venerdì, febbraio 11

INTERVISTA a Marco Malvaldi

Ricercatore presso il Dipartimento di Chimica Biorganica dell'Università di Pisa, ha pubblicato per Sellerio tre romanzi dedicati alle vicende del barista Massimo e di un gruppo di anziani signori che frequentano il suo bar. Dopo La briscola in cinque (2007), Il gioco delle tre carte (2008) e Il re dei giochi (2010) è stato il turno di Odore di chiuso (2011), giallo di ambientazione tardo ottocentesca che vede come protagonista di un'intricata vicenda lo scrittore e gastronomo Pellegrino Artusi.........




Thrillerpage:
Con "Odore di chiuso" hai fatto una scelta ardita: hai abbandonato la sicurezza del BarLume per scrivere un giallo classico,ambientato per di più nell'Italia post unità,come mai questa scelta?
Non hai avuto il timore che i lettori sentissero la mancanza dei vecchietti?
Come ti è venuta l'idea dell'Artusi come protagonista?


Marco Malvaldi:
Il giallo doveva, in realtà, essere ambientato in Inghilterra all'epoca vittoriana. Però Antonio Sellerio, una volta letta la trama, mi ha detto di non essere convitno dal fatto che un toscano nato e cresciuto a Pisa
scrivesse della società inglese di fine '800. Per cui, abbiamo riportato tutto a casa. In quel periodo, mi avevano prestato l'autobiografia di Pellegrino Artusi, del cui manuale sono un cultore da anni: ho scoperto una persona eccezionale, libera di testa e di cuore, con una fame di cultura e di vita quasi insaziabile. Per citare Caroline Graham. la mamma dell'ispettore Barnaby, uno che aveva un vero e proprio talento per la vita. E ne ho usurpato la fama, con una bassa operazione di copiatura e sfruttamento dell'altrui talento di cui sono maestro...Ho avuto parecchia paura che al pubblico mancassero i vecchietti, però avevo voglia di vedere se ero in grado di reggermi sulle mie gambe senza il bastone del nonno. E credo di esserci riuscito.

Thrillerpage:
Dacci la tua ricetta per un buon libro,qual è l'ingrediente che non deve mancare?


Marco Malvaldi:
Se lo sapessi, sarei a posto. La sincerità, credo. Il parlare solo di cose che si sanno

Thrillerpage:
Hai notato che gli investigatori italiani sono quasi sempre dei buongustai e mangiano tutti come lupi?


Marco Malvaldi:
In effetti, se mangiassi quanto Montalbano credo che mi ricovererebbero. Questo, forse, è un po' un clichè, però è un clichè che funziona dai tempi di Maigret. A volte ci sono le eccezioni, come il colitico ispettore Sarti di Loriano Macchiavelli (che è il mio giallista italiano preferito).

Thrillerpage:
Quando capisci che l'ispirazione, lo spunto sono quelli giusti per un libro?


Marco Malvaldi:
Quando inizio a ossessionarmi, ne parlo con mia moglie. A me, di solito, tutte le idee che vengono sembrano eccezionali; in realtà un buon settanta per cento sono delle vaccate. In questo, il giudizio di un'altra persona è fondamentale. Quando a Samantha piace, mi sento rassicurato e posso mettermi a scrivere.

Thrillerpage:
Come sono nati i vecchietti? Mentre scrivevi eri conscio che i vecchietti stavano piano piano rubando la scena agli altri protagonisti e persino alla trama? Era una cosa voluta?


Marco Malvaldi:
I vecchietti sono nati da soli; nonno Ampelio è un ritratto fedele di mio nonno Varisello (giuro, si chiamava così), e i personaggi di contraltare sono stati presi da degli archetipi della commedia greca (il cinico, lo sputasentenze e l'uomo di mondo) per farlo risaltare meglio. In Aldo però c'è qualcosa di più, perchè è una speranza: io, da settantenne, mi immagino esattamente come lui. Nella mia testa, il protagonista assoluto doveva essere Massimo, ma i vecchietti hanno preso la scena e non l'hanno mollata più.

