Mi unisco al coro dei commenti positivi al libro di Ginevra. Condivido appieno i giudizi sulla scrittura semplice ma molto comunicativa e sulla trama ben delineata ma il punto forte del libro rimane per me la caratterizzazione dei personaggi. Siciliani focosi ed imprevedibili, i nostri poliziotti riescono a strappare un sorriso anche in momenti drammatici come una scena del crimine. Abbondante è l'uso di parolacce ed imprecazioni proprio a sottolineare l'umanità dei protagonisti con tutti i loro pregi e le loro debolezze. L'unica nota lievemente stonata, a mio giudizio, ho intuito molto semplicemente l'identità dell'assassino nonostante io sia generalmente un lettore "distratto". Ho espresso questo giudizio anche all'autore ( persona veramente squisita e di un umiltà ammirevole ) il quale mi ha risposto che effettivamente questo libro nasce per intrattenere e divertire il lettore a differenza di altri libri più "impegnati" dove celare l'identità del cattivo fino alla fine diventa essenziale.
Rinnovo i miei complimenti anche qui a Ivo, ringraziandolo per avermi regalato dei momenti di serena ilarità soprattutto sul decalogo del russatore. Unica cosa certa, non accettate inviti a cena da Ivo Tiberio Ginevra!
Recensione a cura di Pablo Seghezzi
TRAMA: Dopo il successo de Gli assassini di Cristo, tornano i poliziotti del commissariato di Scrafani in una nuova indagine che li vede alle prese con un crudele e spietato serial killer.
Rinnovo i miei complimenti anche qui a Ivo, ringraziandolo per avermi regalato dei momenti di serena ilarità soprattutto sul decalogo del russatore. Unica cosa certa, non accettate inviti a cena da Ivo Tiberio Ginevra!
Recensione a cura di Pablo Seghezzi
TRAMA: Dopo il successo de Gli assassini di Cristo, tornano i poliziotti del commissariato di Scrafani in una nuova indagine che li vede alle prese con un crudele e spietato serial killer.
In Sicily crime non c’è il perfetto modo d’indagine supertecnologico alla CSI fatto di torce, pennellini, computer, polverine, che la televisione ci ha abituato a vedere.
Non ci sono poliziotti patinati, belli, tipici, colti, fighi o maledetti importati dall’America in prodotti da conio dozzinale.
In Sicily crime c’è la contrapposizione a tutto questo. Ci sono solo quattro coscienziosi sbirri siciliani con i loro problemi reali di uomini comuni, con nevrosi dettate da trasferimento, divorzio, malattie ecc.
Ma c’è ancora di più, tutto sembra serio, credibile, credibilissimo e fa ridere.
Titolo Sicily Crime La seconda inchiesta del commissario Falzone
Autore Ivo Tiberio Ginevra
Dati euro 16,00 pagine 448
genere: Gialli | Thriller
pubblicato: 2012
L’autore Ivo Tiberio Ginevra dopo “Gli Assassini di Cristo” arriva con la seconda indagine del commissario Falzone “Sicily Crime”. Partiamo con la copertina del libro di un bianco candido con una goccia di sangue che cola ed una zuppiera di porcellana bianca finissima in stile, che ha un suo perché non è messa a caso. Una copertina che fa capire l’ironia dell’autore.
RispondiEliminaDove eravamo rimasti? Ah si, con un trasferimento del vicequestore Pietro Bertolazzi a Minasola.
In questa indagine abbiamo l’ingresso di un nuovo vicequestore Elena Concetto un personaggio strano ambiguo viscido che darà del filo da torcere a tutti con la sua perfezione e pignoleria nel fare e dire le cose. Ma nello stesso tempo riuscirà a farsi accettare dalle persone del Commissariato di Scrafani.
Il Commissariato sarà alle prese con uno spietato Serial Killer. Questa è l’indagine principale e trainante del libro. Elena, Falzone e in un secondo tempo Bertolazzi si troveranno ad indagare gomito a gomito in questa sfida, all’apparenza impossibile, con il Serial Killer, molto complicata. Un’indagine basata su sensazioni, congetture, niente prove concrete e niente indizi. Sarà sufficiente la loro capacità investigativa, l’esperienza e la tenacia per catturare il Serial Killer? Tutto è il contrario di tutto!
Altre indagini meno rilevanti ruoteranno intorno alla trama ed altri personaggi, oltre il Medico Legale Di Pasquale, avranno una visibilità più forte. Troviamo un accrescimento nella vita privata dei personaggi. Un approfondimento interiore nelle emozioni, nei sentimenti, nel valore dell’amicizia.
Anche in questa indagine i personaggi dovranno sempre districarsi tra lavoro e vita privata. Dovranno combattere stati di rabbia, d’impotenza e problemi di salute.
Una scrittura semplice, pulita, scorrevole intercalata da frasi o parole in dialetto siciliano (molto comprensibili). Certe volte usa un linguaggio un po’ colorito ma è il personaggio Bertolazzi che richiede questo linguaggio.
