Recensione di Cristina Aicardi
Una scrittrice scompare ,lasciando dietro di sé un manoscritto intitolato “ Una storia crudele”. Crudele perché racconta la sua storia di bimba, rapita a 10 anni e tenuta segregata per molti mesi, ma la crudeltà del racconto non termina con la liberazione, ma continua nella curiosità morbosa della gente, nel suo sentirsi trasformata e nel capire che, a causa della sua storia, anche le persone a lei più vicine sono cambiate.
Quanto un’esperienza del genere può modificare la personalità di un bambino? Quali sono le imponderabili conseguenze che si trascineranno per tutta la vita? Come si gestisce il desiderio di vendetta?
Quanta volontà ,forza ed intelligenza servono per sopravvivere non solo al sequestro, ma anche al senso di vergogna che si prova poi, di fronte alle continue ed invadenti domande della gente? Molte domande, alle quali forse non c’è risposta, o almeno forse non ne ha la protagonista che, decisa a non rivelare nulla del suo rapporto col rapitore, si rifugia in un mondo di fantasia, malata ed ossessiva, dove la realtà spesso si mischia alla finzione. Nessun personaggio del libro è ben definito, tutti hanno zone d’ombra ,la verità rimane ben lontana dall’essere svelata,anche la storia stessa forse è diversa da come è stata narrata, perché la mente umana può subire metamorfosi davvero impensate.
Voto 3/5
TRAMA: Ubukata Keiko, trentacinquenne scrittrice di successo nota con lo pseudonimo di Koumi Narumi, e da qualche tempo in crisi di creatività, scompare lasciando un'unica traccia di sé: un manoscritto intitolato "Una storia crudele". Atsuro, il marito avvezzo alle stranezze e alla volubilità della donna, lo trova in bella vista sulla sua scrivania con il seguente post-it appiccicato sopra: "Da spedire al Dott. Yahagi della Bunchosha". Editor della casa editrice di Koumi Narumi, Yahagi si getta subito a capofitto nella lettura dell'opera, nella speranza di avere finalmente tra le mani il nuovo best seller dell'acclamata autrice. Più si addentra nella lettura, tuttavia, più rimane sconvolto e, leggendo l'annotazione finale dell'opera: "Ciò che è scritto in queste pagine corrisponde alla pura verità. Gli eventi di cui si parla sono accaduti realmente", non può fare a meno di avvertire un brivido corrergli lungo la schiena. Koumi Narumi narra, infatti, dell'infanzia di Keiko, vale a dire della propria fanciullezza. Descritta come una bambina di dieci anni triste e solitaria. Una sera, sperando forse di trovarvi il padre, si spinge fino a K, un quartiere ad alta concentrazione di bar e locali a luci rosse. Là si sente a un tratto picchiettare con delicatezza sulla spalla. Sorpresa, si volta di scatto e scorge un giovane uomo con in braccio un grosso gatto bianco. Frastornata, incuriosita, Keiko lo segue in un vicoletto buio, dove lo sconosciuto le infila un sacco nero sul capo e la rapisce.
Una scrittrice scompare ,lasciando dietro di sé un manoscritto intitolato “ Una storia crudele”. Crudele perché racconta la sua storia di bimba, rapita a 10 anni e tenuta segregata per molti mesi, ma la crudeltà del racconto non termina con la liberazione, ma continua nella curiosità morbosa della gente, nel suo sentirsi trasformata e nel capire che, a causa della sua storia, anche le persone a lei più vicine sono cambiate.
Quanto un’esperienza del genere può modificare la personalità di un bambino? Quali sono le imponderabili conseguenze che si trascineranno per tutta la vita? Come si gestisce il desiderio di vendetta?
Quanta volontà ,forza ed intelligenza servono per sopravvivere non solo al sequestro, ma anche al senso di vergogna che si prova poi, di fronte alle continue ed invadenti domande della gente? Molte domande, alle quali forse non c’è risposta, o almeno forse non ne ha la protagonista che, decisa a non rivelare nulla del suo rapporto col rapitore, si rifugia in un mondo di fantasia, malata ed ossessiva, dove la realtà spesso si mischia alla finzione. Nessun personaggio del libro è ben definito, tutti hanno zone d’ombra ,la verità rimane ben lontana dall’essere svelata,anche la storia stessa forse è diversa da come è stata narrata, perché la mente umana può subire metamorfosi davvero impensate.
Voto 3/5
TRAMA: Ubukata Keiko, trentacinquenne scrittrice di successo nota con lo pseudonimo di Koumi Narumi, e da qualche tempo in crisi di creatività, scompare lasciando un'unica traccia di sé: un manoscritto intitolato "Una storia crudele". Atsuro, il marito avvezzo alle stranezze e alla volubilità della donna, lo trova in bella vista sulla sua scrivania con il seguente post-it appiccicato sopra: "Da spedire al Dott. Yahagi della Bunchosha". Editor della casa editrice di Koumi Narumi, Yahagi si getta subito a capofitto nella lettura dell'opera, nella speranza di avere finalmente tra le mani il nuovo best seller dell'acclamata autrice. Più si addentra nella lettura, tuttavia, più rimane sconvolto e, leggendo l'annotazione finale dell'opera: "Ciò che è scritto in queste pagine corrisponde alla pura verità. Gli eventi di cui si parla sono accaduti realmente", non può fare a meno di avvertire un brivido corrergli lungo la schiena. Koumi Narumi narra, infatti, dell'infanzia di Keiko, vale a dire della propria fanciullezza. Descritta come una bambina di dieci anni triste e solitaria. Una sera, sperando forse di trovarvi il padre, si spinge fino a K, un quartiere ad alta concentrazione di bar e locali a luci rosse. Là si sente a un tratto picchiettare con delicatezza sulla spalla. Sorpresa, si volta di scatto e scorge un giovane uomo con in braccio un grosso gatto bianco. Frastornata, incuriosita, Keiko lo segue in un vicoletto buio, dove lo sconosciuto le infila un sacco nero sul capo e la rapisce.
Titolo Una storia crudele
Autore Kirino Natsuo
Prezzo di copertina € 16,50
Dati 2011, 235 p., rilegato
Traduttore Coci G.
Editore Giano (collana Blugiano)
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Autore Kirino Natsuo
Prezzo di copertina € 16,50
Dati 2011, 235 p., rilegato
Traduttore Coci G.
Editore Giano (collana Blugiano)
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1 Lascia un commento:
Questa è la Kirino che mi pice, la storia è sconvolgente e lei è bravissima!!
Graziella S.
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