Titolo Il perfezionista
Autore Le Corre Hervé
Prezzo di copertina € 19,50
Dati 2011, 472 p., rilegato
Traduttore Boi R.
Editore Piemme
Autore Le Corre Hervé
Prezzo di copertina € 19,50
Dati 2011, 472 p., rilegato
Traduttore Boi R.
Editore Piemme
Leggi la trama e la recensione del libro
"Non è bene che tutti leggano le pagine che seguono; solo pochi potranno assaporare questo frutto amaro senza rischio." Così si aprono "I canti di Maldoror", opera maledetta del conte di Lautreamont, pubblicata nel 1869. Un poema in prosa intriso di male e di violenza, impastato di sangue e umori maligni. Poco dopo la pubblicazione, una serie di atroci delitti insanguina Parigi. Le vittime sono ragazzini biondi, giovanissimi, tutti morti per sventramento. L'assassino mette in pratica le gesta efferate di Maldoror, eroe malvagio dei "Canti", ma questo ancora nessuno lo sa: è una raffinatezza da investigatori che la polizia non ha, in una città incendiata da focolai di ribellione. Quando il giovane Etienne, in place Vendóme, si trova faccia a faccia con l'omicida che ha appena commesso un delitto, la faccenda si complica. Perché ora lui è l'unico testimone, e in più ha in mano - non si sa come - il taccuino dell'uomo. La sua vita è in pericolo. In una Parigi stretta tra fermenti di rivolta e il nemico prussiano alle porte, il gioco è nelle mani dell'assassino e chiunque gli si avvicini non ne esce indenne. Una discesa nei meandri di una Ville Lumière cupa, tra bettole fumose, case di piacere, conciliaboli di intellettuali in preda all'oppio e riunioni carbonare, con un protagonista perversamente moderno, serial killer ante litteram, un misto tra "Seven" e "Il silenzio degli innocenti".
Recensione di Cristina Aicardi
Voto:
"Trama debole e scrittura pesante", altro giudizio negativo su "Il Perfezionista" nella rece di Pablo Seghezzi.
Premettendo che non amo in particolare libri ambientati nei secoli precedenti, questo in particolare mi ha lasciato molto perplesso dopo poche pagine riguardo al linguaggio ed alla dovizia di particolari per ogni cosa. Si potrebbe definire un libro "barocco" per il tipo di scrittura sempre molto pesante e ripetitiva.Tutto ciò va chiaramente a discapito di una trama già in sè molto debole, poco scorrevole, decisamente noiosa. Un libro che mi sento di consigliare agli insonni o agli amanti estremi del poeta maledetto, uniche parti positive infatti riguardano Baudelaire, le sue esagerazioni e lo stile di vita condotto nella capitale francese
"Non è bene che tutti leggano le pagine che seguono; solo pochi potranno assaporare questo frutto amaro senza rischio." Così si aprono "I canti di Maldoror", opera maledetta del conte di Lautreamont, pubblicata nel 1869. Un poema in prosa intriso di male e di violenza, impastato di sangue e umori maligni. Poco dopo la pubblicazione, una serie di atroci delitti insanguina Parigi. Le vittime sono ragazzini biondi, giovanissimi, tutti morti per sventramento. L'assassino mette in pratica le gesta efferate di Maldoror, eroe malvagio dei "Canti", ma questo ancora nessuno lo sa: è una raffinatezza da investigatori che la polizia non ha, in una città incendiata da focolai di ribellione. Quando il giovane Etienne, in place Vendóme, si trova faccia a faccia con l'omicida che ha appena commesso un delitto, la faccenda si complica. Perché ora lui è l'unico testimone, e in più ha in mano - non si sa come - il taccuino dell'uomo. La sua vita è in pericolo. In una Parigi stretta tra fermenti di rivolta e il nemico prussiano alle porte, il gioco è nelle mani dell'assassino e chiunque gli si avvicini non ne esce indenne. Una discesa nei meandri di una Ville Lumière cupa, tra bettole fumose, case di piacere, conciliaboli di intellettuali in preda all'oppio e riunioni carbonare, con un protagonista perversamente moderno, serial killer ante litteram, un misto tra "Seven" e "Il silenzio degli innocenti".
Recensione di Cristina Aicardi
Parigi 1870 circa , una lunga scia di atroci delitti insanguina la città scossa anche da fremiti rivoluzionari.La polizia è sulle tracce del mostro,che passa molto del suo tempo nei bordelli della città.Ecco più o meno la trama è tutta qua. Sulla copertina c'è scritto "thriller" ma in questo libro si suspance ,ritmo o altro non v'è traccia alcuna. L'identità dell'assassino ci è nota da subito, un pazzo furioso che uccide ispirandosi ad un poemetto inneggiante alla violenza estrema, pubblicato dal suo amante, poeta da strapazzo che vorrebbe essere uno dei "poeti maledetti" ma che è solo indeciso sia in ambito artistico che sessuale.
Fanno da contorno a questa trama insulsa un poliziotto di buon cuore, una prostituta che vuole abbandonare la vita e un paio di poveri disgraziati in cerca di fortuna. Anche la descrizione di Parigi nel periodo che precede la caduta di Napoleone III non risulta particolarmente accurata nè ineterssante. Il tutto è poi scritto in modo decisamente pesante, noioso e poco scorrevole. Decisamente deludente.
Voto:
"Trama debole e scrittura pesante", altro giudizio negativo su "Il Perfezionista" nella rece di Pablo Seghezzi.
Premettendo che non amo in particolare libri ambientati nei secoli precedenti, questo in particolare mi ha lasciato molto perplesso dopo poche pagine riguardo al linguaggio ed alla dovizia di particolari per ogni cosa. Si potrebbe definire un libro "barocco" per il tipo di scrittura sempre molto pesante e ripetitiva.Tutto ciò va chiaramente a discapito di una trama già in sè molto debole, poco scorrevole, decisamente noiosa. Un libro che mi sento di consigliare agli insonni o agli amanti estremi del poeta maledetto, uniche parti positive infatti riguardano Baudelaire, le sue esagerazioni e lo stile di vita condotto nella capitale francese
Leggi un'estratto del libro
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