Recensione a cura di Massimo Minimo
"La mafia mi rende nervoso" di Isidoro Meli è il nuovo thriller edito da Frassinelli e recensito da ThrillerPages
Tommaso Traina è un ragazzo palermitano diventato muto dopo aver scoperto il cadavere del padre mafioso, ucciso dai suoi stessi compari a causa delle continue richieste “sindacali”. Per compensare l’omicidio, a Tommaso viene affidato il delicato ruolo di portapizzini. Il ragazzo ha un fratello, Ciccio, spacciatore e campione di Playstation, che si è cacciato nei guai per aver perso una grossa somma alle scommesse. Intanto Tommaso, che è tutto fuorché tonto e analfabeta, si mette in testa di vendicare la morte del padre trovandone l’assassino e per questo comincia a fare quello che mai avrebbe dovuto: leggere i pizzini. I due fratelli finiscono così, per motivi diversi, nel mirino della mafia. Saranno aiutati da Pietro La Marca, uno sbirro annoiato in servizio presso un anonimo commissariato palermitano.
La vicenda ci viene narrata da Vittorio Mazzola in una sorta d’intervista a Tommaso, partendo dalla fatidica domanda se la mafia esista o meno. Dalla risposta affermativa del giovane Traina si dipana una storia dell’assurdo, popolata da personaggi improbabili e caratterizzata da un linguaggio forte, quasi fumettistico e pieno di termini dialettali. Un modo nuovo di raccontare il fenomeno mafioso, per demonizzarlo e poi esorcizzarlo portandolo al limite, se non oltre, del ridicolo.
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