Dati 2001, 224 p.
Editore E/O
TRAMA: In Sud America il protagonista del romanzo è incaricato dalla guerriglia di giustiziare un suo amico, colpevole di molestie sessuali sui prigionieri. Esegue l'ordine senza nessuno scrupolo: sta solo pensando a come uscire da una pericolosa militanza rivoluzionaria che non lo interessa più. E' finito lì, nella giungla, perché ricercato in Italia per aver ucciso un metronotte durante la lotta armata, negli anni Settanta. Per rifarsi una vita, "vende" i suoi ex compagni in cambio di uno sconto di pena e quando esce di galera fa una rapida carriera, compiendo azioni criminali di ogni tipo. La parabola di quest'uomo senza principi rappresenta il percorso di quegli individui che hanno tradito le aspirazioni e i sogni solo per l'interesse personale.
Recensione di Diego Thriller:
Il primo libro di Carlotto che ho letto è stato "l'oscura immensità della morte", l'anno scorso. Fino a quel momento leggevo molto autori stranieri e perlopiù thriller. Bé, dopo quel libro mi sono innamorato del genere noir e prediligo autori Italiani, quindi già devo ringraziare l'autore. Poi, rimandando sempre la lettura di "Arrivederci amore ciao" sono arrivato a quest'anno che ancora non l'avevo letto e ho letto prima "Alla fine di un giorno noioso", e dire che mi è piaciuto non rende l'idea..... Adesso per rimediare ho letto anche questo libro che mi ha aiutato a capire meglio da dove arriva Giorgio Pellegrini e che ho trovato altrettanto un libro fantastico!
Pellegrini è stato un terrorista che dopo aver ucciso per errore un postino a causa dell'esplosione di una bomba da lui innescata ed evitare l'ergastolo fugge in sud America arruolandosi nella militanza rivoluzionaria.
Tutto questo gli svuota il cuore e ne da prova quando nella giungla, su ordine del suo superiore, uccide il suo amico Italiano sparandogli alla nuca, senza nemmeno guardarlo in faccia, non provando alcun sentimento, alcuna emozione. Non resistendo più a quella vita e sentendo una grande nostalgia della sua Italia, riesce a deviare la sua lunga condanna, con l'aiuto forzato dei suoi "compagni", ad un brigatista già condannato all'ergastolo, il quale una condanna in più o in meno non gli pesa più di tanto.
Dopo un paio di anni esce dal carcere, e con l'aiuto di Anedda, capo della DIGOS conosciuto in carcere, e altre ambigue conoscenze, mette in atto rapine, estorsioni di tutti i tipi e omicidi. Giorgio Pellegrini è il personaggio più figlio di puttana che mi sia capitato di conoscere in un romanzo, perchè oltre ad essere un delinquente, neanche per un solo minuto o frase del libro dimostra un briciolo di morale. Tutto quello che fa lo fa per i soldi e per il suo reinserimento nelle società. Un personaggio molto intelligente e calcolatore, tant' è
che nel giro di pochi anni riesce a far parte dei giri che contano, con l'appoggio politico e di gente ricca, rientrando in società da uomo pulito e lavoratore. Ma per arrivare a questo ragazzi, non lascia nemmeno una traccia dietro di se, lascia solo una lunga scia di sangue e di silenzio. Un libro che è più di un pugno nello stomaco. Quando lo finisci e pensi alle cose che quest'uomo ha fatto, sapendo che sono cose che sentiamo ai telegiornali ma che magari il giorno dopo ci dimentichiamo, ti porta a una profonda riflessione.
Voto Thrillerpage:
Intervista a Massimo Carlotto
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