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martedì, settembre 28

RECENSIONE DI "CHORUMO", di Jean Claude Izzo


CHORUMO
di Jean Claude Izzo





Marsiglia, porto che nel tempo ha accolto milioni di persone che hanno trovato in lei: soccorso, discriminazione, fatica, lavoro nero e con il tempo integrazione, anche se spesso pagata a caro prezzo. Città francese coinvolta fino al collo nel problema dell'integrazione della gente delle sue ex-colonie soprattutto algerini, che hanno subito un trattamento duro e crudele, da parte di chi prima li ha usati per difendersi e poi li ha scaricati come una bambola rotta. Marsiglia è anche il Mediterraneo, grande bacino sul quale si affacciano culture diverse, che hanno difficoltà ad incontrarsi in un dialogo liberatorio. Tutto questo e' Izzo e soprattutto "Chourmo", opera che appartiene ad una trilogia, che vede Fabio Montale, ex poliziotto di evidenti origini italiane, vivere e lavorare nella sua adorata Marsiglia.
Fabio Montale, un poliziotto in pensione si trova improvvisamente a dover lavorare ad un caso che risveglia in lui tutti i ricordi di una vita: un giorno sua cugina, della quale lui e' sempre stato innamorato, lo cerca perche' suo figlio e' sparito di casa in seguito ad un litigio. Presto Montale scopre che il ragazzo si e' trovato per caso sulla scena di un delitto, di un intellettuale algerino, che non ha risparmiato neanche lui. Da qui inizia un'inchiesta in cui Montale ritorna alla sua vita di poliziotto, agli incontri con i colleghi conniventi con la mala, al problema dell'integrazione razziale, al fatto che gli integralisti cercano le loro prede tra i giovani convinti di non avere altro futuro, esattamente gli stessi giovani dove affonda le mani la malavita organizzata.
"Chourmo", ci spiega ad un certo punto Montale, significa in provenzale la ciurma, i rematori della galera. Il fun-club di un gruppo musicale di raggamuffin aveva ripreso questo termine per indicare i suoi componenti. Il chourmo raccoglieva fondi per seguire i concerti, per distribuire la musica a basso costo al di fuori del circuito ufficiale, ma soprattutto lo spirito chourmo voleva dire incontrarsi, a prescindere da quale quartiere provieni, quale religione professi, quali sono i tuoi reati, da quale sangue scorre nelle tue vene, l'importante è fare chourmo, sapere che malgrado le differenze siamo tutti nella stessa barca ed è remando insieme che ci si può salvare, un senso di fratellanza che è all'opposto di quella che si chiama guerra fra poveri.
Questo romanzo appartiene a quel genere che è stato definito noir mediterraneo e forse definizione non è mai stata più azzeccata in questo caso, perche' non c'e' pagina in cui Montale non ci riporti ad una riflessione sulla sua citta', affacciata su un mare dal quale tutto proviene, l'unico posto in cui lui trovi attimi di pace, circondato da una vita costellata da malinconia, amici persi per strada, amori finiti e un profondo senso di inadeguatezza al vivere.
Un romanzo che e' un continuo colpo allo stomaco, ma non per trovate sensazionalistiche, piuttosto per realta' che sentiamo vicine, basta fare un giro in macchina nella periferia delle nostre citta' e realizzare che anche noi dovremmo fare piu' chourmo per sentirci tutti meno soli.


Diego ha detto: Ti fa immergere come il primo libro, "Casino Totale"

"Ti fa immergere come il primo libro, "Casino Totale", nella vera Marsiglia con con i suoi vicoli, le sue incongruenze, i suoi profumi, i suoi problemi. 
"Chourmo", termine provenzale che dà il nome al libro e il cui significato esteso è qualcosa di simile a "farsi gli affari degli altri", fare proprie le loro gioie e anche le loro angosce. E in effetti qui il buon Fabio Montale, solo formalmente un ex poliziotto, si trova ad indagare su una vicenda che vede indirettamente coinvolta la sua amatissima cugina e che avrà un impatto sconvolgente sulle vite di tutti...
Comunque per adesso il migliore per me rimane "casino totale", per questo do 4 stellette su 5!"

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