Cosa posso aggiungere di più per consigliarvi la lettura di questo giallo?! Ivo Tiberio Ginevra è un autore che stimo tantissimo. Il suo modo di scrivere è pazzesco sa unire il cuore, la malinconia e l’ironia in un modo disarmante anche se parla di temi forti come in questo caso. Ha una sensibilità straordinaria nel descrivere certi stati d’animo particolari come i rapporti familiari, la complicità che lega l’amicizia. Buona lettura!
Il libro parla della seconda indagine della coppia Falzone e Bertolazzo e inizia proprio con il trasferimento di quest’ultimo da Scrafani, dove l’autore l’aveva lasciato nella storia precedente, a Minasola.
RispondiEliminaE da qui inizia il finimondo.
Sì perché non è proprio solo un gialletto all’acqua di rose, come l’autore vuole farci credere.
Ci sono tutti i crismi del genere thriller:
il serial killer, i cadaveri, tanto sangue,le indagini alla CSI, le piste che sembrano portare da una parte e invece quando pare che la soluzione sia vicina la combriccola di investigatori deve ricominciare da capo. Il tutto sapientemente scritto con linguaggio molto colorito, a volte in dialetto siciliano ma comprensibilissimo, con un legame che unisce tra loro personaggi a volte strampalati ma tremendamente
umani, con il loro fardello di situazioni familiari più o meno piacevoli, ma molto reali.
Lo svolgersi delle vicende, in alcune parti addirittura esilarante (ad esempio il caso di una famosa zuppiera in fine porcellana….), coinvolge il lettore fino alla fine e fa tenere con il fiato sospeso per trovare una soluzione ed un colpevole.
Direi proprio che con questo secondo libro Ivo Tiberio Ginevra può considerarsi a pieno titolo uno scrittore
e non vedo l’ora di leggere altre indagini di questi personaggi così profondamente umani.
Una frase mi ha colpito parecchio, riferita a Mario, uno dei due amici che accompagnano il vice questore Bertolazzo nel trasferimento:
“In quel momento di serenità Mario non pensava a tutti i chiodi arrugginiti conficcati nel suo cervello…..Al loro posto un cassetto aperto dove conservare gelosamente la spensieratezza di quei minuti, nelle polveri della memoria di un armadio usato in gioventù per vivere senza pensieri. “
Un bel thriller, una chicca per gli appassionati del genere e non, sto parlando di Sicily crime di Ivo Tiberio Ginevra amico e scrittore che già ho apprezzato ne Gli assassini di Cristo. Ritroviamo la coppia di investigatori Falzone e Bertolazzi, che sta per essere trasferito, suo malgrado a Minasola e il libri inizia proprio così:"E venne il giorno del trasferimento. "Il maledetto giorno" come lo chiamava Pietro Bertolazzi.A Minasola lui non voleva proprio andare.Proprio no! E neanche per scherzo. La odiava."Al suo posto al commissariato di Scrafani viene mandato il vicequestore Elena Concetto pignolo e perfezionista che a stento riuscirà a farsi accettare da alcuni fra i poliziotti ma mai da Falzone.Proprio finchè Falzone e il medico legale De Pasquale stanno accompagnando Bertolazzi a Minasola verranno richiamati per un caso cruento:una donna fatta a pezzi.Ben presto Elena, Falzone e in un secondo tempo Bertolazzi si troveranno di fronte a un serial killer astuto, che non lascia indizi e che sfida gli investigatori.La trama è in tutto e per tutto quella del thriller che tiene sospeso il lettore nel tentativo di capire prima della fine chi sia l'assassino. Non sarà impresa facile, ma il merito di questo libro è che l'autore ci fa conoscere dal punto di vista umano i personaggi con una narrazione accurata e a tratti molto divertente. Ci fa conoscere le loro vite con i loro drammi e le loro gioie tanto che alla fine li riconosciamo come degli amici.Rispetto a Gli assassini di Cristo ho trovato lo stile molto più maturo con approfondimenti sulla psiche dei personaggi,sulle loro emozioni e sentimenti e con approfondimento sul tema dell'amicizia che li lega fra loro.Simpatico il glossario che spiega l'origine dei nomi. Come sempre originale il nostro Ivo!Consiglio a tutti di leggerlo anche ai non appassionati di thriller!
RispondiEliminaDopo essermi divertita con il suo primo libro mi sono goduta appieno anche il secondo. Ivo sa regalare delle chicche di ilarità sorprendenti e fulminanti, riuscendo a creare un thriller ironico e divertente con una galleria di personaggi ricca e varia.
RispondiEliminaL'utilizzo della parolaccia non è fine a se stessa, non è campata in aria, serve a dare maggiore incisività ai dialoghi, a rendere sempre più umani i personaggi che a volte sembrano delle macchiette.
Una scrittura che denota un carattere fondamentalmente allegro, positivo, nonostante si stia parlando di un thriller.
Mi sono goduta ogni pagina di questo libro e sorrido ancora mentre lo sto commentando. Davvero consigliato.