La nostra prima intervista
Cristina Aicardi
vs
Patrizia Mintz
Patrizia
È nata nel 1959. Dopo tre anni di giornalismo investigativo negli Stati Uniti, durante i quali ha spaziato dalla carta stampata alla radio, è tornata in Italia dove collabora con la Rai. Vive a Roma con il marito e i suoi due cani meticci, Rebecca e Mafalda.
Il suo primo libro, Io sono il mare - Cronaca della morte annunciata di Derek Rocco Barnabei (Alsaba, 2001) era dedicato alla pena di morte negli Stati Uniti. Con Veritas ha deciso di passare a un genere che ha sempre amato, il thriller esoterico.
C.A
Dopo anni di giornalismo e un libro sulla storia di Derek Rocco Bernabei, condannato a morte negli Usa,hai deciso di cimentarti nella scrittura di un thriller, come mai questa scelta?
P.M
Senza contare i primi racconti scritti, che erano fiabe per bambini, in realtà il libro sulla vicenda di Derek è il mio secondo. Il primo si intitolava “La lepre di pezza” ed era incentrato sulle indagini per la strage di piazza Fontana. In più, per anni, ho fatto la traduttrice dall’inglese per la Newton & Compton e, manco a farlo apposta, mi ero “specializzata” in saggi sul nazismo. Dopo tante storie di morti vere ho voluto cimentarmi in morti “di carta”, anche perché il thriller è il genere di lettura che più amo, da quando avevo sette anni e mi sono imbattuta ne “L’assassinio di Roger Ackroyd” di Agatha Christie.
C.A
Quali sono gli scrittori che ami in particolar modo?
P.M
Su tutti Preston e Child: il loro agente speciale Pendergast, pure impeccabile nei modi e nel vestire, ha molto in comune con Arlia. Poi Tess Gerritsen. Tra gli italiani sono caduta vittima del fascino dei romanzi di Alfredo Colitto, cui invidio più di una cosa. E, last but not least, ultimamente ho scoperto Pierluigi Porazzi: la sua “Ombra del falco” è spettacolare per le metafore e le atmosfere che esprime, oltreché per la trama.
C.A
Quali sono secondo te le caratteristiche di un buon thriller?
P.M
Il fiato, stanco di star sospeso, se ne andò definitivamente.
C.A
Nel tuo libro si parla anche di storia e di esoterismo. Quanto è importante e quanto tempo dedichi alla ricerca e all'approfondimento dei temi che poi tratterai nei tuoi libri?
P.M
La ricerca accompagna ogni pagina, anche perché, a ogni finestra che si apre, si spalancano decine di scenari. Ricerca e scrittura, quindi.
C.A
Come scegli i temi da trattare?
P.M
I temi li ho scelti (o meglio, mi hanno scelto) andando a una mostra, visitando una chiesa, sfogliando un giornale, guardando la televisione, tanto per fare alcuni esempi. Penso che sia la curiosità a offrire temi, appigliandosi molto spesso al passato che è sempre sedimentato dentro di noi. Basta risvegliarlo.
C.A
Dove trovi gli spunti per i tuoi personaggi?
P.M
Amici, conoscenti, il panettiere gentile sotto casa, il giornalaio isterico di prima mattina, l’autista dell’autobus, la bibliotecaria cafona. Forse dovrei distribuire anche a loro i proventi del libro.
C.A
E' nata prima la storia o Arlia, il suo protagonista?
P.M
Sono nati insieme, tenendosi sempre per mano.
C.A
So che hai già terminato la stesura del secondo libro e stai scrivendo il terzo. Avevi già in mente di scrivere una serie di gialli con protagonista Arlia, o questa è la conseguenza del successo del libro e della grande simpatia suscitata dal protagonista?
P.M
Direi la seconda: dopo aver letto “Veritas” sia un produttore cinematografico che la casa editrice Piemme mi hanno incoraggiato a realizzare una serie con lo stesso protagonista.
C.A
Quanto di te c'è nei tuoi libri?
P.M
Più volte ho detto che Arlia si rifà molto a una persona reale, cui però ho aggiunto molto del mio: i valori del sangue ad esempio, il suo essere trasandato, il suo infischiarsene delle convenzioni, l’impazienza che spesso fa commettere errori, l’istintualità, la tolleranza zero per gli stupidi.
Ringrazio Patrizia Mintz e Cristina Aicardi
per questa intervista
e vi ricordo che a questo link
troverete l'approfondimento
al libro di Patrizia
VERITAS
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