Recensione a cura di Massimo Minimo
"La strategia di Bosch" di Michael Connelly è il nuovo thriller edito da Piemme Edizioni e recensito da ThrillerPages
Harry Bosch è sempre più vicino alla pensione e continua a occuparsi di cold case. Questa volta la vittima è un mariachi, morto ben dieci anni dopo essere stato ferito da una pallottola alla schiena. Le indagini si rivelano sin da subito difficili, perché il tempo trascorso ha contribuito a rendere labili gli indizi e le prove. Bosch è affiancato da una nuova, giovane partner, Lucia Soto, una ragazza di origini ispaniche. Partendo dal proiettile estratto dal corpo della vittima, i due detective riescono a risalire all’arma del delitto. Nel frattempo un altro caso irrisolto, risalente a ben venti anni prima, sembra avere un collegamento con l’omicidio del mariachi, complicando ulteriormente le cose. Harry e Lucia si troveranno di fronte a un muro d’omertà che nasconde anche interessi politici e che li spingerà a non agire sempre secondo le regole.
Da quando Bosch è stato destinato all’Unità Casi Irrisolti, la struttura narrativa delle opere di Connelly è chiaramente cambiata: meno azione sul campo e più lavoro di ricerca, come accade nei procedural. La sua scrittura è, però, rimasta quella di sempre, incisiva e accompagnata spesso da una sottile ironia. In questo romanzo ampio spazio è dato alla comunità latina di Los Angeles, nella quale la giovane Lucia Soto si muove più a suo agio rispetto a Bosch, che le concede spazio, fidandosi di lei. Le ultime pagine lasciano un grosso punto interrogativo sul futuro del nostro eroe, ma sono certo che l’autore saprà sorprenderci ancora una volta.
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