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martedì, maggio 17

INTERVISTA a Paolo Grugni

Paolo Grugni è nato a Milano nel 1962. Ha pubblicato i romanzi Let it be (Mondadori, 2004; Giallo Mondadori 2009), Mondoserpente (Alacràn, 2006; Giallo Mondadori, 2011), Aiutami (Barbera, 2008) e Italian Sharia (Perdisa, 2010). I suoi racconti sono apparsi in diverse raccolte, tra cui Anime nere (Mondadori, 2008) e Armonico (Aereostella 2010).

Ciao Paolo, benvenuto su Thrillerpage e grazie per la tua disponibilità! E un grazie a Massimo Minimo, per la realizzazione di questa bella intervista.




Il lavoro di ricerca per scrivere “L’odore acido di quei giorni” ha richiesto 2 anni. Come mai tanto tempo? Solo per una tua “puntigliosità” o hai avuto difficoltà nel reperire documenti?
Mi sono serviti per la ricostruzione storica del periodo e per effettuare i sopralluoghi tra Bologna e Persiceto. Di documenti sul ’77 ce ne sono molti e la maggior parte di facile reperibilità, ma poi ho dovuto leggerli, analizzarli e confrontarli. E introdurre il tutto in un contesto “thirller”, lavoro tutt’altro che semplice. Molte sono state le stesure prima di quella definitiva.

Il protagonista del romanzo, Alessandro Bellezza, svolge un mestiere molto particolare, quello di raccogliere dalle strade i cadaveri degli animali investiti dalle macchine. Da dove nasce questa idea curiosa?
Nasce dalla lettura di un articolo su un ricco possidente neozelandese che fa la stessa cosa per cercare di salvare altri animali dalle auto. Spera che, attaccando i corpi al pick-up e trascinandoli, altri animali seguano le scie di sangue ed entrino nei suoi terreni dove possono vivere tranquilli e protetti. Curioso, ma vero.

Senza svelare troppo per chi non ha ancora letto il libro, ipotizzi che dietro la bomba alla stazione di Bologna possa esserci anche la volontà di distruggere un documento scottante. Solo finzione letteraria?
La mia è finzione letteraria, ma è un’ipotesi che potrebbe rivelarsi fondata. In fondo, la verità su quella strage non è ancora emersa. E chissà se, in questo indecente paese, si saprà mai.
Nel romanzo mi ha colpito molto il modo in cui descrivi la vita di provincia. Hai avuto un’esperienza diretta?
Non ho mai vissuto in provincia, ma ho iniziato a studiarla ai tempi di “Italian Sharia”, ambientato a Prato. Ma non è stato poi così difficile. L’italiano è un provinciale anche se vive nel centro di Parigi o Manhattan.
Passando a domande più personali, quando hai iniziato a scrivere? 
Ho iniziato nel 2002 alla fine di un contratto come autore televisivo. Invece di cercarne un altro, ho deciso di provare a fare quello che da sempre sognavo di fare: lo scrittore. Per fortuna è andata bene e ora questa è diventata la mia occupazione a tempo pieno.
Hai pubblicato con Mondadori, Alacràn, Barbera, Perdisa ed ora Laurana. Non senti l’esigenza di “legarti” ad una casa editrice? 
Non tutti i libri che scrivo sono adatti alla stessa casa editrice. Ma va anche detto che il contenuto dei miei libri è spesso scomodo e ogni volta devo trovare chi ha il coraggio di pubblicarli. Credo comunque che, almeno per ora, il mio percorso letterario sia legato a Laurana.
Stai già lavorando a qualcosa di nuovo? 
Sto lavorando a due romanzi. Uno già in fase di stesura: “La geografia delle piogge”, che incrocia due storie, quella di un processo a una madre che ha ucciso il figlio neonato in quanto handicappato e quella di uomo che, in provincia di Milano, ha il bar taglieggiato dalla camorra. Il secondo, in fase di ricerca documentale: “Il correttore di necrologi”, storia di un italiano che va a vivere nella Germania dell’Est negli anni Sessanta.
C’è un libro che ti piacerebbe aver scritto? 
Ce ne sono molti, ma credo che “Libra” di Don De Lillo sia il romanzo di riferimento, per analisi politica e livello di scrittura.
In conclusione, ci dici due parole su “Italian Sharia”, libro con cui sei finalista al NebbiaGialla 2011? A proposito, in bocca al lupo. 
E’ un romanzo ispirato alla storia di Hina, la ragazza pachistana uccisa in provincia di Brescia perché non buona musulmana. Ma è soprattutto uno spaccato sulla situazione degli immigrati in Italia. Il fatto che sia andato in finale a un premio di letteratura gialla dipende dal fatto che la trama è un intreccio con connotati fortemente noir. W il lupo!

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