Recensione a cura di Sara Bilotti Voto *****/5
Durante una guerra, La Guerra, due fratelli vengono catapultati in una realtà arida, disumana, brutale, e dovranno imparare a cavarsela da soli.
Impareranno a non provare fame, sete, dolore. Amore. E le loro vite saranno per noi un labirinto, da percorrere trattenendo il fiato, respirando solo dopo aver svoltato gli angoli.
Trilogia della Città di K è un capolavoro, non si può definirlo in altro modo.
E' un libro che scava, corrode. Le parole si rincorrono, si azzannano, secche, taglienti, impietose, fino all'epilogo straziante.
La Kristof non ha bisogno di orpelli, frasi a effetto, descrizioni minuziose. Le basta un periodo breve, un dialogo accennato, per prenderci di peso e scaraventarci nell’orrore dell’assenza, nel vuoto emotivo, nel vortice del dubbio. Il suo romanzo è un orologio svizzero, crudele nella precisa scelta delle parole, implacabile nell'efficacia delle immagini che evoca. Spietato anche nella critica alla letteratura che tradisce la realtà, ci confonde, ci imbroglia, ci salva per poi farci precipitare, insomma fa di noi ciò che vuole: è il potere, quello vero, della parola.
TRAMA: Quando "Il grande quaderno" apparve in Francia a metà degli anni Ottanta, fu una sorpresa. La sconosciuta autrice ungherese rivela un temperamento raro in Occidente: duro, capace di guardare alle tragedie con quieta disperazione. In un Paese occupato dalle armate straniere, due gemelli, Lucas e Klaus, scelgono due destini diversi: Lucas resta in patria, Klaus fugge nel mondo cosiddetto libero. E quando si ritroveranno, dovranno affrontare un Paese di macerie morali. Storia di formazione, la "Trilogia della città di K" ritrae un'epoca che sembra produrre soltanto la deformazione del mondo e degli uomini, e ci costringe a interrogarci su responsabilità storiche ancora oscure.
Titolo Trilogia della città di K.
Autore Kristof Agota
Prezzo di copertina € 12,50
Dati 2005, 384 p.
Editore Einaudi (collana Super ET)
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Durante una guerra, La Guerra, due fratelli vengono catapultati in una realtà arida, disumana, brutale, e dovranno imparare a cavarsela da soli.
Impareranno a non provare fame, sete, dolore. Amore. E le loro vite saranno per noi un labirinto, da percorrere trattenendo il fiato, respirando solo dopo aver svoltato gli angoli.
Trilogia della Città di K è un capolavoro, non si può definirlo in altro modo.
E' un libro che scava, corrode. Le parole si rincorrono, si azzannano, secche, taglienti, impietose, fino all'epilogo straziante.
La Kristof non ha bisogno di orpelli, frasi a effetto, descrizioni minuziose. Le basta un periodo breve, un dialogo accennato, per prenderci di peso e scaraventarci nell’orrore dell’assenza, nel vuoto emotivo, nel vortice del dubbio. Il suo romanzo è un orologio svizzero, crudele nella precisa scelta delle parole, implacabile nell'efficacia delle immagini che evoca. Spietato anche nella critica alla letteratura che tradisce la realtà, ci confonde, ci imbroglia, ci salva per poi farci precipitare, insomma fa di noi ciò che vuole: è il potere, quello vero, della parola.
TRAMA: Quando "Il grande quaderno" apparve in Francia a metà degli anni Ottanta, fu una sorpresa. La sconosciuta autrice ungherese rivela un temperamento raro in Occidente: duro, capace di guardare alle tragedie con quieta disperazione. In un Paese occupato dalle armate straniere, due gemelli, Lucas e Klaus, scelgono due destini diversi: Lucas resta in patria, Klaus fugge nel mondo cosiddetto libero. E quando si ritroveranno, dovranno affrontare un Paese di macerie morali. Storia di formazione, la "Trilogia della città di K" ritrae un'epoca che sembra produrre soltanto la deformazione del mondo e degli uomini, e ci costringe a interrogarci su responsabilità storiche ancora oscure.
Titolo Trilogia della città di K.
Autore Kristof Agota
Prezzo di copertina € 12,50
Dati 2005, 384 p.
Editore Einaudi (collana Super ET)
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Un romanzo indimenticabile.
RispondiEliminaUn'epopea che parte tagliente come un rasoio, continua scavando solchi nel cuore ed esplode nel finale.
Voto meritatissimo.