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giovedì, ottobre 6

Recensione - "I Signori della Cenere" di Tersite Rossi

"I Signori della Cenere" di Tersite Rossi è il nuvo thriller finanziario edito da Edizioni Pendragon e recensito da ThrillerPages
Dalla Creta del XII secolo a. C. fino ai nostri giorni si sviluppa il terzo romanzo di Tersite Rossi. Cos’hanno in comune un giovane e ambizioso banchiere di Wall Street, un insignificante ragioniere della provincia milanese e un’antropologa toscana? Partendo dalla posizione di semplice impiegato, Lorenzo Rettura scala i vertici della banca americana che l’ha assunto; il tutto senza farsi scrupoli e usando spesso il ricatto per avanzare di posizione. Aldo Colombo, umile ragioniere, viene licenziato e decide di prendersi la rivincita compiendo un gesto eclatante: è lui a legare a doppio filo le esistenze di Lorenzo e Petra Venturini. Intanto i Globocrati o Signori della Cenere ordiscono un complotto destinato a scatenare una guerra civile globale. Riusciranno nel loro diabolico intento o qualcuno sarà in grado di fermarli? 


Mescolando vari temi, gli autori tornano a quella narrativa d’inchiesta di cui era pervaso il loro primo romanzo e, in parte, anche il secondo. Lo fanno partendo dall’antica Creta, nella quale il culto della Grande Madre è in pericolo a causa della violenza dei guerrieri dorici. Con un notevole salto temporale arriviamo agli anni 2000, quando la crisi economica sta mietendo tante vittime: di questo clima d’incertezza c’è chi vuole approfittare per arricchirsi ancora di più. Le parti del romanzo dedicate al mondo della finanza sono forse quelle più ostiche, almeno per i lettori poco ferrati sull’argomento. Gli autori sono però riusciti a semplificare il più possibile i meccanismi sui quali si basa quel mondo frequentato da tanti, troppi speculatori. I Signori della Cenere resta sempre un romanzo, seppure d’inchiesta; non è tuttavia escluso, anche se non sperabile, che si avvicini a una realtà non troppo lontana. Un ultimo consiglio: quando arriverete a un certo punto della lettura, tenete vicino a voi un bicchiere o, meglio ancora, una bottiglia d’acqua, perché potrebbe venirvi una gran voglia di bere e dissetarvi.


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