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venerdì, settembre 23

Recensione de IL GIOVANE SBIRRO di Gianni Biondillo

Quando ha deciso di entrare in polizia, Ferraro? Perché si è lasciato con la moglie? Quando ha smesso di fumare? Quale è stato il primo morto che ha visto nella sua carriera di poliziotto? Quando ha incontrato per la prima volta il suo collega Augusto Lanza? Molte erano le domande lasciate in sospeso da Biondillo sul passato del suo personaggio preferito. Questo nuovo romanzo risponde a tutto ciò. "Il giovane sbirro" è un prequel, che racconta i primi anni di apprendistato nella polizia del futuro ispettore Ferraro e si colloca, cronologicamente, fra le cose avvenute dopo "Per sempre giovane" sino a quelle accadute il giorno prima di "Per cosa si uccide".

Recensione a cura di Patrizia Seghezzi:
In questo terzo libro ripercorriamo l'inizio della carriera dell'ispettore Ferraro, dalla decisione di lasciare l'università e diventare uno sbirro, al matrimonio, a tutta una serie di vicende che lo vedono coinvolto, in un romanzo che ho trovato meno intrigante dei precedenti.
Da bergamasca ho letto (anche se non apprezzato per intero) con curiosità le pagine in cui lui si trova sulle montagne bergamasche, le frasi in dialetto che a volte sono scritte in maniera totalmente sbagliata e un sottofondo di presa per il culo per i polentoni bergamaschi. Questa cosa mi ha un po' irritato, devo essere sincera.
Tanti casi da risolvere, l'apparire in scena del suo amico Comaschi, il suo essere sempre lontano dalla famiglia che perderà (la moglie se ne va con la bambina dopo un episodio triste triste), insomma un guazzabuglio di cose che onestamente non ho apprezzato molto, anche se la scrittura di Biondillo rimane sempre molto apprezzabile.

Voto 3/5

Titolo Il giovane sbirro
Autore Biondillo Gianni
Prezzo di copertina € 16,00
Dati 2007, 343 p., brossura
Editore Guanda (collana Narratori della Fenice
)

1 commento:

  1. Lo sto leggendo. Fa cagare.
    Consiglio "La città perfetta" di Angelo Petrella, per disintossicarsi.

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