sabato, febbraio 19

DROOD - di Dan Simmons

Marta Zelioli ha detto: vale sicuramente la pena leggerlo per ciò che ho detto finora e per la scrittura immaginifica di Simmons che, con le sue descrizioni, riesce a creare un incubo lungo 811 pagine....


Nel giugno del 1865, durante un viaggio in compagnia della sua amante, Charles Dickens rimane coinvolto in un incidente ferroviario, in seguito al quale incontra un sinistro personaggio di nome Drood che cambierà per sempre la sua vita. Il racconto degli avvenimenti che seguirono è affidato al suo migliore amico ed eterno rivale, Wilkie Collins, autore di libri come "La donna in bianco" e "La pietra di luna", che viene coinvolto in una serie di indagini nell'underworld di Londra, attraverso sotterranei oscuri e misteriosi, colonie umane di derelitti, fumerie d'oppio clandestine, pratiche di mesmerismo e sette segrete. Quando Drood sembra avvicinarsi alle loro ricerche, egli viene messo da parte da Dickens, il quale comincia a mostrare segnali inquietanti di cambiamento. Come se non bastasse, anche Collins inizia ad avere visioni inspiegabili, allucinazioni, un senso costante di minaccia. Provato fisicamente e mentalmente ma avvinto da questo gioco mortale, Collins si dibatte tra la paura della follia e il dubbio che tutto faccia parte di un diabolico piano della creatura che si fa chiamare Drood. Centrato sulle figure di due degli scrittori inglesi più influenti della modernità, è un romanzo storico-letterario sul mistero dell'ultimo omonimo romanzo rimasto incompiuto di Dickens, un inquietante racconto sovrannaturale e un'indagine psicologica sui recessi più oscuri della mente umana. Un'opera ambiziosa nella produzione narrativa di uno dei maestri contemporanei del romanzo americano.
Titolo Drood
Autore Simmons Dan
Prezzo di copertina € 19,50
Dati 2010, 832 p., rilegato
Traduttore Tagliavini A.
Editore Elliot (collana Scatti)



Marta Zelioli ha detto: vedere questo libro sullo scaffale di una libreria può lasciare un po’ costernati: il numero di pagine è notevole, così uno dei primi pensieri potrebbe essere "Se non altro potrà tornarmi utile come arma". Sono onesta, non ho comprato il libro perché appassionata di Dickens, mi sono lasciata attrarre dalla famigerata "fascetta". Negli ultimi anni queste maledette e colorate presenze hanno fatto dannare noi umili lettori, costringendoci a pensare regolarmente: "Corrisponderà al vero?". In ogni modo la fascetta riporta un commento di Stephen King, un commento favorevole, e ho detto tutto.

Passiamo al libro.
Drood narra gli ultimi cinque anni di vita di Charles Dickens, mostrandolo sotto una luce molto particolare, naturalmente tutto questo in caso si ritenga fedele la "visione" di Dan Simmons.
La narrazione è affidata ad un suo amico scrittore e "rivale" - tra virgolette, giacché di rivali all'epoca, Dickens non ne aveva -, Wilkie William Collins, e a dargli retta Dickens appare come un grandissimo infame: ha letteralmente esiliato la moglie dopo che questa gli ha sfornato ben dieci figli (è storia, quindi, nulla quaestio; pare che Dickens abbia fatto pubblicare un annuncio sui giornali per proclamare la sua separazione, accusando la donna di non aver mai saputo badare ai figli e alla famiglia) e per tutte le 800 e più pagine il comportamento dell'Inimitabile - così si faceva chiamare - è più o meno quello di un ipocrita, a tratti malvagio e assolutamente egocentrico. Fin qui nulla di che, del resto stiamo parlando di uno dei più grandi scrittori di sempre che, come ognuno di noi, ha diritto a un lato oscuro. Nel caso di figure di una certa importanza, questo lato della personalità assume un peso ancor più significativo.


G.K. Chesterton ebbe una volta modo di scrivere relativamente a Dickens e Collins: "Erano due uomini che nessuno può superare nello scrivere storie di fantasmi"
Drood, o meglio "Il mistero di Edwin Drood" è il libro incompiuto di Dickens su cui generazioni di lettori hanno fatto mille riflessioni, su cui scrittori hanno tessuto trame e tratto le loro conclusioni.

