi su.

Libri di carta, e-book, o tutti e due? Cosa ne pensi?

Per ora passo già troppo tempo a leggere attraverso schermi vari (cellulare, tablet e pc) da pensare di poterci anche dedicare il mio tempo libero, quello specifico per la lettura. Preferisco in assoluto la carta, che Greenpeace mi perdoni.

Novità a riguardo per il prossimo tuo libro, che dovrebbe essere il sequel de “Un brutta Storia”?

Sì, sarà una storia molto dura, dove Biagio conoscerà “la notte buia dell'anima” e dovrà scegliere tra seguire il modello criminale di Sergej Ivankov e salvare un membro della sua famiglia. Il fatto che le pantere abbiano un conto aperto con la 'ndrangheta non aiuta... si parlera anche di più del passato di Biagio e del perchè è diventato quello che è, e di cosa ha perso per diventarlo...

Quest'anno purtroppo non sono potuto venire al Sugarpulp, ma tu hai fatto presenza, cosa ne pensi di questo evento letterario e degli eventi letterari in genere?

Sugarpulp nello specifico è un festival pazzesco con un'organizzazione che ha dell'incredibile. Strukul e i suoi portano sempre autori di altissimo livello e si svenano per diffondere letteratura di genere. Li rispetto tantissimo per questo. I festival in generale a mio avviso sono di vitale importanza. Lo dico prima da lettore che addetto ai lavori.

Cosa ne pensi dei blog e della rete?

Che sono un ottimo barometro di quello che si pubblica nel nostro paese. Ogni volta che entro in un blog del settore ne esco sempre arricchito sia come lettore che come romanziere.

Grazie Piergiorgio, aspetto il prossimo libro e ti faccio un grosso in bocca al lupo!

CLICCA QUI per andare all'intervista di Tersite Rossi

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