Dati 2011, 411 p., rilegato
TRAMA: Non ricorda niente, Josefin. Camminava nel parco, poi è stata aggredita. Infine il buio. Guardando gli occhi di quella fragile quindicenne, violata nel corpo e nell'anima, l'ispettrice Malin Fors vede gli occhi di sua figlia e sa di dover fare giustizia. Nel giro di pochi giorni, però, un'altra adolescente scompare nel nulla e, quando viene ritrovata, Malin questa volta non può neppure guardarla negli occhi. Perché la ragazza è stata uccisa e il cadavere è stato abbandonato in riva al lago che costeggia Linköping, coperto da un sudario di sabbia. E il caldo asfissiante che opprime la città sembra rallentare anche il corso delle indagini: prima i sospetti si appuntano su un gruppo di extracomunitari; poi, dopo aver accertato che il colpevole non può essere un uomo, gli investigatori si concentrano sulla comunità lesbica di Linköping. Scatenando così l'ira e l'indignazione dell'opinione pubblica, che non esita ad accusare la polizia di razzismo e d'intolleranza. Tuttavia Malin è l'unica a intuire che, per fermare l'assassino, è necessario scavare in un passato oscuro e tormentato, lasciandosi guidare da quegli occhi: gli occhi delle vittime, ma anche dei colpevoli. Per ascoltare le loro storie, per vivere le loro paure, per conoscere le loro verità...
Recensione di Cristina Aicardi:
Un libro che in altre circostanze avrei abbandonato senza rimorsi. Nella quarta di copertina un critico lo definisce " elettrizzante", per me l'unico modo di sentirsi elettrizzati durante la lettura di questo mattone è essere centrati da un fulmine. Ho anche sperato che la poliziotta protagonista venisse fatta fuori senza tanti complimenti,tanto risulta pesante ed insopportabile. Una narrazione lenta, prolissa, piena di considerazioni e riflessioni che zavorrano il ritmo e istigano al salto delle pagine. La trama gialla sarebbe anche passabile, ma il contorno è decisamente indigesto. Mai più Kallentoft.
Recensione di Cristina Aicardi:
Un libro che in altre circostanze avrei abbandonato senza rimorsi. Nella quarta di copertina un critico lo definisce " elettrizzante", per me l'unico modo di sentirsi elettrizzati durante la lettura di questo mattone è essere centrati da un fulmine. Ho anche sperato che la poliziotta protagonista venisse fatta fuori senza tanti complimenti,tanto risulta pesante ed insopportabile. Una narrazione lenta, prolissa, piena di considerazioni e riflessioni che zavorrano il ritmo e istigano al salto delle pagine. La trama gialla sarebbe anche passabile, ma il contorno è decisamente indigesto. Mai più Kallentoft.
Voto: NC
1 Lascia un commento:
Cristina Aicardi ha detto:
BUIO D'ESTATE DI MONS KALLENTOFT...a cura di mamma Ingrid
L'intrecci sarebbe anche valido ed originale se l'autore non ci avesse ricamato troppo intorno, infarcendolo con particolari e descrizioni inutili e tendenti al logorroico, quasi con l'unico intento di aumentare il numero di pagine.Tutto questa rallenta molto il ritmo della storia facendo nascere più di una volta la tentazione di abbandonarlo. Si finisce con soddisfazione..almeno si può passare ad altro.
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