Dan Simmons ha una scrittura splendida, è penetrante e riesce a farti visualizzare Londra in quel periodo rendendola orrida, molto “Burtoniana”, oscura, maleodorante, carica di pericoli Gran parte della trama si svolge nei quartieri peggiori come Whitechapel, Shadwell, Wapping. Dickens ama avventurarsi tra i meno fortunati, gente povera, disadattata, che vive esistenze rivoltanti e tragiche.
Quando uno scrittore riesce a farti sentire gli odori, a provare le sensazioni dei personaggi, a farti storcere la bocca e venire quasi la nausea, allora, ha sicuramente fatto un ottimo lavoro.


"Vedi, Lettore Caro, noi, tre milioni circa di Londinesi, vivevamo e camminavamo in mezzo ai cadaveri di almeno altrettanti dei nostri morti, e quasi certamente di più. Mano a mano che Londra cresceva, fagocitando sobborghi e villaggi, anche i campisanti venivano inglobati: a essi venivano consegnate le centinaia di migliaia di cadaveri decomposti, i nostri cari defunti". Pag. 104

Prostitute, cadaveri, malviventi e fumerie di oppio, rivelano un'altra Londra, chiamata Sotterra, il luogo in cui dovrebbe svolgersi tutta la vita del famigerato Drood col suo esercito di adepti. Un sacerdote, un criminale o uno spettro? Per tutto il romanzo ricorrono continui punti di domanda, così il lettore non fa che chiedersi quale sia la vera essenza di questo essere inquietante, chi dei due scrittori abbia smarrito la ragione, in quale incubo si sia sprofondati.
Si visualizza un Dickens a tratti tronfio, pieno di sé e temerario, ma che a momenti cade in baratri di terrore puro.


"Che c'è?" mormorai a Dickens. "Cosa succede?".
Il ciuffo dell'Inimitabile sulla sommità della testa, e i suoi lunghi baffi, erano tutti spettinati e scompigliati dal sonno, e sparavano da tutte le parti. In altre circostanze sarebbe stata una visione molto divertente. Ma non quella sera. Charles Dickens aveva negli occhi qualcosa di molto simile alla paura, qualcosa che non credo di avergli mai visto prima. - Pag. 253 -

Drood è una presenza terrificante (ricorda un po' Nosferatu),pelato com’è, senza palpebre, alto, magrissimo, con indosso una cappa nera, due fessure al posto del naso, denti aguzzi e gengive anch'esse pallide. Al quadro appena descritto si deve aggiungere una sorta di onnipotenza: Drood è uno spettro che arriva ovunque, che ti modella la mente, che penetra in ogni luogo. Lungo tutta la narrazione ricorrono il surreale, il grottesco e anche il comico - se vogliamo, nelle involontarie imprecazioni che Wilkie si trova a vomitare fuori nei momenti più esacerbati-.

"Per questo, capisci, devo andare in America" mormorò. "Drood non mi seguirà fin laggiù. Non può seguirmi fin laggiù".
"Perché no?".
Dickens si raddrizzò di scatto, fissandomi a occhi sbarrati. Per la prima volta nella nostra lunga amicizia lessi nella sua espressione il terrore puro. "Non può!" strillò! - Pag. 409 -

Il ritmo del romanzo non è dei migliori, a questo punto tocca dirlo, infatti diversi capitoli a mio avviso potevano anche essere depennati senza che la narrazione ne soffrisse. Drood non è sicuramente un libro di cui si può dire: "E' filato via in un attimo e un capitolo mi ha trascinato nell'altro con la forza della curiosità e del ritmo incalzante". No, proprio no.
Ma vale sicuramente la pena leggerlo per ciò che ho detto finora e per la scrittura immaginifica di Simmons che, con le sue descrizioni, riesce a creare un incubo lungo 811 pagine.


1 Lascia un commento:

Unknown ha detto...

Complimenti Marta, ottima recensione, esaustiva!!
Ne aspettiamo altre!!

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