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lunedì, ottobre 10

L'UOMO DI PAGLIA di Micheal Connelly

Recensione a cura di Massimo Minimo:


Jack McEvoy, giornalista del Los Angeles Times divenuto celebre per aver svelato l’identità del serial killer noto come “il Poeta“, sta per essere licenziato. Gli restano due settimane per istruire la sua sostituta, una giovane ed ambiziosa reporter molto più avvezza di lui alle nuove tecnologie. Il caso vuole, però, che Jack si imbatta di nuovo in un serial killer, esperto nello scegliere le sue vittime attraverso il web ed attirarle così in trappola. Il giornalista decide di ricorrere all’unica persona che può aiutarlo: Rachel Walling, profiler dell’ Fbi, con la quale aveva avuto una breve relazione dodici anni prima. I due devono agire in fretta, perché il serial killer ha colpito anche in casa di Jack con l’intenzione di metterlo in guai seri.
Nonostante la solita scrittura lineare di Connelly, il libro non mi ha convinto del tutto. In particolare, il fatto che l’autore riveli quasi subito l’identità del serial killer toglie parecchia suspance. Posso sì dire di aver imparato un termine per me nuovo, “abasiofilia”, ma questo non basta: da Connelly è lecito attendersi molto di più



Voto 3/5

In uscita a Novembre 2011


Due settimane. Questo è il tempo che rimane a John McEvoy da trascorrere alla sua scrivania nella redazione del "Los Angeles Times". La crisi della carta stampata, in un'epoca in cui l'informazione viaggia su internet, non risparmia neanche un reporter di nera che, dodici anni prima, si era guadagnato la celebrità svelando al mondo l'identità del Poeta, un serial killer che firmava i suoi omicidi con i versi di Edgar Allan Poe. E anche se è abituato a scrivere di morte, McEvoy non ha intenzione di andarsene con un elogio funebre di se stesso: il suo ultimo articolo dovrà essere qualcosa di memorabile. La sua occasione si chiama Alonzo Winslow, un giovane spacciatore nero in galera per aver strangolato una donna bianca, chiudendone poi il cadavere nel bagagliaio della macchina. Una confessione estorta dalla polizia, un caso chiuso in modo sbrigativo, una storia che odora di discriminazione lontano un miglio. Con queste premesse, non è difficile rimettere in discussione l'esito delle indagini. Quando poi dalle ricerche di McEvoy emerge inaspettatamente un collegamento con un omicidio avvenuto anni prima a Las Vegas - stesse modalità nel trattamento della vittima e un'incriminazione che lasciava qualche dubbio -, nella sua mente si affaccia il pensiero di avere di nuovo a che fare con un serial killer. Il reporter sa che non può affrontare questa sfida da solo, ma che, come dodici anni prima, ha bisogno dell'aiuto di Rachel Walling, profiler dell'FBI...

1 commento:

  1. Credo che Connely non si sia sforzato molto nello scrivere L'Uomo di paglia. Ci si aspettava un racconto all'altezza dei precedenti.Troppe situazioni al limite del reale.In particolare vorrei capire come mai Carver, colpevole palesato fin dalle prime righe, non riconosca Rachel Walling quando in qualità di agente dell'FBI, si presenta con altri agenti negli ufficio della Western Data, dopo esserci stata, qualche giorno prima con McEvoy,spacciandosi per potenziale cliente.

    Antonio

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