Thrillerpage:
Prevedevi la serie del BarLume o la scelta è stata dettata dal successo del primo libro?


Marco Malvaldi:
No, è stata dettata dal successo. Io già dal secondo volevo scrivere qualcosa di diverso, ma dato che la casa editrice si chiama "Sellerio" e non "Malvaldi" mi è toccato soggiacere...

Thrillerpage:
La tua ironia e la tua fluidità di scrittura ricordano Camilleri ,infatti sei stato definito "il Camilleri della Toscana". Cosa pensi dell'accostamento?

Marco Malvaldi:
A parte il toccare legno, mi viene sempre in mente Hakan Sukur, che quando arrivò a Torino veniva definito "il Van Basten del bosforo". Si vede che in Italia avevano mandato il cugino, perchè non ho mai visto un centravanti così scarso. Certi paragoni sono un po' rischiosetti.

Thrillerpage:
Come procedi nella scrittura? Hai tutto in mente prima di iniziare o la trama si sviluppa spontaneamente attraverso reazioni ed alchimie impreviste?

Marco Malvaldi:
In teoria, la storia è già tutta lì prima di iniziare. In pratica, molti cambiamenti vengono fuori scrivendo.

Thrillerpage:
E' stato facile far apprezzare il tuo libro agli editori?

Marco Malvaldi:
Be', il primo l'ho mandato a quindici case editrici. Mi ha risposto solo Sellerio. Ho quasi il sospetto che le altre non lo abbiano nemmeno letto...

Thrillerpage:
Cosa leggi?


Marco Malvaldi:
Principalmente gialli, ma anche saggistica (matematica e neuroscienze: sono affascinato dal ragionamento astratto) e i grandi classici . Al momento sto leggendo "Le ultime cronache del Barset", di Trollope.

Thrillerpage:
C'è un libro che hai letto che avresti voluto scrivere tu?

Marco Malvaldi:
"La versione di Barney". Lo so, è scontato dirlo ora, ma non posso farci nulla. Se mi proponessero di tagliarmi un braccio pur di scrivere un libro simile, credo che ci penserei seriamente.

Thrillerpage:
Stai già scrivendo il prossimo? Tornerai al BarLume o sarà ancora qualcosa di diverso?

Marco Malvaldi:
Ho già in mente una trama per il nuovo BarLume, ma mi piacerebbe anche scrivere un piccolo saggio sul perchè i gialli possono essere grande letteratura. Il problema è che non so se sono in grado di scriverlo. Forse lascerò passare un pochino di tempo; è sempre meglio rifletterci un po' su queste cose.

Thrillerpage:
Un attento ,acuto ed ironico osservatore come te della realtà che spunti può trovare nell'Italia di oggi?


Marco Malvaldi:
Mi sembra che la situzaione sia molto simile all'epoca della caduta dell'impero romano: decadenza, orge, e i cosiddetti barbari alle porte. Temo che l'invasione non sia lontana, e non sono sicuro che sarebbe un male. Avrei solo una richiesta: preferirei essere invaso dai cinesi che dagli arabi, cucinano meglio.

Thrillerpage:
Ho qui il Corriere della Sera di oggi, in neanche 10 giorni sei al 4° posto della classifica di narrativa italiana, dietro a Eco,Ammaniti,Faletti: te lo aspettavi? Che effetto fa?


Marco Malvaldi:
Me lo aspettavo: no. Il mio romanzo è molto meglio di quello di Eco. Scherzi a parte, non me lo aspettavo, e tento di godermi il momento più che posso finchè dura.




Thriller ringrazia Marco per la gentilezza e la disponibilitò nell'accettare questa intervista e vi invita a visitare i link di Thrillerpage su Marco Malvaldi


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