Titolo Il leopardo
Autore Nesbø Jo
Prezzo di copertina € 21,00
Dati 2011, 770 p.
Traduttore Kampmann E.
Editore Einaudi
Autore Nesbø Jo
Prezzo di copertina € 21,00
Dati 2011, 770 p.
Traduttore Kampmann E.
Editore Einaudi
(collana Einaudi. Stile libero big)
Le prime vittime sono due donne. Ritrovate con ventiquattro ferite identiche in bocca. Morte soffocate nel loro sangue, dopo una agonia atroce. Omicidi studiati, efferati, che seguono un rituale. La polizia criminale di Oslo sa di avere un solo uomo che può risolvere il caso. Harry Hole, alcolista, uomo rude e solitario, inviso a molti. Ma Hole si è rintanato a Hong Kong, tra le fumerie d'oppio, per lavare via i ricordi. Sa fin troppo bene che, per risolvere l'ultimo caso, ha messo in pericolo di vita l'unica donna che ha mai davvero amato. E solo quando lo informano che il padre è moribondo in ospedale, Harry Hole decide di tornare a Oslo. Tra le vittime non c'è in apparenza alcun legame, ma Hole subito ne trova uno. Tutte quante hanno trascorso una notte in un isolato rifugio di montagna. E qualcuno, qualcuno capace di un odio lucido e selvaggio, adesso sta braccando gli ospiti di quella notte, uno per uno...
Voto Thrillerpage:Le prime vittime sono due donne. Ritrovate con ventiquattro ferite identiche in bocca. Morte soffocate nel loro sangue, dopo una agonia atroce. Omicidi studiati, efferati, che seguono un rituale. La polizia criminale di Oslo sa di avere un solo uomo che può risolvere il caso. Harry Hole, alcolista, uomo rude e solitario, inviso a molti. Ma Hole si è rintanato a Hong Kong, tra le fumerie d'oppio, per lavare via i ricordi. Sa fin troppo bene che, per risolvere l'ultimo caso, ha messo in pericolo di vita l'unica donna che ha mai davvero amato. E solo quando lo informano che il padre è moribondo in ospedale, Harry Hole decide di tornare a Oslo. Tra le vittime non c'è in apparenza alcun legame, ma Hole subito ne trova uno. Tutte quante hanno trascorso una notte in un isolato rifugio di montagna. E qualcuno, qualcuno capace di un odio lucido e selvaggio, adesso sta braccando gli ospiti di quella notte, uno per uno...
Recensione a cura di Massimo Minimo:
Dopo l'ultimo caso, quello dell' "Uomo di neve", il detective Hole si è rifugiato ad Hong Kong. Lì viene inviata la giovane poliziotta Kaja Solness, con il compito di riportarlo in Norvegia. Hole è l'unico in grado di stanare un killer che ha già ucciso due donne in maniera atroce. Il detective accetta di tornare solo quando apprende che suo padre è in fin di vita. Giunto in patria, Hole si trova coinvolto in una lotta di potere fra l'Anticrimine e la Kripos, guidata dall'ambizioso e spregiudicato Bellman, che controlla le mosse del detective attraverso la giovane Kaja. Mentre il numero delle vittime aumenta, Hole trova un collegamento fra loro: sono state tutte ospiti di un rifugio in montagna. Bellman anticipa i tempi ed arresta il presunto colpevole, ma il caso è lungi dall'essere archiviato.
Nel corso di questa lunga e complessa indagine, tanto accade nella vita di Harry Hole: rischia di morire sepolto da una valanga, si reca prima in Congo e poi in Ruanda, forse si innamora di una donna che non è Rakel. Molti sono anche gli spunti offerti dall'autore: la vendetta che viene da lontano, il ricatto, legami familiari forti che portano a contrasti mai risolti. Se devo trovare una pecca, a mio parere qualche pagina in meno sarebbe servita a rendere più scorrevole la lettura, che resta comunque godibilissima.
Un'ultima avvertenza: se vi offrissero una "mela di Leopoldo", rifiutatela .... è molto peggio della mela di Biancaneve!
