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giovedì, novembre 26

Un posto tranquillo di Matsumoto Seicho

TRAMA - Kōbe. Durante una cena tra imprenditori e funzionari ministeriali, una cameriera si avvicina a uno dei commensali e gli sussur­ra qualcosa all’orecchio. C’è una chiama­ta per lui da Tokyo. L’uomo, Tsuneo Asai, si alza senza dare nell’occhio e raggiunge il telefono. Sua moglie Eiko, poco più che trentenne, è morta improvvisamente d’in­farto. Una notizia non del tutto inattesa, dal momento che Eiko era già da tempo mala­ta di cuore. Eppure le circostanze della sua morte, avvenuta in un quartiere un po’ fuo­ri mano di Tokyo, a due passi da un alber­go a ore, gettano un’ombra sulla sua figura timida e riservata, e sul suo passato. Cosa ci faceva lì? E chi doveva incontrare?
Questa storia è come una strada che parte leggermente in salita e si fa a ogni passo più ripida. Una strada piena di vicoli cie­chi, che sembra esistere solo nella psiche del protagonista. Qui, i temi cari a Matsu­moto – la vendetta, l’ossessione per un det­taglio che non torna, il timore dello scan­dalo, l’ansia di essere scoperti che conduce alla rovina – si condensano in un noir ano­malo e beffardo, senza un caso né un inve­stigatore, dove chi cerca un colpevole può finire per diventarlo lui stesso. Un noir che è anche una critica acuminata della società giapponese e della ragnatela di convenzio­ni che la invischiano.

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