Recensione a cura di Diego Thriller:
Parto subito con un consiglio, per chi non avesse letto "Morte Firenze" è meglio che lo faccia prime di leggere questo, per due motivi:
- primo, si capiscono meglio le vicende
- secondo, a mio parere è anche nettamente più bello e vi fa conoscere meglio lo stile dell'autore.
Detto questo, per me Vichi e la sua scrittura sono come un pittore che dipinge un quadro. Ho impresso nella mente tutto ciò che lui descrive. Se lui parla di campagna ne senti l'odore, se parla di cibo ne senti il sapore, se parla di camini ne senti il calore. E lo stesso quando parla del suo commissario Bordelli, ne senti le emozioni.
Ma le lodi durano poco perchè a mio parere la trama gialla è un po'scarsina, un po' come una minestra riscaldata. Mi vien da pensare che quando un libro ha un'ottimo successo si scriva quello dopo come una sorta di "To be Continued" che il più delle volte non funziona. Certo, i personaggi possono anche continuare, ma secondo me la storia precedente deve essere chiusa, salvo qualche accenno se proprio non se ne può fare a meno. Il libro come dice il titolo è incentrato sulla forza del destino. Il destino che guida il Commissario in pensione a fare giustizia sulla morte del piccolo Giacomo Pelissier, stuprato e ucciso nel precedente libro. Durante il libro nascono altre vicende ma che poi vengono troncate e sinceramente credevo che poi venissero collegate nel finale, ma niente...
Anche le storie amorose del commissario sembrano essere state messe così, come una guarnizione di plastica sulla torta, carine ma senza sapore....
Detto ciò direi che dipende che aspettative si abbiano da questo libro e se lo prendete come un noir o un giallo ne rimarrete delusi.
Voto 3/5
TRAMA: È la primavera del 1967. Passata l'alluvione di novembre, Firenze comincia a rinascere. Bordelli, indagando sull'omicidio di un ragazzino, si è scontrato con i poteri occulti della massoneria ed è stato costretto alla resa con un "messaggio" molto chiaro: lo stupro di Eleonora, la giovane commessa con cui aveva intrecciato una relazione appassionata, e una lista con i nomi di tutte le persone a lui care. Per proteggere i suoi amici si è dimesso dalla polizia. Ha finalmente venduto la casa di San Frediano e si è trasferito in campagna... ma il destino gli offre l'occasione di fare giustizia, e Bordelli non si tira indietro: sarà una delle sue avventure più emozionanti.
Parto subito con un consiglio, per chi non avesse letto "Morte Firenze" è meglio che lo faccia prime di leggere questo, per due motivi:
- primo, si capiscono meglio le vicende
- secondo, a mio parere è anche nettamente più bello e vi fa conoscere meglio lo stile dell'autore.
Detto questo, per me Vichi e la sua scrittura sono come un pittore che dipinge un quadro. Ho impresso nella mente tutto ciò che lui descrive. Se lui parla di campagna ne senti l'odore, se parla di cibo ne senti il sapore, se parla di camini ne senti il calore. E lo stesso quando parla del suo commissario Bordelli, ne senti le emozioni.
Ma le lodi durano poco perchè a mio parere la trama gialla è un po'scarsina, un po' come una minestra riscaldata. Mi vien da pensare che quando un libro ha un'ottimo successo si scriva quello dopo come una sorta di "To be Continued" che il più delle volte non funziona. Certo, i personaggi possono anche continuare, ma secondo me la storia precedente deve essere chiusa, salvo qualche accenno se proprio non se ne può fare a meno. Il libro come dice il titolo è incentrato sulla forza del destino. Il destino che guida il Commissario in pensione a fare giustizia sulla morte del piccolo Giacomo Pelissier, stuprato e ucciso nel precedente libro. Durante il libro nascono altre vicende ma che poi vengono troncate e sinceramente credevo che poi venissero collegate nel finale, ma niente...
Anche le storie amorose del commissario sembrano essere state messe così, come una guarnizione di plastica sulla torta, carine ma senza sapore....
Detto ciò direi che dipende che aspettative si abbiano da questo libro e se lo prendete come un noir o un giallo ne rimarrete delusi.
Voto 3/5
TRAMA: È la primavera del 1967. Passata l'alluvione di novembre, Firenze comincia a rinascere. Bordelli, indagando sull'omicidio di un ragazzino, si è scontrato con i poteri occulti della massoneria ed è stato costretto alla resa con un "messaggio" molto chiaro: lo stupro di Eleonora, la giovane commessa con cui aveva intrecciato una relazione appassionata, e una lista con i nomi di tutte le persone a lui care. Per proteggere i suoi amici si è dimesso dalla polizia. Ha finalmente venduto la casa di San Frediano e si è trasferito in campagna... ma il destino gli offre l'occasione di fare giustizia, e Bordelli non si tira indietro: sarà una delle sue avventure più emozionanti.
1 Lascia un commento:
Due stelle a Vichi non mi era ancora capitato di affibbiarle. E quanto me ne dispiaccio, considerato il mio amore per i suoi romanzi e per Bordelli. Ma qui non ci siamo proprio...
Salivando come un pastore tedesco di fronte alla pappa, mi accosto a questa nuova avventura del commissario Bordelli, pensando alla meraviglia di "Morte a Firenze" e anticipando un seguito travolgente. E cosa trovo? Un bolso poliziotto pre-pensionato volontariamente, trasferito in campagna a zappare l'orto, ad accendere il caminetto, a rimuginare sulle sue disgraziate avventure amorose e a fare bilanci di vita. Un inizio promettente, nel quale si sviluppa una trama investigativa su di un suicidio che nasconde un omicidio, viene abortita clamorosamente; ma non basta. Bordelli giustiziere della notte, pur comprensibile, stride con l'immagine che il lettore affezionato si è fatta di questo personaggio. Elaborare su questo lato del racconto sarebbe rivelare troppo, ma proprio non mi è piaciuta la faciloneria dimostrata da Vichi, quasi una mancanza di idee, nonché di considerazione per chi lo legge da anni con passione. Questa carenza di inventiva è clamorosa nell'episodio di contorno, dove il "Botta" racconta di avere assistito ad una seduta spiritica in cui la bambina della padrona di casa, in stato di sonnambulismo, si dirige verso uno dei partecipanti, gli dice "domani tu morirai" e si fa la pipì addosso. Linda Blair, la Regan de "L'esorcista"...
Il finale sembra un ripensamento tardivo. Troppo tardivo.
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