2 Lascia un commento:
Il leopardo non mi ha convinto del tutto, a prescindere dal fatto che se avessero tolto tranquillamente 250/300 pagine la trama sicuramente non ne avrebbe risentito. Thriller abbastanza piacevole che ha una discreta impennata verso la fine ma non è quel thriller che ti acchiappa e ti fa venire voglia di divorare pagina dopo pagina per sapere cosa succede. Tutto sommato discreto.
Recensione a cura di Marta Zelioli:
Il mio primo Jo Nesbo,
mi dico sempre che dovrei iniziare dall'origine, mi sono sempre data retta. Questa volta, complice una libreria sguarnita, ho preso l'ultima fatica di uno scrittore a me sconosciuto, ma sulla bocca di molti amanti del genere - quindi è anche merito / colpa vostra, sì -.
Anche il libraio era un po' scettico, e questo doveva darmi qualche indizio in più, peccato che io non dia mai retta ai giudizi di nessuno, sono così drammaticamente testarda:
"Prendo questo sì"
"Oh, io l'ho finito ieri sera"
"Mi hanno detto che è carino"
"Mh...".
Dopo aver dato questa breve introduzione su di me, che frequento librerie indegne e che sfido i muli in quanto a testardaggine, posso dire che:
Sono 759 pagine, e non sono scorrevoli.
Con questo si potrebbe dire conclusa la recensione, della serie: come defenestrare un libro in poche parole.
Mi spiego meglio: mi piace come scrive, le descrizioni dei personaggi, la loro caratterizzazione, Harry Hole è un bel tipo: tosto, sbandato al punto giusto - voglioso di assumere qualunque cosa gli annebbi la mente almeno per un po' - passa poco meno della metà del romanzo a vomitare, dettaglio che mi disgusta più di qualsiasi altra cosa al mondo -; mi piace Kaja, e anche quel filibustiere di Mikael Bellman.
C'è tutto quello che serve: il buono a cui la vita ha voluto male tanto da renderlo a tratti un po' sfigato, con quell'aria da ragazzaccio che fa tanto innamorare le donne.
La donna, Kaja, di cui ho capito all'istante quel dettaglio non tanto simpatico, che non svelo per non fare spoiler ma che si vedeva davvero da 1 Km.
Bellmann l'infame, l'arrivista, l'uomo in carriera disposto a tutto. C'è n'è sempre uno in ogni romanzo di questo genere.
L'indagine in sé è molto intrigante, bello l'intreccio, incomprensibile praticamente fino all'ultimo, e ciò 'me gusta mucho', ma, come dicevo sopra: l'ho trovato molto lento e giuro che non mi fermavo nemmeno troppo su quei nomi impronunciabili, alla fine, quando il mio occhio mandava il messaggio al cervello, che stava per arrivare un altro maledettissimo nome Norvegese, lo saltavo a piè pari, e se era 'Borgny Stem-Myhre' oppure 'Adele Vetlesen' creavo in modo autonomo soprannomi - o insulti silenziosi, in base al momento - dunque non è stato pesante per questa ragione, diciamo che, avrebbero dovuto tranciare via almeno 300 pagine per renderlo piacevole.
In ogni modo: lui torna in patria, stava ad Hong Kong a flagellarsi e sono andati a raccattarlo per questa nuova indagine, accetta ma giusto per tornare dal padre in fin di vita. Prende parecchie sifonate prima di arrivare a capire qualcosa e questo mi piace, i detective che sembrano Dio in terra mi lasciano sempre parecchio amaro in bocca e non sono credibili: lui si ubriaca, prende botte, sbaglia direzione e alla fine di tutto questo ne esce ancora più brutto, con la faccia più deturpata che all'inizio - ed è tutto dire -. Non è nemmeno proprio una vittoria, la sua, alla fine.
Un piccolo dettaglio di cui solitamente non faccio cenno, ma che stavolta mi ha abbastanza incuriosito: 21.00 € per un libro in edizione morbida? Almeno la copertina rigida mi sarebbe stata utile come arma, non che le quasi 800 pagine non mi siano di qualche utilità in questo frangente, ma volete mettere con gli spigoli rigidi?
Altroché.
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